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Cir 2016: perplessità sul nuovo regolamento dai suoi protagonisti!

Il nuovo regolamento del CIR ha suscitato parecchie perplessità nei piloti partecipanti.
Ecco riportare le parole dei protagonisti del CIR 2016 (Andreucci e Scandola) in merito a questo discutibile cambio di regole pubblicate da omnicorse in un intervista.
Cominciamo con il pensiero di Scandola:

E’ uscito da poco il nuovo regolamento CIR. Sembra essere qualcosa di molto differente rispetto a ciò che la categoria rappresenta. Lei cosa pensa a tal riguardo?

“Il punteggio per ogni tappa può essere anche una bella iniziativa. Solo che non hanno tenuto conto che un pilota che centra un doppio secondo posto nelle due tappe potrebbe fare più punti di chi coglie una vittoria e, magari, un quarto posto. Chi vince appare meno tutelato. Secondo me dovrebbero dare punti ulteriori a chi riesce a vincere la gara, oltre a quelli previsti al termine della tappa. Il vincitore delle due tappe, ovvero della classifica cumulativa, andrebbe ulteriormente premiato”.

Ecco invece cosa ne pensa il campione italiano Andreucci:
Da poco è uscito il nuovo regolamento del CIR 2016. Lei avrebbe cambiato le regole in vigore sino al termine di questa stagione?

“Io non le avrei cambiate, perché così crea un po’ di confusione. Con i punti nelle varie tappe… Credo che sia ancora in fase di studio, che non sia definitivo, perché per ora è abbastanza complicato e non abbiamo bisogno di complicare le cose né i punteggi, perché nella prima tappa uno può scegliere di montare un motore sovrapotenziato e le verifiche poi non verrebbero fatte qualora si ritirasse nella prova del giorno dopo. C’è il rischio che uno possa arrivare per due volte secondo e fare più punti di chi vince la gara, per cui non c’era bisogno di farlo”.

Quali modifiche avrebbe voluto apportare?

“Bisognava investire energie e tempo nel migliorare la promozione del Campionato Italiano Rally, visto che abbiamo tanti bravi operatori, sarebbe bello riuscire a creare un format di riprese televisive belle che esaltino le qualità dei piloti del CIR. Sarebbe poi perfetto per la Rai, per Mediaset e tutte le varie emittenti televisive”.

Dunque, secondo lei è stato sbagliato obiettivo nei cambiamenti per la prossima stagione…

“Un diverso impegno riguardo il fattore promozionale è una cosa che andava fatta. Bisognava spendere le energie dove più necessitava il campionato. Non esattamente nel modo in cui sono state spese, dunque, ma noi siamo piloti, io sono un pilota. C’è chi è addetto a decidere queste cose per cui ci si arriverà”.

Non le sembra che le nuove regole snaturino quello che da sempre sono i rally?

“Che vuoi che ti dica, ci sono tante cose che non capisco a riguardo. Ho un’altra concezione del rally rispetto a chi ha stilato il regolamento nuovo. Ripeto, bisognerebbe fare la promozione, però al momento non posso farci nulla se non prendere atto di quanto viene stabilito. Per ora sono un pilota. Se dovessi un giorno decidere io saranno diverse (scherza), però purtroppo non ci sono e rispetto il parere degli altri. Secondo me questo cambiamento va a confondere tutti i punteggi in un momento in cui non vi era affatto bisogno di farlo”.

Nel 2016 la Skoda avrà una Fabia velocissima e la BRC che di certo non starà a guardare. Si aspetta una lotta più serrata rispetto alla stagione appena terminata?

“Come abbiamo visto nelle ultime gare di campionato sarà bello e lottato sino in fondo. Quest’anno è stato un campionato anomalo, dove gli altri piloti che lottavano contro di noi hanno fatto degli errori e sono riuscito a vincere il titolo in anticipo. L’anno prima siamo arrivati alla fine praticamente a pari punti. Per cui il format, con piccole variazioni, sarebbe stato adeguato. Avrei preferito magari una power stage per concentrare i media, creare un’area apposta per loro, ma anche per il pubblico. Sarebbe stato bello parlare con gli organizzatori, trovare e creare queste zone dedicate allo spettacolo, concentrare pubblico e spettatori in modo da fare un bello spot per il rally italiano perché quello che ci manca è vedere i numeri alti a livello televisivo, nei giornali, ma soprattutto a livello televisivo. Perché quando si va da uno sponsor si potrebbe mostrare di avere non le 3.000 persone del parco assistenza, ma le 100.000, le 120.000 persone e convincere loro a investire. Se si fa un lavoro fatto bene, come si deve, in quella direzione. gli sponsor guardano quei numeri!”.

Insomma, seguire l’esempio del WRC…

“Basta guardare a chi ha più esperienza in quel settore, invece da noi ci sono cose che purtroppo non vanno in quella direzione. Questo è un mio parere. L’ho esternato, l’ho detto ma non ho mai ricevuto un riscontro, una risposta. Ognuno ha il suo parere e rispetto quello degli altri”.

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