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WRC – La calda estate del Mondiale Italiano.

È passato un mese dall’annuncio del Presidente dell’ACI Angelo Sticchi Damiani con il quale veniva resa nota la volontà di far disputare altrove (si parlava di un’ipotesi trasferimento nel Centro Italia) le prossime edizioni del Rally d’Italia.
Da allora in Sardegna, terra che ospita dal 2004 la serie iridata, niente si è mosso, solo tante belle parole da parte della classe politica alla quale però non si sono visti reali riscontri, anzi qualcuno ha addirittura provato a complicare la situazione con delle interrogazioni che sono servite solo a rendere ancora più complicati i rapporti.

L’unica nota positiva sono i tanti appassionati che sui vari social network, come esempio l’ormai famoso gruppo Facebook “IL MONDIALE RALLY DEVE RIMANERE IN SARDEGNA”, nato dall’idea di Giuseppe Pirisinu (navigatore e ufficiale di gara); che sta provando a smuovere le acque ormai stagnanti della politica regionale, la quale oltre alle solite belle parole dette ad hoc davanti alle telecamere  oppure ad un comizio elettorale, deve passare da subito alle vie di fatto, cercando di ricucire i rapporti, evitando soprattutto le polemiche, soprattutto se queste sono addirittura alimentate da sardi contro un’evento che si svolge in Sardegna e porta nell’isola un’indotto economico superiore ai 10 milioni di euro.

Ora tuttavia servono dei segnali veri e forti che convincano l’ACI a non spostare la sede della prova mondiale italiana fuori dalla Sardegna, ma purtroppo il silenzio che arriva dai palazzi del potere di Cagliari preoccupano molto gli appassionati, perché ci ricorda tante altre vertenze (Keller, Euroalluminia….) oppure il più recente caso Ryanair che sta abbandonando la Sardegna, senza che la Regione intervenga in maniera seria e decisa.

Quindi ad oggi la situazione appare veramente poco chiara e il tempo diminuisce sempre più, la dead-line scadrà a fine agosto, in caso di mancato accordo, il Mondiale saluterà sicuramente la Sardegna e con molta probabilità anche l’Italia visto il poco tempo a disposizione per organizzare un mondiale partendo praticamente da zero.

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