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Tempo

7 MIN

Ari Vatanen: ogni secondo conta

La storia di un "fulmine finlandese" mai sceso dalle auto

Ari Pieti Uolevi Vatanen è uno di quei nomi che viene spesso preso a riferimento per ricordare quell’epoca memorabile e un po’ ai limiti dei rally. Un pilota che ha fatto della ricerca costante della velocità un proprio mantra e marchio distintivo.

Nato a Tuupovaara, il 27 aprile 1952 ha impegnato gran parte della propria vita nel cercare di fare la differenza: nel motorsport prima vincendo il mondiale rally e ben quattro Dakar, e nella vita divenendo un politico e uomo di spicco nella Federazione Internazionale dell’Automobilismo.

Gli inizi della carriera di Ari Vatanen

Vatanen è nato e cresciuto nella Finlandia orientale, una terra dove i rally vengono insegnati a scuola. Nel 1970, a diciotto anni, debutta da professionista e quattro anni dopo prende parte per la prima volta al Mondiale nel Rally nella gara di casa, il prestigioso 1000 Laghi.

Vince il British Rally Championship nel 1976 e nel 1980 con Peter Bryant e David Richards. Nel 1977, è pilota privato della Ford Escort RS1800. Per la stagione 1979, firma il passaggio alla Rothmans Rally Team, il punto di svolta per la carriera di Ari Vatanen.

1981: Ari Vatanen campione del mondo rally

La stagione 1981 non inizia secondo i migliori auspici. Navigato da David Richards (che diventerà presidente Prodrive e avrà un grande ruolo a livello manageriale nei rally) a bordo della Ford Escort RS1800, si ritira a Montecarlo e in Portogallo dopo un buon secondo posto in Svezia. Non disputando il Safari e la Francia si ritrova ben lontano dalle posizioni sperate. Fino al centro stagione in cui avviene la svolta. Trionfa in Grecia, Brasile e Finlandia, facendo sembrare il ritiro in Argentina un banale incidente di percorso.

Tutto si decide all’ultima gara, in un’estenuante lotta di nervi con Guy Frequellin su Talbot Sumbeam Lotus. Un massacrante Rally di Gran Bretagna, lungo ben 65 prove speciali,  dove Vatanen avrebbe dovuto chiudere almeno in quinta posizione e comunque davanti al suo rivale diretto in classifica generale del mondiale rally. Vatanen si dimentico per una gara del suo stile sempre “full attack” e condusse una gara accorta e intelligente che gli permise di chiudere in seconda posizione 11 minuti dietro ad Hannu Mikkola. Nel frattempo Frequellin si ritirò nelle battute finali in notturna della gara e consegno lo scettro di campioni del mondo ad Ari Vatanen e David Richards.

Il resto della carriera nei rally

Nella stagione 1982, Vatanen non riesce a difendere il proprio titolo prendendo parte a sole 3 gare, e nella stagione 1983 è vincitore al Safari Rally al volante di una Opel Ascona. Nel 1984, Vatanen passa al Team Peugeot con la Peugeot 205 T16. Dal Rally dei 1000 Laghi nel 1984 al Rally di Svezia nel 1985 vince 5 gare consecutive nel mondiale ma comunque non sarà più in grado di portare a casa il titolo.

In questo documentario (in lingua inglese) circa quindici minuti di pura essenza di colui che viene definito “Il poeta dei Rally”:

Il terribile incidente di Vatanen in Argentina

Ari Vatanen andò molto vicino alla morte in un incidente nel 1985 al Rally d’Argentina. A causa dell’eccessiva velocità perse il controllo della vettura ed uscì di strada. Il suo copilota riportò solo lievi contusioni, Ari Vatanen dovette lasciare le gare per più di un anno perché il suo sedile si era rotto e lui era stato scagliato all’interno dell’auto mentre questa rotolava giù per la scarpata. Il recupero durò 18 mesi e in più frangenti si temette che fosse giunta al termine la sua carriera.

Il rientro alle gare: Dakar e Pikes Peak

Dopo la guarigione, partecipò per la prima volta alla Parigi-Dakar cogliendo subito la vittoria con la Peugeot 205 T16 nel 1987. Vatanen vinse questa competizione quattro volte, con la Peugeot nel 1987, 1989 e 1990, e con la Citroën nel 1991. Molto probabilmente avrebbe vinto anche l’edizione del 1988, ma fu protagonista di un episodio al quanto tragicomico: gli venne rubata l’auto proprio quando era il leader della corsa e si apprestava all’ennesima vittoria.

Con Peugeot, Vatanen ha vinto anche la Pikes Peak del 1988. Dopo aver smesso di gareggiare nel Campionato Mondiale Rally nel 1986, a causa della scomparsa del Gruppo B, Vatanen rimase in Peugeot permettendo con l’esperienza tratta dalla sua 205 T16 di creare la 405 T16, con almeno 600 CV (447 kW). Vatanen condusse la propria vettura alla vittoria nella cronoscalata, battendo il primato stabilito l’anno precedente da Rohrl; il suo record rimarrà imbattuto per 7 anni.

La curiosità

Ari Vatanen è sempre stato un convinto salutista, attentissimo ad alimentazione e stravizi. Non era quindi raro vederlo sul podio festeggiare con del latte (come nella foto di copertina) al posto dello champagne.

I racconti a tutta velocità di Ari Vatanen

La carriera e le imprese a tutta velocità del pilota finlandese finiranno a far parte di diversi progetti editoriali ed interviste memorabili che possiamo ritrovare sulla rete. Uno dei più prestigiosi è sicuramente il pluripremiato cortometraggio Climb Dance.

Vatanen scrisse l’autobiografia Every Second Counts, raccontando i passaggi essenziali della sua vita e la sua carriera fino a quel punto. Fu pubblicata nel 1988 (e potete trovarlo su Amazon in lingua inglese a questo link)

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Una “nuova carriera” e quel ritiro mai avvenuto

Vatanen ha continuato a gareggiare nel Campionato Mondiale Rally, prendendo parte solo ad alcune gare, fino alla stagione 1998. Ha guidato per la Mitsubishi RALLIART in quattro eventi in Europa nel 1989 e in cinque nel 1990. Il suo miglior risultato con la Mitsubishi Galant VR-4 è stato un secondo nel 1990 Rally dei 1000 Laghi. Dal 1992 al 1993 ha gareggiato per la Subaru in 11 eventi, giungendo secondo per tre volte, anche per il debutto del primo evento Subaru Impreza in Finlandia. Ha corso successivamente con la Ford Escort finendo sul podio nel 1994 in Argentina e al Safari Rally del 1998; è poi brevemente ritornato alla Subaru per l’ultima gara della stagione al Rally di Gran Bretagna, che segna il suo 100º Rally nel Mondiale.

Dopo la carriera rallystica ottenne numerose vittorie nei rally raid (tra cui tre Rally dei Faraoni, oltre alle quattro Dakar) e una Coppa del mondo rally raid.

La fame di motori non l’ha mai abbandonato e nel 2003 corre con la Nissan nella Parigi-Dakar finendo settimo. Ha anche fatto una comparsa nel 2003 al Rally di Finlandia con la Bozian Racing su Peugeot 206 WRC, chiudendo undicesimo. Nel 2004 e nel 2005, Vatanen ha partecipato alla Dakar con la Nissan, e nel 2007 ha fatto un altro tentativo con la Volkswagen.

Nel settembre 2008, Vatanen ha preso parte al Colin McRae Forest Stage Rally, una gara dello Scottish Rally Championship centrato a Perth, in Scozia. Il suo co-pilota è stato ancora una volta David Richards e gareggiato nella stessa Ford Escort RS1800 sponsorizzata Rothmans che ha guidato nel 1981. Era uno di una serie di ex-campioni del mondo a prendere parte alla manifestazione in memoria di Colin McRae, morto nel 2007 in un incidente in elicottero.

Come riportato dal prestigioso sito ewrc results, la carriera di Ari Vatanen pare non essersi ancora fermata.

L’impegno politico ed istituzionale

Nel 1993 si stabilì nel sud della Francia dove ha comprato una fattoria e una cantina. Ha sviluppato interesse per la politica e nel 1999 è stato eletto al Parlamento europeo dalla lista del Partito di Coalizione Nazionale finlandese, nonostante abbia continuato a vivere in Francia.

Nel 2004 è stato rieletto, ma questa volta nella lista dei conservatori francesi (Unione per un Movimento Popolare)

Il 10 giugno 2009 Vatanen confermò la sua intenzione di succedere a Max Mosley a capo della Fia nell’autunno 2009, con principale avversario l’ex amministratore delegato e direttore delle corse sportive Ferrari, Jean Todt. Nell’elezione del 23 ottobre 2009,la maggioranza del Consiglio Mondiale votò per il suo rivale.

Ari Vatanen: il “penultimo” dei fordiani

Fino all’approdo di Sebastien Ogier alla corte M-Sport, Ari Vatanen era stato l’ultimo dei piloti a portare in casa Ford il mondiale rally riservato ai piloti. Una soddisfazione enorme ma vissuta sempre con quel pizzico di dispiacere per una casa tanto prestigiosa che faticava a riportarsi sul tetto del mondo.

E nel 2016 Vatanen parlò proprio di questo e della sua grande voglia di rivedere Ford sul tetto del mondo:

Mi auguro che Seb possa togliermi lo scettro, non voglio essere io l’ultimo campione Ford. L’ingaggio di Ogier è stata una grande mossa. Ero felice quando ho saputo la notizia. Si giocherà subito il titolo, quando ho parlato con lui mi ha detto che l’auto è molto valida, ma ovviamente le cose saranno più chiare quando si scenderà in strada!
Malcolm ha fatto qualcosa di grande anche perchè bisogna tenere in considerazione che la casa madre è poco coinvolta, quindi spetta a Malcolm trovare tutte le risorse per il team. Se penso da dove ha iniziato e tutti i rischi a cui è andato incontro si merita davvero tanto.

Aveva ragione: arriveranno due mondiali consecutivi per Ogier con la Ford che non scalfiranno comunque il ricordo di un pilota veloce oltre ogni immaginazione.

 

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