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Intervista a Pietro Ometto: “Ciocco una gioia immensa”

Il Rally del Ciocco 2017 era la sua prima gara con Orange1 Racing e per la classifica assoluta del CIR e non poteva chiedere di meglio. Stiamo parlando di Pietro Ometto, nuovo navigatore di Simone Campedelli, da cui ci siamo fatti raccontare le grandissime emozioni di questo avvio di stagione.

Partiamo dalla domanda delle domande: ci racconteresti il weekend appena trascorso e le sue emozioni?

Siamo partiti subito all’attacco anche se era la prima gara con Simone. Lo ringrazio perché mi ha dato subito grande fiducia e sapeva di poter essere competitivo da subito. I riscontri cronometrici di sabato mattina ci hanno dato ragione, ci siamo resi conto di essere molto vicini a Paolo a casa sua e non ce l’aspettavamo. È stata una battaglia abbastanza accesa il sabato ed è andata bene.

E quando avete tagliato il traguardo?

Beh, sicuramente una gioia immensa. Simone era da tanto tempo che aspettava questo risultato dopo tante gare nel CIR anche se non tantissime con una macchina da assoluta. È stata la realizzazione di un sogno per tutti e due. Un inizio superlativo: prima gara insieme, prima gara nel CIR con una macchina da assoluta e dopo solo qualche gara nel cir con una R2 l’anno scorso. Insomma, un ottimo weekend.

Abbiamo parlato qualche settimana fa con Simone che ci ha raccontato un po’ le ambizioni di tutto il progetto, dandoci un suo punto di vista sul CIR di quest’anno. Tu come lo vedi anche in ragione degli adeguamenti regolamentari apportati e dei giovani stranieri che vengono a rimpolpare l’elenco iscritti?

Il regolamento introdotto l’anno scorso ha reso equilibrato il campionato fino all’ultima gara, aumentando lo spettacolo secondo me. All’inizio non mi piaceva come formula ma vivendo il campionato e seguendolo ho imparato ad apprezzarla. Quest’anno hanno aggiunto i punti extra per la gara totale e finalmente i risultati di fine gara contano molto. Gli “extra” punti della gara totale potrebbero diventare molto pesanti a fine campionato.

Parlando invece della tua carriera. Sei nel giro già da un po’ di tempo pur essendo abbastanza giovane e sei entrato in Orange 1 con una formula innovativa che aveva suscitato qualche polemica. Qual è il tuo punto di vista dal punto di vista dell’immagine e la comunicazione nei rally, anche in ragione del fatto che tutti parlano della necessità di avere maggior visibilità e poi criticano qualsiasi passo fuori dagli schemi?

Se uno non segue la massa al 99% viene giudicato e criticato, soprattutto dagli invidiosi. La selezione di Orange1 non cercava necessariamente una persona giovane ma comunque un navigatore con delle qualità che avrebbe lavorato all’interno del team ed era un tipo di esperienza che mi interessava e mi mancava fino ad oggi. Non era previsto che questa persona si sarebbe seduta alla destra di Simone fin dalla prima gara. Mi aspettavo una stagione all’interno del team a collaborare e crescere con una squadra che è lì a giocarsi il titolo e dalla quale puoi sicuramente imparare tantissimo. Poi è arrivata la telefonata di Simone che mi annunciava che mi sarei seduto subito sulla Ford Fiesta, dandomi subito tantissima fiducia e soprattutto offrendo l’occasione ad un giovane come me di salire in macchina con un pilota forte come lui e di avere un ruolo importante in un progetto importante come quello di Orange1 Racing nel CIR.

C’è una motivazione precisa per al quale hai scelto di sederti dalla parte del navigatore?

I rally mi son piaciuti fin da bambino da quando avevo 6 anni e sognavo sicuramente di fare il pilota. Poi a 15 anni ho iniziato a fare il meccanico in assistenza, lavavetri e cambio gomme e la passione è sempre più aumentata. Cominciare come navigatore è stato un po’ un caso, associata alla scarsa possibilità economica ma non una scelta di ripiego. Son partito con un amico dopo anni che andavamo nei dintorni di casa a fare le note. A 19 anni la prima gara e non mi sono più fermato. Fare il navigatore mi piace molto e se mi chiedessero oggi di fare il pilota forse direi di no.

C’è un professionista a cui ti ispiri e che un giorno ti piacerebbe raggiungere?

Beh, sicuramente mi piacerebbe diventare come Daniel Elena (ndr. ride). Non ho un navigatore particolare che preferisco ma sicuramente guardo sempre i migliori, quelli del mondiale.

E per la tua carriera, qual è l’ispirazione massima?

In questo periodo è molto difficile ma mi piacerebbe arrivare a fare qualche stagione all’estero e con un pilota estero.

Insieme agli amici di Epic Rally Tribe portiamo avanti una certa filosofia per chi segue i rally e questa domanda che facciamo praticamente a tutti nasce proprio da questo nostro modo di pensare e vivere i rally a bordo strada: asfalto o terra?

Beh, terra tutta la vita.

Grazie mille Pietro e in bocca al lupo per il resto della stagione.

Grazie a voi!

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