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Ci lascia lo storico meccanico di Biasion, il suo scopritore, Massimo Frigo

Due giorni fa, a causa di un arresto cardiaco, ci ha lasciati all’età di 71 anni Massimo Frigo, famoso meccanico nonchè scopritore del talentuoso campione del mondo WRC, Miki Biasion.

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Massimo Frigo si appassiona ai motori e alle corse quando comincia a lavorare nell’officina di famiglia situata a San Giuseppe di Cassola. Nei primi anni ’70 diventa prima meccanico e poi capo officina della filiale Opel di Bassano del Grappa dove seguirà i piloti Opel nelle gare a San Martino di Castrozza. Ma ciò per cui verrà ricordato Massimo è per quella famosa notte del 1978. Sull’Altopiano di Asiago Massimo Frigo conosce Biasion durante una sua uscita di strada, lo invita subito nella sua officia e gli da una mano a sistemare la vettura. I due restano in contatto e Massimo crede fin da subito nelle sue grandissime potenzialità rallystiche. Massimo si offre come suo aiuto per preparare la Kadett con specifiche Gruppo 1. Oltre la preparazione della vettura sarà anche meccanico di gara di Miki. Da qui e da Massimo comincia la carriera dell’ultimo iridato italiano nel WRC il quale lo ha accompagnato fino all’esordio in Lancia.

Ecco le parole e i ricordi di Miki sul loro passato insieme nonchè un grande saluto all’amico:

Ricordo ancora quel giorno del 1978. Avevo rubato la Renault 5 di mia mamma per andare a fare una garetta in Altopiano. Su una curva ho esagerato e sono uscito di strada, lui era lì. Mi ha detto che guidavo bene e mi ha invitato in officina per sistemare l’auto. Il giorno dopo ci sono andato ed così è cominciata la mia storia di pilota. Quando ho iniziato la carriera da professionista avevo i team ufficiali, bravi meccanici, ma per me Massimo era unico, ho sentito tanto la sua mancanza.

Massimo è stato il mio vero padre professionale, uno degli uomini che hanno creduto maggiormente in me sin da subito. Preciso, puntiglioso, testardo, mi ha sostenuto come pochi altri. Una volta è addirittura venuto a vedere una mia gara con una gamba ingessata: pioveva a dirotto, si è fasciato l’ingessatura con sacchetti in nylon. Alla fine il gesso era talmente zuppo che è dovuto tornare in ospedale per farselo rifare. Mitico.

Grazie Massimo per avermi convinto a correre ed avermi accompagnato nei primi anni della mia carriera! Con eterna riconoscenza.

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Ecco il tweet di saluto pubblicato dal campione:

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