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7 MIN

SONDAGGIO: 12 auto da rally che hanno fatto la storia, voi quale preferite?

Difficile racchiudere circa 60 anni di storia in un colpo solo, ma ci abbiamo ugualmente provato

gronholm peugeot

Anno 2018. Seconda stagione delle Wrc Plus, considerate a più riprese un capolavoro di ingegneria moderna mai visto prima.

Eppure negli anni i rally hanno visto sfrecciare così tante vetture che probabilmente è impossibile ricordarsele tutte, specialmente quelle degli anni Sessanta e Settanta dove in pratica correva di tutto e certamente non vi erano i mezzi mediatici odierni.

Ma a noi di Rallyssimo piacciono le sfide e anche questa volta, cari lettori, ne abbiamo ingaggiata un’altra: abbiamo dato un’occhiata ad almanacchi, trofei monomarca, albi d’oro e chi ne ha più ne metta per raggruppare in questo nostro sondaggio le 12 macchine che hanno fatto la storia del nostro sport.

E voi sarete chiamati a votare la vostra preferita, quindi non ci resta che augurarvi…. buon divertimento!

Lancia Stratos Gruppo 4

La candidata numero 1 è lei, la coupè tuttta italiana ideata negli anni ’70 dalla Lancia su disegno di Marcello Gandini per Bertone. Con lo splendido rombo sprigionato dal motore Ferrari, debuttò nei rally al Tour de Corse 1972 con alla guida ovviamente lui, il “Drago” Sandro Munari con la mitica colorazione Alitalia.

La Lancia Stratos grazie al triplice iride conquistato nel 1974, 1975 e 1976, oltre ovviamente a numerose vittorie sparse per l’Europa, è diventata un’autentica icona del rallysmo mondiale e motivo d’orgoglio della motoristica tricolore.

Audi Sport Quattro Gruppo B

L’era delle Gruppo B è stata indubbiamente la più spettacolare della storia dei rally, caratterizzata da vetture dal rombo ineguagliabile e da una cavalleria mozzafiato. Tra queste figurava l’Audi Sport Quattro, la prima dotata di quattro ruote motrici nella storia dei rally.

Il debutto avvenne al Tour de Corse 1984 con alla guida Walter Rohrl e ben presto divenne la macchina da battere, grazie al motore 2142 cm da quasi 500 cavalli. Il reparto corse Audi ideò deverse evoluzioni nel corso degli anni, fino ad arrivare alla bestiale S1 Corta da 570 cavalli, la quale fu chiamata in causa per battagliare contro la Delta S4 e la 205 T16 Evo2.

Lancia Delta Integrale Evoluzione

Dopo le sciagurate vicende che caratterizzarono gli ultimi anni delle Gruppo B, la Fia prese in mano la situazione decidendo di abolirle per sempre. Ecco la conseguente nascita delle Gruppo A, le quali diedero vita alla cosiddetta “Golden Era”.

Abbandonato in fretta e furia il progetto della Delta ECV2, la Lancia dovette lavorare sodo per permettere ai suoi piloti di gareggiare con un vettura competitiva e che seguisse i nuovi regolamenti. Così nel 1987 venne presentata la Integrale 4WD, la prima Delta di una lunga serie. Il marchio torinese negli anni perfezionò sempre più la sua creatura, sfoggiando in seguito la Delta Integrale 8V e infine la Delta Integrale Evoluzione. Quest’ultima debuttò nel 1992 e fece letteralmente innamorare chiunque per le sue linee, eleganza e quel rombo inconfondibile, oltre ovviamente alla livrea Martini Racing che ha accompagnato il marchio torinese a partire dalla Rally 037. La Regina, come venne denominata, fu l’ultimo prodotto della Lancia prima di abbandonare i rally, forse per questo ancora oggi è un’autentico oggetto di desiderio in ogni parte del mondo.

Toyota Celica Gt-Four St185

Continuiamo con un’altro elemento che ha contibuito ad impreziosire l’era delle Gruppo A: la Toyota Celica Gt-Four St185. La TTE, il reparto corse della Toyota, decise che era ormai giunta l’ora di “pensionare” la datata St165 così fece debuttare nel 1992 appunto la nuova St185.

Il suo compito era quello di battagliare contro l’antagonista Delta Integrale nel campionato del mondo, ma alcuni esemplari vennero distribuiti anche a scuderie privati sparse per l’Europa, tra cui la genovese Scuderia Del Grifone gestita dal grande Tabaton. Con la sua livrea Castrol bianca, rossa e verde fece fin da subito girare la testa a tantissimi appassionati e grazie alla guida aggressiva di Didier Auriol e Juha Kankkunen entrò di diritto tra le auto più prestigiose dell’intero panorama rallystico.

Subaru Impreza Wrc 22B

I rally sono sempre in continuo fermento e caratterizzati da un continuo cambio di regolamenti.

Il 1997 vide debuttare le Wrc (acronimo di World Rally Car) anche se molti costruttori continuarono a correre con le Gruppo A, come nel caso della Mitsubishi con la Lancer. Il primo costruttore a produrre una Wrc fu Subaru, che presentò al panorama rallystico la stupenda Impreza 22B. I piloti scelti furono il fumambolico Colin Mcrae, il nostro Piero Liatti e lo svedese Kenneth Eriksson.

La WRC97 si presenta subito estremamente competitiva: nelle prime tre gare Liatti, Eriksson e McRae vincono rispettivamente a Montecarlo, in Svezia e in Kenya mentre nelle restanti gare della stagione arriveranno altre 5 vittorie (quattro per McRae e una per Eriksson) che permetteranno a Subaru di conquistare, per il terzo anno di fila, il campionato costruttori, ma non quello piloti, che McRae perse per un solo punto contro Makinen.

Per la sua rara bellezza, unita alla spettacolarità di Colin, nacque in onore del compianto scozzese anche un famosissimo videogioco.

Peugeot 306 Maxi

Nella seconda metà degli anni Novanta sbarcano nei rally anche le Kit Car, vetture a due ruote motrici derivate dalle Gruppa A. Esse possono montare freni molto maggiorati, un’aspirazione a 4 farfalle in luogo della monofarfalla dei Gruppo A, e possono avere la carreggiata allargata rispetto al modello di serie da cui derivano con ovvia sostituzione di molte parti della carrozzeria.

Tra le K11 spiccava la maestosa Peugeot 306 Maxi, da ben 290 cavalli. Il Leone Rampante la utilizzò sia nel campionato nazionale sia nel mondiale, in attesa di svelare la Wrc sul finire del vecchio secolo. La tuttoavanti ottenne molto successo nel campionato nazionale con Delecour e Panizzi, ma anche nell’Europeo con Luca Pedersoli e in Italia con Travaglia nel campionato 2RM.

Davvero impressionante l’urlo che emanava il motore della 306, orecchiabile a kilometri di distanza.

https://www.youtube.com/watch?v=eEi3PLeEARs

Mitsubishi Lancer Evo VI Gruppo A

In questa speciale raccolta non poteva certamente mancare la Mitsubishi che tanto ha fatto per i nostri amati rally.

La casa dei tre diamanti, con l’appoggio prezioso della Ralliart, si gettò nella mischia con la ben riuscita Lancer Evo, creandone addirittura dieci evoluzioni. La amata più fu senza dubbio la Evo VI con la quale il campionissimo Tommi Makinen raggiunse il quarto titolo consecutivo battendo una concorrenza spietata con a disposizione già le nuove Wrc. La Mitsubishi per ringraziarlo gli dedicò la versione stradale detta T.M.E.

Un’impresa dal sapore ancora più dolce insomma ma che non ha trovato purtroppo il seguito sperato con la World Rally Car, troppo fragile e poco competitiva.

Peugeot 206 Wrc

Sul finire della stagione del 1999, la Peugeot fece debuttare al Tour de Corse l’arma con cui avrebbe dovuto dare l’assalto al mondiale nelle stagioni successive: la 206 Wrc.

Dal 2000 fino al pensionamento in favore della non troppo fortunata 307 Wrc, la 206 divenne da subito la macchina da battere grazie un ottimo telaio che ben si sposava con un motore stellare. Asfalto, neve, ghiaia, fango.. per la vettura francese niente poteva essere d’intralcio, tanto da permettere a Marcus Gronholm di conquistare l’iride piloti e a Corrado Provera di festeggiare per molti anni il titolo costruttori.

La 206 Wrc ottenne molto consenso anche nei vari campionati nazionali, raccogliendo uno smisurato numero di vittorie assolute.

Renault Clio S1600

Nel 2000 la Federazione pensa ad una nuova possibile classe da gettare nella mischia, ideando la Super 1600.

Nel 2001 nasceva così  il Mundialito, un mini campionato collocato all’interno del Wrc riservato ai giovani piloti rigorosamente iscritti con le piccoline S1600 appunto. L’iniziativa ebbe un notevole consenso dai costruttori attirando l’attenzione di Opel, Peugeot, Citroen, Fiat, Mg Rover, Volkswagen e Renault.

Proprio la casa francese pensò di costruire il suo bolide con la nuova versione della Clio, dopo una innumerevole serie di test sul suolo nazionale. Ancora oggi la Clio S1600 gareggia ovunque ottenendo successi e posizionamenti importanti, confermandosi senza ombra di dubbio la vettura più vincente della sua categoria.

Citroen Xsara Wrc

Da sempre la Francia è patria di rally, con vetture che hanno dato molto a questo sport. In questa classifica non poteva certo mancare il Double Chevron con la sua plurititolata Xsara Wrc, cresciuta e maturata di pari passo insieme ad un certo Sebastien Loeb.

La Xsara ha debuttato in versione Kit Car, per poi essere sviluppata in versione T4 Wrc nel campionato transalpino. Nel 2001 Guy Frequelin la lancia nel mondiale centrando la prima vittoria con lo spagnolo Jesus Puras al Tour de Corse. Nello stesso anno la terza vettura fu affidata a Sanremo proprio a un giovanissimo Loeb  che centrò un incredibile secondo posto assoluto, prima di diventare il Cannibale che tutti conosciamo.

Volkswagen Polo R Wrc

A gennaio del 2013, dopo moltissimi kilometri di test su ogni tipo immaginabile di fondo, sul conto di Volkswagen aleggiavano non pochi dubbi e perplessità.

La casa tedesca aveva dichiarato a più riprese l’intenzione di entrare dalla porta d’ingresso principale e non da quella secondaria, lanciando dal rally di Monte Carlo la sua Polo R Wrc. Ben presto l’opinione pubblica riconobbe la grandezza di una macchina che si aggiudicherà per quattro stagioni praticamente tutto grazie allo strapotere di Sebastien Ogier, approdato in Germania dopo aver sbattuto la porta in Citroen e costretto ad un “anno di purgatorio” a bordo della Fabia S2000.

A novembre del 2016, Jost Capito annuncierà il ritiro dai rally in seguito allo scandalo che tutti conosciamo, lasciandoci l’amaro in bocca per non aver visto in prova speciale la Polo Wrc Plus ormai pronta a rimpiazzare la plurivittoriosa sorellina.

Ford Fiesta Wrc Plus

L’ultimo capitolo dell’evoluzione rallystica va in scena a partire dal gennaio del 2017. La Federazione cambia ancora le regole del gioco, consentendo ai costruttori di allargare le carene e aumentare la potenza dei propulsori: nascono così le Wrc Plus.

Malcolm Wilson è bravo ad accaparrarsi Ogier al momento giusto, portandolo con sè in M-Sport. La squadra britannica, senza il minimo aiuto della casa madre, progetta e sviluppa la mostruosa Ford Fiesta Wrc ’17, migliorandola nel corso della stagione grazie alle linee guida dell’asso francese. A fine campionato la vettura dell’Ovale Blu conquista titolo piloti e costruttori dopo anni e anni di digiuno, un risultato ancora più prezioso considerando sia stato raggiunto contando esclusivamente sulle proprie forze e un budget inferiore alla concorrenza.

E ora che le hai rivissute tutte dicci la tua. E se ci siamo dimenticati della tua macchina preferita puoi aggiungerla e votarla! Avete 7 giorni per votare e poi avremo la macchina vincitrice.

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