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Giorgio Faletti artista poliedrico e rallysta per amore.

A 4 anni dalla scomparsa, un ricordo del grande artista piemontese

Sono passati alcuni anni dalla scomparsa di Giorgio Faletti, artista poliedrico, scrittore, cantante e anche pilota…oggi ci piaceva ricordarlo col sorriso e con l’ottimismo che lui ha sempre infuso in ogni cosa che lui faceva.

Forse molti non sanno che Giorgio Faletti ha partecipato al Festival di Sanremo in tre diverse vesti, cosa che solo i grandi della musica han fatto. Prima da cantante, dove spicca il secondo posto e il Premio della critica per “Signor tenente”, il brano del 1994 ispirato alle stragi di Capàci e di via D’Amelio. Un brano forte con un testo, passato alla storia per il suo profondo significato, contro Cosa Nostra e a favore delle Forza dell’Ordine. Poi da paroliere ha scritto anche “Giovane vecchio cuore” cantata da Gigliola Cinquetti nel 1995 e di “The Show Must Go On” scritta per Milva nel 2007.

Ma Faletti era anche un grandissimo appassionato di motori, è stato grande tifoso della Ducati e della Ferrari, accomunate da quel colore rosso che troviamo poi sulla copertina del suo primo romanzo “Io Uccido” il suo romanzo d’esordio, il più venduto nella storia in Italia dopo “Il nome della rosa”, ambientato guarda caso nel weekend del GP di Montecarlo, tra le vittime del serial killer che si fa chiamare Nessuno troviamo anche il pilota di F1 Jochen Welder. Il ritratto di questo pilota, nasce proprio dall’esperienza dello stesso Faletti nel mondo dei rally.

La carriera di Faletti nel nostro mondo, inizia nei primi anni ’90 alla cronoscalata ”Il Nido dell’Aquila” sugli sterrati del Monte Pennino, a Nocera Umbra, dove esce di strada sull’ultima curva a sinistra. Nel 1992 si mette in gioco al Rally di Sanremo in coppia con Geppi Cerri, abitualmente navigatore di Dario Cerrato, fu il più applaudito e fotografato di tutti al volante di una delle quattro Lancia Martini del team ufficiale. Resta nella storia la conferenza stampa della vigilia in cui, alla presenza dei compagni di squadra Didier Auriol, Juha Kankkunen e Andrea Aghini, Faletti disse con il suo immancabile humour:

Al d.s. del Martini Racing, Claudio Bortoletto, l’ho già detto chiaramente: non accetto ordini di scuderia, nemmeno se si tratta di favorire Auriol.

Alla fine chiude con uno storico 15mo posto in classifica finale.

Nel 1998 sempre in coppia con Geppi Cerri, si iscrive al Rally di Montecarlo con una piccola Fiat Cinquecento Sporting, chiudendo con un’eccellente 54° posto assoluto, in un’intervista a Repubblica aveva dichiarato:

Sul mio epitaffio scriveranno: qui giace Giorgio Faletti, morto a diciassette anni. Ho tanta energia e voglia di mettermi in gioco. Non ho paura di rischiare.

 

 

 

 

 

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