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Tempo

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Matricole e meteore: chi poteva essere, chi non è stato, chi è ancora in tempo

Un focus su tutti quei talenti che sembravano destinati a sfondare e che invece sono spariti dai radar senza incidere

La linea verde è da sempre in qualunque sport o disciplina un elemento su cui bisogna scommetterci, pur essendo a conoscenza di tutti i rischi che può comportare. Basti pensare a Malcolm Wilson, maestro in questo, su quanti giovani ha investito per ottenere grosse soddisfazioni ma anche cocenti delusioni.

Negli ultimi anni il mondiale rally ha visto passare sulle sue prove speciali numerosi piloti che potevano sembrare all’apparenza futuri campioni ma che, a distanza di poche stagioni, si sono rivelati dei veri flop. Sorprese talmente negative da non sentirne più parlare o addirittura col casco, in alcuni casi, già appeso al chiodo o quasi.

Andiamo dunque a riscoprirli!

Evgeny Novikov

 

Evgeny Novikov inizia la sua avventura nei rally a tredici anni come navigatore per il padre in alcune competizioni regionali e nazionali. All’età di quindici anni poi intraprende la sua carriera di pilota vincendo nel 2006 la coppa di Russia, mentre nel 2007 debutta nel mondiale in Galles.

La sua stagione più proficua è stata indubbiamente quella del 2012 in cui, a bordo della Ford Fiesta Wrc griffata ALM Russia, sale sul podio in Portogallo e in Sardegna, in entrambi i casi come secondo classificato e concludendo il campionato al sesto posto. Un exploit che convinse Malcolm Wilson a ingaggiarlo per la stagione successiva. Ma Novikov, seppur molto veloce, non sfrutta la preziosa occasione e spesso e volentieri demolisce letteralmente la Fiesta di M-Sport. Si conclude dunque così la carriera del funambolico russo.

Sepp Wiegand

Sepp Wiegand iniziò la sua carriera nel 2010 in patria a bordo di una Volkswagen Lupo GTi. L’anno successivo, a fine stagione, il tedesco si affaccia immediatamente nel rallysmo che conta grazie alla partecipazione del Wales Rally GB con la Skoda Fabia S2000, conclusosi prematuramente per un guasto meccanico.

La Freccia Alata gestita da Skoda Motorsport Deutchsland la ritroverà però nel 2012 e nel 2013, correndo a tempo pieno e ben figurando nell’IRC. Ma dal 2014 inizia un vero e proprio declino verso l’anonimato riducendosi, molto probabilmente per assenza di budget, a correre qualche gara del campionato tedesco conn un po’ quello che gli capitava tra le mani. Un vero e proprio peccato per un pilota che ancora oggi potrebbe dire la sua in palcoscenici ben più importanti.

Kevin Abbring

L’olandese inizia la sua carriera nel motorsport all’interno del Rallycross con vincendo i titoli del 2005 e del 2006 della serie olandese Ford RST. Nel 2007 debutta nel mondiale con una Lancer Evo X, mentre l’anno seguente partecipa allo Junior con la Clio R3C.

Il talento ormai si è intravisto e dopo aver sfruttato al meglio l’occasione datagli da Volkswagen al Wales Rally GB 2011 con la Fabia S2000, firma con il colosso tedesco per il 2012 andando ad affiancare Ogier e Mikkelsen. Purtroppo per lui però le apparizioni saranno solo quattro e dunque perde il contatto con il mondiale. Dopo essere stato pilota ufficiale Peugeot con la 208 T16 R5, nel 2015 arriva la chiamata della Hyundai.

Nandan gli affida il ruolo di tester per la i20 Wrc, ma prenderà parte anche a ben cinque gare senza però lasciare il segno. Nel 2016 si alterna alla guida della Wrc e della R5, ma i risultati conseguiti fanno storcere il naso al costruttore coreano il quale non lo confermerà a fine anno. Oggi Kevin corre nel campionato belga con ancora poca fortuna, ma il destino potrebbe ancora essere dalla sua parte se assistito dalla fortuna.

Karl Kruuda

Noto per le sue livree sempre stravaganti, Karl debutta nel mondo dei rally nel 2005 ad appena tredici anni. Dopo cinque stagioni passate a correre esclusivamente in patria, nel 2010 sbarca finalmente nel mondiale al Rally di Giordania  a bordo di una Suzuki Swift S1600.

Nel 2011 e nel 2012 si alterna a bordo della Fiesta S2000 e della Fabia S2000 e corre a tempo pieno sia nel mondiale che nell’IRC, ottenendo risultati molto incoraggianti considerando la giovanissima età. Nel 2013 non ripete quanto fatto di buono, ma nella stagione successiva si ripresenta più motivato che mai vincendo il Wr2 in Finlandia dopo essersi piazzato decimo assoluto.

Nel 2015 passa alla Ds3 R5, ma a causa della scarsa affidabilità della vettura francese i risultati sono ben al di sotto delle aspettative tanto da andare incontro all’anonimato odierno proprio mentre sembrava stesse nascendo una stella.

Sebastien Chardonnet

Sébastien ha iniziato la sua carriera nei kart all’età di 11 anni, prima di passare nel 2009 ai rally nel campionato nazionale. Nel 2011 avrebbe dovuto debuttare nella WRC Academy con una ford Fiesta R2T, ma fu costretto a dare forfait ancora prima di partire a causa dell’assenza di sponsor.

Nel 2012 va decisamente meglio, dove prende il via a sei gare iridate con la Ds3 R3T e in Alsazia con la Ds3 Wrc. Il 2013 sente che è l’anno buono e si iscrive al Wrc3 con la R3T concessagli dalla squadra ufficiale Citroen, centrando il primato grazie a due vittorie e tre piazze d’onore. L’anno successivo viene dunque promosso nel Wrc2 con la neonata Ds3 R5, ma i risultati sono disastrosi. Dopo aver corso il Monte Carlo con la Wrc, nel 2015 viene in Italia nel CIR con Fiesta R5 del team piemontese Erreffe Motorsport peraltro ben figurando.

A stagione conclusa nessuno sentirà più parlare di lui se non in qualche garetta nazionale. Un vero peccato per un talento che sembrava in procinto di sbocciare (l’ennesimo Sebastien francese sotto l’ala protettrice del Double Chevron, ndr).

 

Hans Weijs Jr.

L’olandese ha intrepreso la carriera da pilota nel 2005 per poi fare il debutto nel mondiale nel 2006 in Germania con una Mitsubishi Lancer Evo VIII e proseguendo in Galles su Ford Fiesta ST. Nel 2007 invece saranno ben sei i gettoni iridati con una Lancer Evo IX.

Weijs decide poi di iscriversi allo JWRC del 2008 con una Citroen C2 R2 Max supportato dal KNAF Talent First, in cui conclude 17°.  Ma la stagione successiva vede un notevole miglioramento dovuto al passaggio sulla C2 S160, finendo il campionato in quinta posizione.

Nel 2010 Weijs conduce probabilmente la miglior annata della sua carriera. Grazie alla vittoria in germania e ad altri podii, si ritrova a giocarsi il titolo con Aaron Burkart in Spagna. Hans vola fin da subito in testa e vede virtualmente la vittoria del campionato, ma un problema a un sensore lo relega al terzo posto e lo costringe di fatto a cedere il titolo al rivale.

 

Nel 2012 Hans Weijs gareggia nel campionato sudafricano , correndo per la squadra nazionale Volkswagen Rally sulla Polo S2000, inoltre ha la grande chance da parte del team satellite di Citroen di correre in Spagna con la Ds3 Wrc, sprecata malamente a causa di un incidente rovinoso. Nel 2014 correrà ancora in Sud Africa salvo poi ritornare nelle terre fiamminghe, senza mai raccogliere quanto avrebbe potuto.

 

Alastair Fisher

La carriera rallystica del driver inglese inizia nel 2006 e fino al 2010 rimane segregata in patria. Nel 2011 infatti arriva la partecipazione al WRC Rally Academy con la Fiesta R2 con risultati mediocri, ma comunque positivi considerando la poca esperienza all’estero.

Risultati che non miglioreranno più di tanto nella stagione successiva dove nel frattempo debutta sulla Fiesta S2000 al Circuit of Ireland, per poi avere l’unica occasione della carriera di sedersi su una vettura ufficiale grazie alla Proton che gli affida in Catalunya la Satria Neo S2000.

Nel 2014 ci riprova nello Jwrc e nel Wrc3 con la Ds3 R3t ottenendo tutto sommato qualche buon piazzamento, ma ormai è troppo tardi per sfondare e dunque si ritrova a correre nuovamente nel Regno Unito da privato.

 

Luca Betti

Il cuneese è il “più vecchio” di questa speciale lista, ma indubbiamente merita di farne parte per il grande curriculum che vanta. Una carriera da pilota iniziata nel 1998 al rally del Molise sulla piccola Fiat Cinquecento e proseguita l’anno successivo a bordo della sorella evoluta Seicento Kit.

Nel nuovo millennio ecco il debutto già nel mondiale sul fango gallese con una Clio N3 bissato dalle presenze in Grecia, Finlandia e nuovamente Galles nel succesivo 2001. Nei prossimi due anni invece Luca decide di fare esperienza in Italia, per ritornare dunque in sei appuntamenti iridati nel 2004 a bordo della 206 S1600. Anche nel 2005 e nel 2006 è ancora protagonista del Mundialito, ma questa volta sulla Renault Clio S1600 della Autorel.

I risultati sono altalenanti, ma il coraggio di mettersi in gioco e un talento cristallino si intravedono. Nelle stagioni successive gareggia a tempo pieno nel campionato europeo, sfiorando addirittura il titolo nel 2011 (2°posto) e nel 2012 (3°posto) con la 207 S2000. Nel 2015 l’ultima stagione degna di nota, grazie alla partecipazione alla IrCup con la Fiesta Wrc by Step Five. La carriera di Luca Betti finisce sostanzialmente qui la lunga carriera per darsi al mondo dello spettacolo e all’imprenditoria.

 

Insomma, tutti giovani di belle speranze e che sembravano destinati a scrivere pagine importanti dei rally ma che, vuoi per mancanza di budget vuoi per tanti altri motivi, non ci sono riusciti.

 

 

 

 

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