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A tu per tu con gli organizzatori del Rally dei Nuraghi e del Vermentino

Intervista esclusiva con Alessandro Taras, presidente della Rassinaby Racing

La rivoluzione in negativo dei calendari del CIRT, ha colpito in particolare il Liburna Rally e il Rally dei Nuraghi e del Vermentino, che hanno visto la loro gara esclusa dal calendario 2019. Le due gare hanno lasciato il posto a favore del Sardegna WRC (ma solo nella prima tappa) e soprattutto del Nido dell’Aquila, inserito in calendario nuovamente nonostante un elenco iscritti minore rispetto alle gare sopracitate. Una rivoluzione, aspramente criticata da molti addetti ai lavori e non solo. In attesa di contattare anche gli organizzatori del Liburna, oggi sentiamo gli organizzatori del Rally del Vermentino, nella persona di Alessandro Taras.

Prima di leggere le parole del presidente della Rassibany, scopriamo un po’ di curiosità sulla gara gallurese. Sono 16 le edizioni della gara (14 su asfalto e 2 su sterrato), l’albo d’oro vede in testa Maurizio Diomedi con otto successi, seguito da Gioacchino Corona con quattro vittorie, Ivan Pisciottu con due trionfi; questo per quanto riguarda le edizioni su asfalto. Le due annate disputate su fondo sterrato hanno visto invece i successi di Giuseppe Dettori e di Giacomo Costenaro. Diversi i big che hanno calcato le strade galluresi, da Paolo Andreucci, passando per Stèphane Consani, Manuel Villa e Claudio De Cecco per citare i più famosi.

Ciao Alessandro, grazie per il tempo prezioso che ci stai dedicando. Innanzitutto, ci racconti come è nata la Rassinaby Racing?

La Rassinaby Racing è nata dall’unione di quattro amici appassionati di rally e di gare. Io e il mio amico Antonio Pinna partecipavamo alle gare e ci è venuta in mente l’idea di mettere in piedi un team, ma mai avremmo pensato di organizzare delle gare. Pensavamo ad un team per partecipare al Rally dell’Asinara e al Rally Costa Smeralda. Poi arrivò il Rally di Sardegna su asfalto. Diciamo che nacque tutto così. Il presidente dell’epoca era Antonio Pinna, la parte da organizzatori del Rally del Vermentino arrivò successivamente.

Torniamo alla stagione 2002. Prima edizione del Rally del Vermentino. quali sono state le difficoltà, le emozioni ed i sacrifici di quella prima edizione?

Il primo “Vermentino” nacque da tre amici al bar, che sognavamo di rivedere a Berchidda nuovamente il passaggio di auto da rally. Chi sognò questo addirittura pensava di poter anche correre quella edizione. Le difficoltà erano diverse. Non ci rendevamo bene conto di cosa volesse dire approntare una manifestazione del genere a livello organizzativo. Abbiamo ragionato da sportivi. Coinvolgemmo Andreino Menicucci, negli anni storici presidente, che all’epoca era presidente della Pro Loco di Berchidda. Lui aveva esperienza di associazionismo, a differenza nostra che avevamo un sogno ma nessuna esperienza organizzativa. Andreino non aveva grandi conoscenze di rally all’epoca, ma insieme a noi amici e sognatori, decise di mettersi in gioco. E così ci affidammo all’ACI Sassari, l’ente preposto. Noi volevamo partire con un Rally Ronde, qualcosa di soft mentre l’Aci vedeva qualcosa di più grande e alla fine si optò per un rally vero e proprio. Fu un’esperienza devastante perché ci ritrovammo in una dimensione a cui non eravamo abituati. Noi dipendevamo in toto da un responsabile che faceva riferimento all’Aci, quindi non avevamo il polso della situazione. Ma già dal primo anno arrivarono dei segnali. La prima edizione fece 52 iscritti e tutti i partecipanti vennero a congratularsi con noi. L’affiancamento all’Aci è durato due anni, poi abbiamo deciso di provare a fare qualcosa di diverso e organizzare da soli la nostra gare. Sembrava una lucida follia, ma decidemmo di fare questo grande passo. C’erano delle responsabilità dirette per noi, ma la cosa non ci spaventava. E così la Rassinaby Racing, già costituita e già ente giuridico, diventò l’organizzatrice del “Vermentino”, staccandosi dall’Aci di Sassari. Subito ci siamo mossi per fare i corsi e iniziare a creare le nostre professionalità.

2002 – 2016… edizioni di altissimo livello su asfalto..con numeri record di iscritti e pubblico…ma purtroppo non arriva la meritata promozione. Ci racconti questi anni?

In questi 14 anni ci siamo sempre impegnati per fare la nostra gara, sempre pensando a una crescita anno dopo anno, specialmente per quanto riguarda la crescita delle nostre competenze. Volevamo essere in prima linea, prendendoci oneri e onori. Abbiamo organizzato la nostra gara sempre nel rispetto delle altre gare e degli altri territori, senza mai invadere l’erba del vicino. Siamo sempre stati attenti e scrupolosi nello scegliere le date, per evitare problemi con altre manifestazioni. Siamo sempre sportivi e a noi fa piacere che ci siano anche le altre gare, proprio perché siamo grandi amanti di questo sport. Noi non siamo professionisti, non dobbiamo produrre utili, la nostra è pura passione. Negli anni abbiamo rivoltato la gara tantissime volte. Noi siamo sempre stati della vecchia scuola: gare lunghe, faticose, per esaltare gli equipaggi. Ovviamente sempre su strade sicure, anche grazie al territorio che lo permette. Abbiamo sposato da sempre la nostra filosofia, anche se ogni tanto ci siamo dovuti adeguare cercando di andare incontro alle esigente dei nostri partecipanti. Avendo spesso equipaggi non professionisti, abbiamo sempre prediletto gare mediamente lunghe.

Nel 2017 arriva il grande cambiamento, qualcosa di storico per l’Italia. Un rally che da asfalto passa su sterrato….come è nata l’idea e come cambia il modus operandi a livello organizzativo?

L’idea è nata in maniera naturale, senza troppe forzature. Era un anno che facevamo la battuta di fare il Vermentino su terra, ma la battuta si concludeva sempre con le risposte “non abbiamo percorsi su terra” perché ormai l’idea del Vermentino era quella di una gara in paese o nella piazza e comunque adiacente al centro abitato. Poi una sera di novembre del 2016, parlando ancora una volta di questa possibilità, la maggioranza ha deciso di sposare questa idea. Quasi inconsapevolmente ci siamo trovati a organizzare una gara su terra. Da quel momento è partito lo studio di fattibilità. Lo studio di fattibilità ha dato esiti positivi e siamo partiti a mille in questa nuova avventura. Abbiamo pensato a un’ulteriore crescita, non solo dal punto di vista organizzativo ma anche professionale. I nostri “competitor” erano diventati il Costa Smeralda e il Mondiale quindi ci siamo messi nelle condizioni di fare la gara in date diverse e nei territori nostri, senza andare contro nessuno. Più gare su terra ci sono e più noi siamo felici. Ci dispiace se qualcuno ha storto il naso per questo cambiamento ma è l’ennesima dimostrazione che noi ragioniamo con la nostra testa, senza condizionamenti di sorta. Anche questa è stata una scelta da sportivi, ritenendo comunque la gara su terra più spettacolare rispetto a quella in asfalto. E noi ragioniamo ancora una volta da appassionati di questo bellissimo sport.

Il 2018 finalmente dà il meritato premio del CIRT…tante difficoltà (tra cui il meteo), premiate da un’elenco e da una gara ad detta di tutti molto bella..

Vedere il nome del Vermentino inserito in un contesto nazionale ci ha riempito di gioia e soddisfazione, da appassionati quali siamo. Purtroppo non eravamo nelle migliori condizioni, una pregressa situazione economica non ci ha giovato anzi ci ha rallentato. Nel frattempo il clima non è venuto dalla nostra parte perché il meteo non vedeva la Sardegna così piovosa da 50 anni. Malgrado ciò siamo andati avanti portando a termine la gara. Non eravamo tranquilli, la pressione su di noi era tanta e appunto il meteo non è venuto dalla nostra, con l’acqua che è caduta copiosa fino a ridosso della gara. E’ comunque stata un’esperienza che ha arricchito il nostro bagaglio.

Purtroppo la riforma in negativo del CIRT, esclude il Liburna e Rally dei Nuraghi e del Vermentino dal CIRT 2019. Come vi è stata motivata (se lo è stata) questa decisione?

.Nessuna motivazione. Abbiamo scritto diverse mail a cui non è mai arrivata risposta. Non è un problema, però. A noi non interessa. A noi piacerebbe avere la validità ma senza dover fare compromessi. Non vogliamo logiche del “avete la validità se…”. Ricordo ancora una volta che noi siamo semplici appassionati. Noi abbiamo solamente chiesto una data utile, che per noi è importante per avere la giusta distanza dal Mondiale e così poter utilizzare qualcuna di quelle prove e per rimanere in bassa stagione per garantire convenzioni economiche a chi viene a correre in Sardegna. A oggi però non c’è stata nessuna risposta e non solo questo. Durante il periodo dei calendari veniamo a scoprire che c’è un’altra gara su terra programmata nella stessa data chiesta da noi, ovvero il 5 aprile. Ci garantiscono che con uno spostamento per noi e per l’altra gara ci sarebbero stati i 15 giorni di stacco tra le due. Così noi dal 5 aprile abbiamo anticipato al week end precedente (29-30 marzo), ma ovviamente lo abbiamo fatto solo noi. L’altra gara è rimasta il 5 di aprile, ovvero a una sola una settimana di distanza dalla nostra. Un po’ curioso accavallare le gare, viste le poche che già si corrono su terra. Vediamo altre gare riesumate nel CIRT, gare che non erano nemmeno iscritte a calendario e un po’ la cosa ci fa sorridere. Ma noi non ci facciamo grandi problemi, facciamo il nostro e andiamo avanti per la nostra strada.

Nonostante la mazzata, siete già al lavoro per il 2019…cosa bolle in pentola?

Fosse per noi avremmo messo su un gara tosta e importante. Le richieste però degli equipaggi in questo momento sono diverse dalla nostre idee. Quindi seguiremo, a malincuore, le indicazioni che il “mercato” offre. Quest’anno abbiamo scelto di fare delle prove, con un occhio di riguardo per le storiche, con fondo buono. Non potremo fare grandi chilometraggi, ma cercheremo le prove migliori per il fondo. Gli equipaggi del Baja, lo scorso anno, ci hanno quasi chiesto di fare chilometraggi importanti, a differenza dei rallysti moderni. Per questo abbiamo scelto di fare il Baja in una data diversa e in un evento a parte. Anzi faccio appello a tutti quei rallysti che vanno a correre all’estero gare su terra per fare chilometri. Noi siamo sempre a disposizione, fatevi avanti che troveremo il giusto equilibrio. La gara comunque si correrà venerdì e sabato: ci saranno circa 60/70 km di prove cronometrate. La gara si svilupperà prevalentemente il sabato. Ci saranno tre prove da ripetere più la prova spettacolo di Berchidda al venerdì. Cercheremo di trovare il giusto equilibrio per chi poi dovrà tornare sullo stivale in tempo per prendere il traghetto. Con dispiacere quest’anno non andremo a Loiri Porto San Paolo e non perché ci siamo trovati male, tutt’altro. Ma abbiamo dovuto fare delle scelte, almeno per il rally moderno. E’ stata una decisione tecnica, nulla di più.

State studiando qualche agevolazione per gli equipaggi sardi e non solo per l’edizione 2019?

Aver perso, da un anno all’altro, il 90% degli equipaggi sardi ci dispiace. Qualcosa sicuramente abbiamo sbagliato. Ci tengo a sottolineare che niente è stato fatto con cattiveria. Gli equipaggi sardi forse si sono un po’ risentiti e questo ci dispiace particolarmente. Noi senza loro non saremo qui a organizzare la gara. La prima edizione del 2002 fece 52 iscritti e a parte 4 eccezioni, gli altri erano tutti sardi. Non vedere i sardi ci ha fatto male e vi garantisco, molto più male di aver perso la validità. Noi sardi siamo un popolo particolare. Sappiamo che qualcosa non è piaciuta e siamo sicuri che il problema non siano stati i soldi o i prezzi delle iscrizioni più alti, anche se a onor di cronaca nessuno ci ha chiamato per chiederci agevolazioni. Ribadisco ancora una volta: la nostra gara senza i sardi non ha senso di esistere. Noi siamo appassionati, l’ho detto e ripetuto. L’ultimo ha la stessa importanza del primo e quindi trattiamo tutti allo stesso modo. Mi appello agli equipaggi sardi: prendete in considerazione l’idea di venire a correre il Vermentino, fate un sacrificio per poterlo correre. Contattateci, chiamateci. Le condizioni ci sono tutte. La maggior parte viaggia tramite il noleggio, costi di trasporto vetture etc etc. Voi contattateci e noi siamo pronti a soddisfare le esigente di tutti. E sarebbe stato lo stesso con la validità. Lo dico ancora a costo di risultare noioso: senza i sardi non avrebbe senso il Vermentino. Qualche anno mettevamo in palio, al primo iscritto, una bottiglia di mirto. E c’era la gara per aggiudicarsi questo “ambito” trofeo, spesso vinto da Roberto Cocco. Potremo studiare una cosa del genere anche quest’anno, chissà.

Non solo rally, ma ad ottobre ospiterete il CICCR…con il baja di Gallura…

Il Baja Terra di Gallura è stata una scelta difficile. Non abbiamo ragionato con il portafoglio in mano altrimenti avremo accorpato il Baja al “Vermentino”. Ma a noi così non piace, pensiamo che entrambe i settori meritino la stessa importanza. Siamo nuovi di questo ambiente, ma dalla prima edizione abbiamo cercato di apprendere tutti i segreti. Siamo stati premiati con la conferma della validità e ne siamo felici. Non abbiamo grossi problemi per fare grandi chilometraggi, il problema è coniugare la spesa. Se noi abbiamo la garanzia degli iscritti, abbiamo già un percorso importante tra le mani. Questa edizione sarà un banco di prova. Lo scorso anno si correva parallelamente al moderno, quest’anno sarà una gara unica e dedicata. Ci sono equipaggi del Baja che vanno a correre in giro per l’Europa perché in Italia non ci sono gare dure che li soddisfano. Noi ci rivolgiamo anche a loro, chiamateci che noi siamo pronti . Vorremo fare la gara in un giorno e mezzo, sempre per andare incontro a esigenze di viaggi e partenze. Vorremo fare una gara importante, chiediamo solo un po’ di fiducia. Nelle prossime settimane pubblicheremo una bozza dell’idea di gara che abbiamo in mente. Abbiamo ascoltato tutti gli equipaggi e conosciamo le loro esigenze, che sono opposte al momento attuale dei rallysti moderni. Siamo pronti.

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