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WRC: Fia e Compact Dynamics già sul banco degli imputati?

In Svezia i continui problemi all'ibrido stanno destando le prime preoccupazioni a team e piloti

Sarà stata la scelta giusta? E’ questa la domanda imperante nell’ambiente del mondiale rally dopo la Svezia. L’oggetto in questione è naturalmente la grande novità del 2022, ovvero la nuova componente ibrida che tanto sta facendo ed ha già fatto discutere. E se prima di Montecarlo si pensava che questo fosse un argomento prettamente tecnico, la Svezia ha svelato una realtà diversa.

Durante il secondo appuntamento iridato sono stati infatti diversi i problemi alle unità ibride che equipaggiano le nuove Rally1. Su tutte la Hyundai di Ott Tanak e la Toyota di Elfyn Evans che, al di là degli errori di guida di quest’ultimo, hanno dovuto abbandonare possibilità concrete di un buon risultato. Nemmeno Kalle Rovanpera è stato immune da ciò, dato che ha dovuto affrontare tutta la giornata di domenica senza l’ausilio dell’ibrido. Le sue eccellenti qualità di guida ci hanno messo una pezza, ma anche nel tendone dell’assistenza del #69 la calma e la tranquillità non saranno stati certo i sentimenti prevalenti. Che questa novità fosse stata sotto ai riflettori era chiaro fin dall’anno passato. E già prima di Montecarlo alcuni diretti interessati hanno espresso i loro dubbi arrivando a definirlo ibrido “trendy” o come una soluzione non definitiva per il futuro della disciplina.

Ora, però, la questione si fa più seria. Ascoltare le dichiarazioni di Ott Tanak e andare contro le sue ragioni pareva francamente difficile, considerando che l’estone ha perso una nitida occasione di podio a causa di una parte terza che i team non possono né progettare e nemmeno sviluppare. Quel famigerato semaforo ha iniziato a fare le bizze, e proprio come se fossimo sulle strade urbane, comincia anche a fermare possibili pretendenti al titolo. Quando Tanak fa riferimento al fatto che “nei rally se hai quattro ruote e l’auto va, devi poter continuare” apre ad una riflessione non banale.

Nella memoria dei più nostalgici ci saranno sicuramente le immagini di uno stoico Colin McRae che tenta in tutti i modi di portare in assistenza le sue vetture nelle forma più disparate, a seconda di quanti danni avesse sparpagliato per le prove speciali di tutto il mondo. In tempi più recenti tutti avranno avuto modo di vedere Loeb in Messico senza una ruota nel 2005 “scappare” dalla polizia. E, senza andare troppo indietro, i più minuziosi ricorderanno Lefebrvre tornare in assistenza in Polonia nel 2016 con una DS3 praticamente irriconoscibile nelle sue forme.

Tutti episodi che, oltre ad aumentare quell’eroismo che tutti gli appassionati vedono nelle figure dei piloti, mettevano i team nella condizione di poter continuare la corsa ancora nelle condizioni più disperate. A patto di avere dei meccanici fenomenali. E’ chiaro che con l’introduzione dell’ibrido e del suo attuale livello di affidabilità, la situazione ora è ben diversa. Sono parole forti, ma verrebbe quasi da dire che per certi versi il principio della disciplina rallytica venga in parte alterato.

La questione non sarà passata inosservata alla FIA e da Compact Dynamics, fornitore unico delle componenti ibride, che dovranno porre rimedio affinché una situazione del genere non diventi una costante. Anche perché non abbiamo ancora affrontato la terra, la polvere e le temperature elevate. Verrebbe da pensare che l’asfalto e le condizioni atipiche del Montecarlo possano aver favorito l’affidabilità alla prima assoluta delle Rally1, mentre il freddo e la neve abbiano messo in crisi tutto il pacchetto. E’ facile capire che la faccenda sarà da monitorare con attenzione, soprattutto perché in questo mondiale annunciato come imprevedibile, vedere un esito condizionato continuamente da questi problemi tecnici sarebbe davvero un gran peccato.

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