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Michèle Mouton: la regina dei rally e il Mondiale dell’82

Il racconto di un anno di incredibile che ha aperto la strada al rallismo femminile e non solo

Sono passati oltre quarant’anni da quello storico 1982. L’anno del primo mondiale dell’Audi, l’anno del secondo iride piloti per Walter Röhrl e soprattutto l’anno di Michèle Mouton.

La Mouton nasce a Grasse il 23 giugno del 1951. Si affaccia al mondo dei rally come navigatrice per poi passare ben presto al ruolo di pilota. Nel 1974 debutta, al Tour de Corse, in una gara valida per il Mondiale a bordo di una Alpine A110 1800. Arriverà 12esima dimostrando fin da subito di che pasta è fatta. L’anno successivo migliorerà il suo piazzamento in Corsica firmando addirittura un settimo posto. Sempre nello stesso anno parteciperà alla 24 ore di Le Mans in squadra con Marianne Hoepfner e Christine Dacremont giungendo 21esime assolute e vincendo la classe. I risultati della Mouton in Francia calamitano l’attenzione di molti e nel 1977 Fiat France decide di proporle un contratto. Michèle riuscirà ad aggiudicarsi il secondo gradino del podio nel Campionato Francese rally del ’79 con una 131 Abarth.

È nel 1981 che c’è il vero salto di qualità. L’Audi decide di affiancare Michèle a un Campione del calibro di Hannu Mikkola e farla correre nel Mondiale in pianta stabile. La ragazza di Grasse non delude e insieme a Fabrizia Pons conquistano un quarto posto in Portogallo e, soprattutto, vincono il Rally di Sanremo. Una vittoria storica che le fa entrare di diritto tra i grandi del rallismo internazionale. La prima vittoria di un equipaggio tutto al femminile in un rally di massimo rilievo.

La stagione 1982 non si apre nel migliore dei modi per l’Audi e per Michèle. Al Montecarlo la fortissima pilota francese, dopo aver vinto la PS10, esce di strada nel corso dell’undicesima prova. Lo schianto contro il muro di una casa la costringe al ritiro mentre si trovava in terza piazza. Sarà trasportata immediatamente in ospedale. Nonostante il forte impatto la Mouton può rifarsi in Svezia, gara valida solo per il titolo piloti, dove coglie un buon quinto posto.

Il momento della svolta è però il Rally del Portogallo. Michèle domina. Vince ben 18 prove speciali e si issa al secondo posto della classifica generale alle spalle di Walther Röhrl. È la prima Audi in classifica nonostante i ben più blasonati Mikkola e Blomqvist.

Al Safari la casa di Ingolstadt non partecipa lasciando così la possibilità a Röhrl di aumentare il suo vantaggio in classifica. Al Tour de Corse, che tante soddisfazioni le aveva dato negli anni precedenti, la Mouton, concluderà solo settima non riuscendo a tenere il passo dei migliori.

Sarà il massacrante Rally Acropoli a mettere nuovamente in luce le doti della francese. La Grecia è nota per essere una delle gare più dure di tutto il Mondiale. Una maratona tra pietraie e mulattiere dove tagliare il traguardo era ed è tutt’altro che scontato. Michèle non si lascia scoraggiare e sale sul gradino più alto del podio davanti alle Opel di Röhrl e dell’emergente Henri Toivonen. La lotta per il Mondiale si riaccende e la Mouton gioca, senza ombra di dubbio, il ruolo di primo pilota in casa Audi. Blomqvist è solo in quinta posizione in classifica, staccato di ben 32 punti dalla ragazza di Grasse, e Mikkola è ancora più indietro.

In Nuova Zelanda la rottura della pompa dell’olio ferma la corsa della Mouton che si trovava in testa alla generale. Michèle non si dà per vinta e nella successiva tappa in Brasile sbaraglia la concorrenza piazzando un altro successo clamoroso. Sarà l’ultimo successo nel Mondiale, l’ultima vittoria della sua straordianaria carriera.

Al 1000 Laghi l’Audi continua a vincere ma a fregiarsi della corona d’alloro è il padrone di casa Hannu Mikkola. La Mouton è costretta al ritiro a causa dei danni riportati durante un pesante atterraggio da un salto. Il successivo Rally di Sanremo è un altro successo per la casa dei quattro anelli. Vince Blomqvist davanti a Mikkola e quarta la Mouton. Il gioco di squadra, di rallentare uno dei primi due piloti, per far guadagnare qualche punto in più alla francese non si può attuare perché al terzo posto si classifica il leader del mondiale, Walter Röhrl, con la sua Opel Ascona 400.

L’Audi non aveva certo programmato la partecipazione al Rally Costa d’Avorio. I motivi erano principalmente due: da una parte i costi di una trasferta in Africa, dall’altra il fatto che il Costa d’Avorio era valido solo per il Mondiale Piloti e non per il Costruttori. Nonostante ciò, viste le prestazioni di Michèle, il colosso tedesco decide di fare la trasferta e dare alla Mouton la possibilità di giocarsi il titolo fino all’ultima gara.

Prima della partenza del rally arriva la triste notizia del decesso del padre di Michèle in Francia. L’Audi libera la pilota francese dall’obbligo di correre. Michèle però dimostra un carattere d’acciaio e, almeno apparentemente, si mette alle spalle l’accaduto concentrandosi esclusivamente sulla gara. Domina le prime tre frazioni di gara lasciando agli avversari solo le briciole. Sembra non essercene per nessuno. Un risultato clamoroso che la porterebbe a pochi punti dal vertice della classifica Mondiale. Il destino però le gioca un brutto scherzo.

Dopo varie noie meccaniche, durante la quarta ed ultima frazione di gara, una curva azzardata nella nebbia fa cappottare l’Audi della francese. È la fine del sogno. L’auto è troppo danneggiata per continuare e a Walter Röhrl basta arrivare al traguardo mantenendo il suo abissale vantaggio per vincere il titolo senza prendersi rischi. In un rally dove partirono 61 vetture e ne giunsero solo 6 al traguardo. Il secondo classificato, lo svedese Per Eklund, accusa un ritardo di 1h33’ da Röhrl. Alle loro spalle mostri sacri come Björn Waldegård e Bruno Saby vengono staccati rispettivamente di ben 2h16’ e 9h17’.

A nulla serve il bellissimo secondo posto di Michèle al RAC, ultimo appuntamento della stagione. Röhrl è il primo pilota a conquistare due volte l’iride piloti. La Mouton insieme alla navigatrice Fabrizia Pons rimarranno negli annali come le prime donne a vincere gare nel Mondiale rally. Ben quattro, non un caso.

Insieme a Jutta Kleinschmidt, Danica Patrick e Maria Grazia “Lella” Lombardi saranno e sono fra le pochissime ad aver vinto gare automobilistiche di questa caratura.

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