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Sabelt, 50 anni di sicurezza

A settembre si festeggia la metà di secolo nell'azienda torinese: siamo stati invitati a visitare gli stabilimenti produttivi di Moncalieri. Ecco com'è andata.

Cinture rosse. La scritta nera su sfondo giallo. Ecco cosa Sabelt ha saputo creare nel corso dei cinquant’anni di storia: una icona racing e del Made In Italy a livello mondiale.

Le origini

Oggi Sabelt ha 320 dipendenti e produce interamente in Italia. Nata nel 1972, il nome Sabelt sta per Safety Belt.

inizia Massimiliano Marsiaj, il vice presidente esecutivo, raccontando la storia del marchio di famiglia.

Iniziamo con il produrre cinture di sicurezza stradali a tre punti e l’azienda di famiglia cresce, anche aprendo uno stabilimento in Polonia (dove successivamnete iniziamo a produrre anche i primi airbag) per seguire meglio uno dei principali clienti, la FIAT: il core business dell’azienda diventa il cosidetto ‘primo equipaggiamento’ (OEM in inglese, ndr), cioè fornire le cinture alla versione standard della macchina di serie.

Negli anni Ottanta stabiliamo una partnership strategica con l’azienda americana TRW, che possedeva il know-how tecnologico per gli airbag: TRW all’epoca acquista la quota di maggioranza di Sabelt, mentre la nostra famiglia mantiene la quota di minoranza per il mercato italiano.

Anche l'”Exraterreste” è stato ‘vestito’ da Sabelt durante gli anni dell’epopea Citroen.

A fine anni Novanta, nostro padre decise di ri-acquisire il marchio Sabelt, con le relative nicchie di mercato come quelle delle cinture racing, dei seggiolini auto per bambini, delle applicazioni militari, per trattori, per l’equipaggio degli aerei commerciali, per camper, per ambulanze, ecc.

Negli anni Duemila viene deciso di ampliare il catalogo, iniziando la produzione di sedili e di abbigliamento tecnico: con Ferrari lavoravamo sin dagli anni Settanta, e troviamo un accordo per fornire i sedili omologato FIA alle vetture del Ferrari Challenge; quando ci viene chiesto di progettare un sedile stradale sportivo per vetture stradali del Cavallino, si apre un nuovo mercato: iniziamo con la F430 Scuderia con un sedile in composito disegnato da Pininfarina. Si risparmiavano 8kg a sedile, cioè 16kg a vettura, avendo un grandissimo successo, ampliando il numero dei clienti.

Design, stile e attenzione ai dettagli: i sedili sportivi per le supercar richiedono ciascuna di queste caratteristiche. E Sabelt le propone a molti Case

Dalle corse alla strada: i marchi sportivi scelgono Sabelt

Abarth iniziò ad essere fornita nel 2008, seguita da McLaren (con cui abbiamo prodotto il sedile più leggero al mondo, mantenendo al minimo i pressure points dove il guidatore non apoggia il suo corpo, risparmiando ogni grammo possibile), Aston Martin, Alpine, facendo crescere questo segmento aziendale. Il settore Racing è stato mantenuto, per questioni di marketing, ricerca e sviluppo e perchè, come brand, veniamo riconosciuti in quel mondo: questi marchi, infatti, hanno bisogno di ‘confermare’ la loro identità racing anche nelle vetture di serie. Attualmente forniamo i principali marchi sportivi come Porsche, Lamborghini, Cupra, Ferrari.

Sabelt e lo ‘Scorpione’, una partnership indissolubile.

DNA racing e tecnologia

Seguiamo 7 team su 10 in F1 per le cinture: riusciamo a fornire quelle più leggere del Circus. Abbiamo molta responsabilità ma dobbiamo anche garantire la performance.

Abbiamo ridotto moltissimo il catalogo, per tenere il posizionamento del brand molto alto; noi siamo tra le poche aziende a fornire come OEM sia cinture che sedili. Per noi è meglio dedicarci su una gamma ridotta di prodotti ma tenendo una specializzazione e qualità altissime.

Quando si parla di alta gamma il primo pensiero non può che andare alla Ferrari

Test su test

Siamo tra i primi ad usare la tecnologia di stampaggio 3D per produrre piccoli lotti certificati di particolari come le boccole del passacintura: cerchiamo sempre soluzioni innovative che ci permettono di esssere reattivi alle modifiche richieste dal cliente.

Abbiamo una ‘slitta’ che replica le omologazioni sia TUV che FIA, sia per cinture che per sedili: è un valore aggiunto che poche aziende possono proporre ai clienti.

La ‘slitta’ ed il relativo manichino usata per testare cinture che sedili, sia stradali che racing: poche aziende vantano una simile struttura.

A fianco c’è una camera anecoica, senza segnali che rimbalzano sulle pareti: facciamo vibrare il sedile stradale per giorni interi e tramite un microfono indaghiamo che non ci siano fastidiosi rumori per l’utilizzatore.

Altri test prevedono un banco di prova dei motorini elettrici per i comandi del sedile, una simulazione di entrata ed uscita dalla macchina per verificare l’usura che si crea sulla copertura, trazioni e spinte in numerose direzioni dello schienale, ecc. tutti messi sotto sforzo per molti cicli.

Il tipico sgancio rapido delle cinture racing sotto test con l’iconico logo Sabelt nero su sfondo giallo

Si guarda allo spazio

Guardiamo anche allo spazio, sia per il know-how tecnologico che possiamo portare e sia per il posizionamento del nostro brand: fino a 10 anni fa un modulo simile al Cygnus pesava 100kg in più rispetto a quando abbiamo approntato la nostra soluzione di ritenzione del carico. Per la NASA significa poter caricare a bordo 100kg in più di materiale e ogni kg pesa intorno a 50,000 dollari, quindi 5 milioni di dolari di merce dalla Terra alla stazione spaziale.

Con il turismo spaziale stiamo pensando ai sedili per i viaggi di turismo spaziali ed a prodotti per le basi lunari (ed in futuro anche su Marte).

L’interno del modulo Cygnus della NASA: l’ente spaziale americano si è rivolto a Sabelt per il sistema di ritenzione del carico

 

L’attenzione al dettaglio

La produzione del sedile prevede che ci siano delle ‘postazioni’: un carrello procede ha il componente schienale ed il sedile dove ogni pezzo viene scannerizzato con il codice a barre.

C’è ancora molta manualità: i sedili non sono fatti a sacco e la componente estetica è molto importante, dove la pelle deve essere lavorata per farla aderire nelle canaline, ecc.

Il sapiente lavoro manuale racchiude l’esperienza necessaria a produrre un sedile di alta gamma

Delle braccia automatiche inseriscono il quantitativo esatto di colla che serve per ciascun sedile: ogni operatore è formato e conosce esattamente le procedure di lavoro, essendo un prodotto di sicurezza.

Abbiamo un checklist di ben 24 controlli di qualità, dall’estetica alle funzinalità: il sedile è la prima cosa che si nota quando si entra in vetture di un certo livello.

Il sedile in un periodo attuale dove i pianali delle vetture sono identici anche tra marchi diversi dello stesso gruppo, diventa uno dei pochi elementi che differenzia un modello sportivo da un’altro.

Foto Ufficio stampa Sabelt
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