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Tra predestinati, sopravvalutati e abbandonati, il mondiale rally 2022 è praticamente finito

Impressioni a caldo dopo il Rally di Estonia nuovamente dominato dalla Yaris numero 69

Che potesse succedere non era del tutto impossibile da preventivare. Che potesse succedere in modo così netto un po’ meno. Dopo il Rally di Montecarlo in tanti avevano gridato al miracolo, alla rinascita di M-Sport e ad un mondiale con le carte completamente rimescolate ma, era solo un fuoco di paglia. Con ancora cinque gare da disputare, la classifica generale parla chiaro sia per i piloti che per i costruttori ed è molto difficile pensare che qualcosa possa andare diversamente.

A gennaio analizzavamo i team e pensavamo ad almeno quattro-cinque nomi tra cui scovare il possibile campione del mondo. Oggi ne vediamo limpidamente uno e per tutti gli altri abbiamo solo dubbi e perplessità. Ma andiamo per gradi.

Kalle Rovanpera è la promessa mantenuta dei rally

Senza ombra di dubbio. Kalle sta oggi raccogliendo i frutti di un lavoro magistrale che è stato costruito attorno al suo sconfinato talento stagione dopo stagione. Non c’è stata fretta di catapultarlo su una WRC. Lo si è fatto correre di continuo per anni, dandogli modo di sbagliare e crescere. Facendogli acquisire una maturità a 21 anni che non ricordo in nessun pilota della storia. Rovanpera oggi è sicuramente uno dei più veloci piloti del mondiale e certamente il pilota con più intelligenza e forza mentale del parco piloti. Ed è così che vince le gare.

Sa quando serve il 100% della sua classe e quando ne basta meno. E se decide che è arrivato il momento di dare la zampata su una gara, lo fa e distrugge i rivali col cronometro e nel morale. La Power Stage in Croazia poteva essere stato considerato uno straordinario episodio ma, in Estonia è arrivata la conferma che si tratta di modus operandi. E di colpo un’intera generazione di piloti che sognava la fine della carriera di Ogier per poter vincere un mondiale, inizia ad avere più di un dubbio sulla possibilità di riuscirci,

Bravo chi gli ha impedito di smettere di correre a suo tempo (se non sapevate questa storia, ve l’abbiamo raccontata in questo articolo) e bravi lui e Jonne Halttunen a far tesoro di errori come la Croazia 2021 che ne hanno forgiato il carattere e la mentalità.

Fare bene su una WRC e competere nelle classifiche con una WRC sono due cose diverse

L’Estonia ci ha riassunto perfettamente la situazione del mondiale rally 2022. C’è un fenomeno che bastona piloti con molta più esperienza di lui e alle loro spalle dei “wannabe” che ogni weekend fanno a botte contro loro stessi più che con gli avversari.

Aveva tanto fascino la scommessa Craig Breen per M-Sport ed è stato sacrosanto metterla provare a compierla. I segnali positivi ci sono stati, insieme a qualche buon piazzamento ma, chi si aspettava di vederlo battagliare coi primi è rimasto inevitabilmente deluso. L’impressione è che Craig “venga meno” quando la pressione sale, quando serve mettere in strada quella solidità mentale che permette di andare forte senza sbavature.

E lo stesso vale per Adrien Fourmaux. Si è gridato al miracolo alle sue prime uscite sulla Ford Fiesta WRC Plus ma, il francesce si squaglia letteralmente quando c’è da fare quello scattino che fa vincere le prove. E ora corre palesemente col freno a mano tirato per quel budget altrettanto tirato ed il timore che Rich Millener e soci trovino qualcun altro con un buon passo ed un portafoglio interessante.

Oliver Solberg, invece, su una Rally1 semplicemente non ci dovrebbe stare. Ok, l’operazione suonava bene ed aveva il suo fascino ma, l’ennesimo weekend tra problemi e scampagnate nell’erba porta a pensare che ci sia tanto WRC2 da fare prima di poter pensare di dire qualcosa tra i grandi. Giusto volerci provare, vero che sia palesemente troppo presto.

Il resto è noia a pagamento ed un Takamoto Katsuta che migliora di gara in gara e, zitto zitto, oggi è quinto nel mondiale a quattro punti da Tanak.

 

Se i piloti non credono più nel team puoi apportare alla macchina tutte le modifiche che vuoi

Toyota ha creato un missile e lo sappiamo. Ford ha una Rally1 dal grande potenziale e sappiamo anche questo. Hyundai ha avuto problemi di sviluppo che sta cercando di compensare e sappiamo che sta cercando di porvi rimedio. Che la i20 abbia più di un difetto è palese ma siamo certi che il motivo di certi risultati zoppicanti si fermi alle motivazioni tecniche? Io non sono così convinto.

Questo weekend abbiamo visto Tanak sbracciarsi nelle dichiarazioni, premettendo di continuo che stava cercando di fare il possibile con quel che la i20 gli permetteva di fare. Lo ha detto, lo ha ribadito, lo ha confermato. Come a mettersi la coscienza a posto ed evitare di far trapelare che oggi non ha motivazioni per rispolverare quel pilota tenace e spettacolare che metteva il cuore oltre l’ostacolo (anche tecnico) pur di vincere una gara. E ancora più specie ha fatto il weekend di Thierry Neuville che non ci ha nemmeno provato. Si è tenuto lontano dai guai, in una versione capace di accontentarsi a cui non avevamo praticamente mai assistito.

Due diversi sintomi dello stesso problema.

Le due punte di diamante di Hyundai non si sentono più guidate (avete letto questo pezzo di Dirtfish in merito?) e tantomeno protette da Moncet, che continua a rilasciare dichiarazioni dove tutto deve sembrare sotto controllo e in ordine quando palesemente non lo è. Una sorta di scaricabarile che non può che mettere a disagio dei talenti assoluti che oggi non riesco più a fare risultato, se non in particolari condizioni.

Adamo poteva non piacere o risultare antipatico ma, aveva la capacità di allargare le spalle a protezione dei suoi uomini quando le cose non andavano per il verso giusto. E oggi quegli stessi uomini sentono palesemente la mancanza di Andrea e lo nascondono sempre meno.

Tra un mesetto scarso si va in Finlandia, a casa del Predestinato, e la sensazione è che sarà soltanto un altro passo verso un titolo mondiale che ha già metà nome scritto sopra. Se qualcuno ha voglia di smentirmi e tenere accesa ancora un po’ la fiammella dell’attenzione su questo WRC 2022 è il benvenuto.

 

 

 

 

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