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Rallye Sanremo 2001: i fratelli Panizzi bissano il successo dell’anno prima, ma a rubargli la scena è Sebastien Loeb

Al debutto sulla Xsara Wrc il giovane alsaziano centra una clamorosa piazza d'onore

Dopo un interessante Rally di Nuova Zelanda in cui Richard Burns aveva portato la nuova Impreza Wrc al primo sigillo stagione, il circus del WRC fa finalmente tappa in Italia, più precisamente nella Città dei Fiori.

Dal 5 al 7 ottobre va in scena dunque il prestigiosissimo 43° Rallye Sanremo – Rally d’Italia, cruciale per l’assegnazione di punti fondamentali in ottica titolo. Un’edizione, quella 2001, svoltasi dopo neanche un mese dal terribile attentato accaduto alle Torri Gemelle ma che non offusca la bellezza di un campionato fino a quel punto combattutissimo e incerto. In vetta con 40 punti infatti vi sono Tommi Makinen e Colin Mcrae, con il finnico che proprio nelle stradine dell’entroterra è pronto a battezzare la nuova arma di casa Mitsubishi: la Lancer Evo Wrc. Un prodotto voluto fortemente dal costruttore nipponico, sviluppato e collaudato da Lasse Lampi sotto stretto consiglio del quattro volte campione iridato Makinen. Più staccati, ma assolutamente inglobati nella rincorsa all’iride, Carlos Sainz e Richard Burns.

Impressionante la quantità di vetture ufficiali iscritte al rally, a testimonianza del grande momento economico di cui tanto beneficiava la disciplina.

Peugeot infatti schiera ai nastri di partenza ben tre auto ufficiali (Gronholm, Auriol e Panizzi) unite a quella della Grifone affidata a Rovanpera. Subaru risponde con addirittura quattro equipaggi (Burns, Solberg, Martin e Arai), mentre la Ford capitanata da Wilson opta per tre auto (Mcrae, Sainz e lo specialista Delecour). Tre auto anche per la Skoda (Schwarz, Thiry e il giovanissimo Kresta) e per l’ultima arrivata Citroen, che propone la Xsara Wrc chiamata a sostituire la versione Kit Car (Puras, Bugalski e la promessa Loeb). Chiudono le due Hyundai del locale Piero Liatti e Alister Mcrae le due Mitsubishi di Tommi Makinen e Freddy Loix.

Con un totale di 368,12 Km cronometrati la gara si annuncia come sempre entusiasmante, e con un meteo instabile che potrebbe rivelarsi l’autentico ago della bilancia.

DAY 1

Le tecnicissime otto prove speciali in programma, per un totale di 138,45 km conometrati, vanno a formare una prima giornata alquanto selettiva e che non risparmi eccellenti colpi di scena.

Sulla primissima p.s., Coldirodi 1, ad abbandonare immediatamente la compagnia è la Impreza di Richard Burns. Il britannico aveva optato per una partenza cauta ma dopo pochissimi metri la Subaru n°5 perde aderenza sull’asfalto umido tipico del sottobosco ligure e termina la sua corsa tra gli alberi. Subito KO anche il tedesco Armin Schwarz, tradito dall’alternatore della Skoda Octavia Evo2 Wrc e il tanto atteso Piero Liatti, chiamato dalla Hyundai per cercare di inanellare un risultato positivo su asfalto. Il biellese sbatte non troppo violentemente, ma il colpo tanto basta per costringerlo ad un amarissimo ritiro.

Subito davanti quindi le Peugeot guidate dal mago dell’asfalto Panizzi e il campione in carica Gronholm, seguite da Carlos Sainz. Staccate le Xsara con Puras e Loeb rispettivamente quinto e ottavo. Philippe Bugalski segna invece il 28° scratch a causa di qualche problemino tecnico.

Le Citroen non si fanno però attendere troppo e segnano il primo e secondo tempo immediatamente nella p.s.2, Langan 1, con i suoi piloti più quotati. Partenza horror per i leaders del campionato Makinen e Mcrae. Il finnico patisce la gioventù della sua Lancer, mentre la Focus dello scozzese si spegne ripetutamente in prova.

La giornata prosegue con la lotta serrata sul filo dei secondi tra Philippe Bugalski, risalito fino al terzo posto, Jesus Puras e Gilles Panizzi. Il driver spagnolo gode di un ottimo feeling e si permette il lusso di andare al riposo davanti a tutti. Primi tra gli italiani sono Renato Travaglia e Flavio Zanella con la Peugeot 206 Wrc by Racing Lions, allocati al nono posto assoluto davanti alla seconda guida di Prodrive, Petter Solberg.

DAY 2

Altre otto prove speciali vanno a comporre il secondo giorno di gara, con gli equipaggi chiamati a misurarsi sulle iconiche stradine dell’entroterra per un totale di altri 142,01 Km.

Sulla p.s.9, Passo Teglia 1, continua la lotta tra parenti serpenti Xsara – 206, con Puras che precede di un soffio Panizzi. Seguono Gronholm e uno strepitoso Travaglia, con i tifosi italiani che iniziano a sognare un podio che avrebbe del clamoroso. Si ritira intanto la quarta guida Subaru Toshi Arai. Il nipponico azzoppa la Impreza numero 24 staccando una ruota e abbandona troppo prematuramente la compagnia.

Sulla prova speciale seguente, Molini 1, il debuttante Sebastien Loeb entra nella storia. L’alsaziano si sente sempre più a suo agio sulla Xsara WRC e segna il primo scratch vincente della carriera nel WRC. E intanto nel parco assistenza i vertici del Double Chevron si interrogano su cosa possa riservare il futuro all’ex ginnasta. Intanto il connazionale Gilles Panizzi conquista la testa, approfittando della rovinosa toccata di Jesus Puras. L’iberico entra troppo forte in una curva destra e sbatte il posteriore della Xsara su un paracarro, stacca la ruota posteriore sinistra e dice addio ai sogni di gloria.

Sulla ps.11., Perinaldo 1, si completa il dramma Citroen. Philippe Bugalski, alle prese con fastidiose meccaniche che lo stanno attardando dalla testa e che gli causano toccate qua e là, si ritira definitivamente per via della pressione errata del carburante. Le speranze sono quindi ora riposte tutte in Loeb, salito al secondo posto davanti al veterano Didier Auriol.

La giornata si conclude nel segno di Panizzi, mattatore del sabato con quasi tutte le prove speciali vinte con la 206 Wrc ufficiale. The Wizard of Tarmac dovrà quindi amministrare nelle ultime quattro stages rimanenti 34″ abbondanti su Loeb, che intanto si è aggiudicato anche il secondo passaggio di Molini di Triora.

Tra i ritiri di giornata sono da segnalare quelli della Accent Wrc di Alister Mcrae e Paolo Andreucci. Lo scozzese rimane completamente senza freni lungo la p.s. 16 e alza bandiera bianca mentre il toscano si vede tradito definitivamente dalla sua Focus Wrc privata.

DAY 3

Si giunge dunque alle ultime quattro stages di un Rally di Sanremo fin qui avvincente, con un meteo che inizia a fare le bizze e che potrebbe creare ulteriori grattacapi ai piloti nella scelta delle gomme.

Il leader Panizzi in parco assistenza è pronto a percorrere gli ultimi 87,66 Km che lo dividono dalla seconda vittoria consecutiva nella Città dei Fiori. Il pilota di Mentone si dichiara ai microfoni non troppo preoccupato per la pioggia che sta iniziando a scendere sulle alture di San Romolo e sul mitico Colle d’Oggia (notizia preziosa fornita dai ricognitori, ndr) ma allo stesso tempo sa che dovrà mantenere alta la concentrazione per non incappare in un madornale errore.

Gilles lascia intelligentemente scatenare i rivali e corre senza prendersi ulteriori rischi. Gli scratch di giornata sono quindi di Loeb, Sainz e Delecour. Quest’ultimo si leva la soddisfazione di vincere l’ultima prova dopo aver patito per tutto il weekend il surriscaldamento dei freni e un assetto della sua Focus numero 17 non troppo idoneo al suo stile di guida irruento. La Peugeot trionfa per il secondo anno di fila a Sanremo e centra anche il terzo posto con Didier Auriol, rimasto a bocca aperta nel vedere con quanta naturalezza il giovane Loeb ha mantenuto la calma e risposto ai suoi attacchi per la seconda piazza nonostante la sua scarsa esperienza su una vettura di classe Wrc. Si conclude con una maiuscola quinta posizione assoluta il rally di Renato Travaglia, sempre costantemente a contatto con i primi e autore di tempi da urlo. Chissà cosa sarebbe successo se Corrado Provera gli avesse affidato una 206 ufficiale?

In ottica campionato Colin Mcrae conclude ottavo e vede avvicinarsi il compagno di tendone Sainz, giunto quarto, mentre Makinen conclude anzitempo la gara uscendo di strada nella p.s. 19 San Romolo 2. Il debutto della nuova Lancer Wrc è stato pressochè disastroso, con una trasmissione che proprio non ha voluto saperne di funzionare. Addirittura fuori dalla top ten la seconda guida Freddy Loix, mai a suo agio con la macchina.

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