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Safari Rally 1988 – Siviero: “Loris abbiamo bisogno del tuo aiuto”. E Roggia rispose

L'avversario e amico Loris Roggia giocò una parte nella storica cavalcata di Miki e Tiziano

“E’ un mondo di squali”. La sentiamo spesso questa espressione, in ogni ambiente o contesto. Un’espressione dura, ma che descrive in maniera perfetta le difficoltà a cui si può andare in contro quando ci si cala in certe realtà. E anche per le competizioni e il motorsport in generale, ci sta tutta.

In un mondo in cui primeggiare è l’unica cosa che conta, in cui il tuo compagno di squadra può essere considerato come il primo nemico da affrontare, l’ultima cosa che ci si aspetta è di ricevere aiuti dagli avversari.

L’ambiente dei rally può essere considerato però, a volte, l’eccezione che conferma questa regola. La sua durezza e le sue mille difficoltà dovute all’ambiente in cui si corre, soprattutto in passato, hanno anche dato vita a gesti di solidarietà tanto inaspettati quanto fondamentali.

Ad un passo dalla storia

Safari Rally 1988. Miki Biasion e Tiziano Siviero, con la Delta, sono al comando della corsa più dura del lotto. La Lancia ha fatto le cose in grande per riuscire a strappare un successo che manca al palmares della casa torinese, e tutte le scelte strategiche e di preparazione della vettura stanno pagando.

All’inizio dell’ultima tappa i due hanno una decina di minuti di vantaggio sulla Nissan 200 SX di Mike Kirkland. A quelle latitudini si tratta di poca cosa, con il keniano che è pronto ad azzannare la preda sul finale di gara, forte della conoscenza del percorso e delle sue insidie.

Resta da affrontare il settore di Nailongilok. 80 chilometri di asperità da superare per arrivare al successo. In Lancia hanno concentrato i veicoli delle assistenze tutti in quel settore, in modo da avere non più di 15 chilometri tra due punti di appoggio. Resta però l’incognita delle condizioni del fondo e delle trappole che si sono sicuramente formate nei giorni successivi alle ricognizioni.

“Laggiù io e Miki ci giocheremo la vittoria. Te la senti?”

Loris Roggia è giunto in Kenya da navigatore di Gustavo Trelles. I due hanno alzato bandiera bianca durante la prima tappa, ma a Loris il destino riserva ancora una parte da giocare. Pensa a lui Tiziano Siviero nel tentativo di ridurre al minimo i rischi del giorno successivo.

Chiede a Loris di effettuare una ricognizione durante la notte lungo il difficile tratto di Nailongilok. La correzione delle note potrebbe risultare decisiva per gli esiti della corsa dei due vicentini. Loris e Tiziano sono buoni amici e il ragazzo di Pianezze, vicino Bassano, accetta subito. Prende le fotocopie delle note, raccatta una ricetrasmittente, si infila in uno dei fuoristrada di servizio della Lancia e si mette in movimento verso il settore incriminato.

Loris, oltre a fornire informazioni dettagliate sullo stato del percorso, terrà aggiornato l’equipaggio numero 6 sullo stato dello stesso per tutto il giorno successivo, inserendosi nelle frequenze del team torinese. Il suo aiuto risulterà fondamentale per consentire a Miki di evitare le mille trappole da cui, durante i test e le ricognizioni, la Delta non era mai riuscita ad uscire.

Poche ore più tardi la Delta con il numero 6 sulle fiancate saliva sul palco di Nairobi portando in trionfo Miki e Tiziano. La Lancia aveva finalmente sbancato il Safari. Loris Roggia aveva giocato una parte forse fondamentale in quel successo, ma probabilmente chiederglielo, ricordarglielo, sarebbe servito solo ad ottenere come risposta, da ragazzo umile quale è sempre stato, che in fondo lui aveva solo aiutato un amico.

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