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Tour de Corse ’85 – Il dubbio di Perissinot sull’incidente di Bettega

Icio si confidò più volte con Carlo Cavicchi su cosa poteva essere successo quel maledetto 2 maggio

Era partito grintoso fin dalle dichiarazioni pre gara Attilio. Si sentiva bene, era fiducioso, e non nascondeva persino che quella avrebbe potuto essere finalmente la volta buona. La stessa fiducia l’aveva mantenuta anche dopo le prime tre prove speciali, nonostante il risultato non fosse stato dei migliori.

Puntava a recuperare tutto nella terza tappa il ragazzo di Molveno, ma non ci arrivò mai. Il destino lo aspettava sulla Zerubia-Santa Giulia: trenta chilometri di asfalto insidioso. Dopo circa un chilometro dallo start c’è una lunga curva a destra che aprendosi diventa un rettilineo che porta sull’uno-due successivo. La “zero” uscì dalla destra veloce e sbandò inspiegabilmente verso l’esterno curva. Il resto, lo conosciamo tutti.

Perissinot scese subito, illeso. Si avviò a piedi verso il nulla, il casco in mano. Non era riuscito a guardare alla sua sinistra, dopo lo schianto. Sapeva già cos’era successo, anche se si rifiuterà di accettarlo fino alla telefonata della moglie, chiuso nella sua stanza di albergo. Decise all’istante che non avrebbe più corso.

Ma qualcosa continuerà a perseguitarlo negli anni successivi. Un dubbio, un tarlo, o forse una semplice suggestione. Attilio non poteva aver sbagliato in quel punto così facile, non era possibile. Ed ecco allora che quel sibilo, quel respiro profondo che Icio aveva avvertito nell’interfono durante la percorrenza di quella maledetta curva, prendeva forma, assumeva un significato. Lo aveva confidato più volte a Carlo Cavicchi. Nelle parole che Icio ripeteva, lasciava trasparire che poteva essere stato un malore improvviso a tradire Attilio.

Che fosse effettivamente la verità o che fosse più un tentativo di proteggere l’amico in modo che nessuno potesse mai pensare ad un errore di guida, non lo sapremo mai. Anche Icio, infatti, non c’è più. E allora tutto quello che possiamo fare è ricordare questi due campioni per le emozioni che ci hanno regalato. Ciao Attilio, ciao Maurizio.

Fonte: “Attilio Bettega. L’uomo. Il campione”

 

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