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Tempo

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7 ottobre 2001: il primo podio iridato di Sebastien Loeb

L'alsaziano ottenne un sorprendente secondo posto a Sanremo al debutto sulla Xsara

Il tempo scorre inesorabilmente per ciascuno di noi. Le nostre vite dipendono costantemente dalle lancette di quell’orologio che mai vuole fermare i giorni, i mesi e gli anni. Questa è una delle più classiche ed inevitabili leggi della natura, dalla quale niente e nessuno viene escluso.

7 ottobre 2001, è una data che ai più dirà praticamente nulla ma se si è appassionati di rally e della sua storia allora tutto cambia. Chiudiamo gli occhi e torniamo indietro negli anni. Siamo in Liguria, più precisamente a Sanremo, e nella cittadina famosa per i suoi fiori si sta svolgendo il Rallye d’Italia.

L’edizione numero 43 viene ricordata certamente come una delle più avvicenti per via del massiccio elenco iscritti e soprattutto per un meteo incerto e in costante mutamento nell’ultima giornata. Tra i partenti vi è anche un giovane ragazzo francese originario dell’Alsazia.

Non è un novellino di queste parti avendo già preso il via l’anno precedente con una Toyota Corolla Wrc della Grifone sponsorizzata dalla FFSA, ma in primis è conosciuto dagli addetti ai lavori per essere l’attuale leader del mitico “Mundialito” a bordo della piccola Citroen Saxo S1600.

Il suo nome è Sebastien Loeb e viene navigato anche questa volta da Daniel Elena. Il ragazzo promette bene: Guy Frequelin lo sa e decide di premiarlo consegnandogli per la prima volta la nuova arrivata Citroen Xsara Wrc. L’obiettivo è arrivare in fondo senza alcuna pressione, divertendosi e respirando a pieni polmoni quella magica aria iridata.

Sebastien parte cauto lungo le prove speciali dell’entroterra ligure e alla fine della prima tappa si ritrova al quinto posto dinanzi al campione in carica Marcus Gronholm. La Xsara sta attirando l’attenzione di tutti grazie ai compagni di squadra Puras e Bugalski, rispettivamente primo e terzo, lasciando i riflettori spenti sulla terza guida.

Una quiete che dura a malapena una notte perchè nelle prime battute del sabato entrambi sbattono e si ritirano amaramente. Le speranze del Double Chevron di non vedersi annichilito dai cugini di Peugeot, saliti al comando con la 206 del funambolico Gilles Panizzi, si ripongono ora proprio sull’ultimo arrivato. Che non sfigura affatto, anzi. Va al riposo secondo assoluto in mezzo ai connazionali Panizzi e Auriol.

Scatta la terza e ultima giornata. Dal parco assistenza si notano sulle alture grossi nuvoloni neri che non promettono nulla di buono. I ricognitori strillano ai team manager di montare gomme da pioggia, raccomandando ai loro assistiti di guidare con prudenza per via dei banchi di nebbia e per un manto stradale reso ancora più scivoloso dalle foglie autunnali cadute dagli alberi. Panizzi è lontano mezzo minuto, Auriol spinge minaccioso per prendersi la piazza d’onore. E Sebastien?

Sebastien si allaccia il casco meticolosamente ed entra in abitacolo con la calma dei veterani. Vince la ps. San Romolo su entrambi i passaggi, mentre sul temibile Colle d’Oggia alza il piede per non buttare tutto alle ortiche.

Rientra a Sanremo applaudito da tutti, con il sorriso di chi sa di aver compiuto un’autentica impresa e di aver seminato qualcosa di importante per le stagioni che verranno. Tutti i giornalisti presenti sulle testate di competenta scriveranno titoli variopinti, ma concordi nel significato: è nata una nuova stella.

Una nuova stella che vincerà ben nove titoli iridati consecutivi, stracciando record su record e diventando uno dei piloti più amati di sempre. Una stella che iniziò a brillare in uno dei rally più carichi di storia.

Quella storia che per sempre sarà una sua grande alleata!

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