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Vatanen e il furto della Peugeot alla Dakar del 1988

Una delle situazioni più strane e controverse della folle maratona africana. Un gruppo di uomini ruba la 405 T16 del campione finlandese e da lì parte una vera e propria caccia alla ricerca della vettura.

Tra pochi giorni prenderà il via la Dakar, il raid per antonomasia. Grande attesa per l’Audi e la nuova evoluzione della RS Q e-tron anche se qualche polemica in merito non è tardata ad arrivare.

Da quando Thierry Sabine diede il via alla prima Dakar in quel lontano 26 dicembre del 1978 di cose ne sono successe molte. Smarrimenti di personaggi famosi, vittorie epiche e gesti eroici ma l’edizione del ’88 ha dell’incredibile. Lo squadrone Peugeot si presenta come il grande favorito. Tutti gli occhi sono puntati sulla nuova 405 T16, l’arma con cui la casa del leone sta sostituendo la mitica 205. L’auto viene affidata al vincitore del 1987, Ari Vatanen, mentre il suo compagno di squadra, Juha Kankkunen, si deve accontentare, per così dire, della collaudata 205. I rivali principali sono i giapponesi della Mitsubishi, Land Rover e qualche Porsche.

La prima settimana è funestata da eventi tragici. Nello stesso giorno infatti, nelle moto, a seguito di una caduta, André Malherbe rimarrà paralizzato e nei camion il DAF di De Rooy esploderà portandosi via il navigatore Van Loewezij. Come se non bastasse un grave incidente ad alta velocità tra la Range Rover di Boubet-Canado e la Mercedes di Seppi-Arzuffi causa la morte di Canado. Una settimana nera che però non fermerà la Dakar.

Tornando alla Peugeot, già dal via si capisce subito di che pasta è fatta la nuova leonessa. L’unico a riuscire a tenere testa allo squadrone francese è Pierre Lartigue con la Pejero. Il pilota Mitsubishi però è costretto al ritiro a causa del cedimento del motore durante l’undicesima tappa. Vatanen e Kankkunen si ritrovano quindi al comando incontrastati. L’unico compito è quello di riportare a casa le vetture senza forzare troppo dato il vantaggio su chi segue in classifica.

Alla Dakar però nulla è scontato. Le insidie di un insabbiamento piuttosto che di forature per le rocce taglienti sono infinite. Arrivati a Bamako, capital del Mali, avviene il vero e proprio colpo di scena. Alla mattina del 18 gennaio la Peugeot di Vatanen è sparita. L’assistenza era allestita in un grande stadio. Sembrerebbe che qualcuno con la scusa di portare l’auto a fare un test l’abbia rubata. All’epoca il Parco Chiuso era molto più accessibile rispetto a ora e anche fra il pubblico qualcuno riusciva ad accedervi.

Si iniziano le ricerche ma della Peugeot nessuna traccia. A un certo punto Jean Todt, all’epoca direttore sportivo di Peugeot, riceve una telefonata da degli uomini che chiedono un riscatto.

Ho ricevuto una chiamata in camera alle 7:15.” Le parole di Todt intervistato quel pomeriggio “Dalla reception mi hanno passato una persona che mi ha passato un’altra persona, apparentemente un europeo che mi ha parlato dell’auto di Vatanen. Mi ha chiesto di andare con un taxi in 20 minuti con una somma di 25 milioni di franchi. Per il momento stiamo solo cercando di trovare l’auto.

Ed effettivamente sarà così. L’auto verrà ritrovata in un campo poco distante. Apparentemente i ladri non sarebbero stati in grado di rifornire la Peugeot e l’avrebbero abbandonata. A Vatanen viene permesso, nonostante l’enorme ritardo, di riprendere la gara.

L’intera storia è incredibile, è veramente come in un film.” Commenta il finlandese e alla domanda su cosa ne sarà adesso con la gara, Vatanen, risponde “Penso che se sia vero che la mia auto è stata trovata la gara continuerà”

In realtà le cose non andranno proprio così. Per regolamento vigeva l’obbligo di partire entro mezz’ora dal tempo di marcia assegnato dai commissari. Vatanen però sfora ampiamente il tempo limite. Nonostante ciò, prenderà il via della prova tenendo conto del tempo come fosse partito all’ora prevista. Questo ovviamente penalizza Vatanen che si ritrova in settima posiziona ma ancora in grado di recuperare.

I commissari, rivalutando i fatti, decidono però di escludere il campione finlandese dalla competizione. A questo punto Jean Todt decide di fare ricorso dichiarando che per forze di causa maggiore la 405 T16 non aveva potuto presentarsi in orario. La direzione gara non torna sui suoi passi e squalifica la Peugeot di Vatanen dalla Dakar. Ne seguirà una grande polemica con il finlandese che dichiarerà a più riprese in futuro di aver vinto 4 Dakar e mezzo.

Alla fine, a trionfare, sarà l’altra Peugeot, la 205 sorella minore, di Juha Kankkunen. Un trionfo meritato quello del quattro volte campione del mondo rally ma che non potrebbe esserci stato senza la squalifica del compagno di squadra. Dal canto suo, Ari Vatanen, si rifarà negli anni seguenti vincendo altre tre Dakar con Peugeot e Citroën.

La Dakar del 1988 resterà nella storia come uno degli eventi più controversi della maratona africana. E dalle numerose interpretazioni…

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