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Elfyn Evans sente la pressione: «Speriamo che non sia una lotteria totale»

Il pilota gallese parla dell'imminente finale in Arabia Saudita dove si giocherà il suo primo mondiale

Elfyn Evans è ancora lì, a un passo dal sogno che insegue da una vita: il primo titolo mondiale della sua carriera.
Il gallese della Toyota Gazoo Racing arriva al debutto del Rally Saudi Arabia con un
vantaggio minimo ma prezioso: tre punti di margine sul compagno di squadra
Sébastien Ogier, alla vigilia dell’ultimo round in calendario a fine novembre.Non è la prima volta che Evans si gioca tutto all’ultima gara. Nel tormentato 2020, in piena stagione pandemia,
si presentò a Monza da leader del campionato prima di finire nella neve e consegnare il titolo proprio a Ogier.
L’anno successivo fu ancora il francese a chiudergli la porta in faccia, costringendolo di nuovo al ruolo di vicecampione.
Ora la storia si ripete: dall’altra parte del box c’è sempre lo stesso avversario, che in Arabia Saudita va a caccia del
nono Mondiale della carriera.

«È difficile, certo. È un avversario tosto. Seb è probabilmente uno dei migliori di sempre in questo sport.
Quindi è chiaramente tutt’altro che semplice. Sta andando fortissimo, ma noi daremo comunque il massimo»,
ha spiegato Evans.

Una finale nel deserto piena di incognite

Se la pressione psicologica non bastasse, il contesto non aiuta a tranquillizzarsi. Il Rally Saudi Arabia
è una totale incognita per tutti: un esordio assoluto nel WRC, frutto dell’accordo decennale firmato dal Paese con il
promoter grazie alla potenza economica dell’oro nero. Sul piatto c’è la speranza che una stagione spettacolare trovi
un finale all’altezza, ma il rischio è di ritrovarsi in una gara decisa da fattori imprevedibili.

Il tema che spaventa piloti e team è chiaro: terreni durissimi, pietre, tagli insidiosi, temperature estreme.
Insomma, una combinazione perfetta per forature e problemi tecnici che potrebbero trasformare
il rally in una “lotteria”.

«Speriamo tutti che non diventi una lotteria, ma da quello che sappiamo al momento sembra un po’ così»,
ammette Evans. «Non ho ancora guardato nulla nel dettaglio, lo farò la prossima settimana.»

Al momento nessuno ha reali riferimenti sul percorso. Non ci sono on-board degli anni passati, nessuna
esperienza diretta su cui appoggiarsi. Molte prove speciali, inoltre, sono state praticamente disegnate da zero
per l’occasione.

«Non mi risulta che qualcuno sia già stato lì. E immagino che molte prove siano state create apposta,
quindi aspettiamo e vediamo cosa troveremo», ha aggiunto il gallese.

Tutto in bilico tra paura e opportunità

Per Evans, il nuovo round saudita è un paradosso perfetto: da una parte l’ansia per un rally potenzialmente
imprevedibile, dall’altra l’occasione irripetibile di ribaltare finalmente la storia e liberarsi dell’etichetta
del “quasi campione”.

Ogier, con i suoi otto titoli, rappresenta la sicurezza dell’esperienza e della freddezza nei momenti decisivi.
Evans, invece, arriva all’ultimo weekend di novembre con il peso degli errori del passato ma anche con la consapevolezza
di avere tra le mani una nuova possibilità. Questa volta su strade che nessuno conosce davvero.

Dal 26 al 29 novembre il deserto saudita deciderà tutto: il futuro del Mondiale e, in buona parte,
anche l’etichetta con cui Elfyn Evans verrà ricordato nella storia del WRC.

Tags: Elfyn Evans, Rally Saudi Arabia, Sébastien Ogier, Toyota Gazoo Racing, WRC
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