La rivalsa di Oliver Solberg: dal sogno spezzato in Hyundai alla conquista mondiale in Toyota
La carriera di Solberg rappresentata come una parabola, da un amaro addio alla vetta del mondo, tra prove di maturità, duelli titanici e un trionfo indimenticabile.
Il cognome Solberg nel mondo del rally è sinonimo di velocità, carisma e, soprattutto, di successo.
Le menti dei fan si legano inevitabilmente a cio’ che fu l’immagine della leggenda Petter Solberg, campione del mondo WRC della stagione 2023.
Un cognome ed eredita’ importante non cosi’ leggere che Oliver Solberg si e’ ritrovato tra le mani.
Un giovane Oliver che fin dal suo primo anno di nascita ha calcato i palcoscenici degli eventi a cui il padre prendeva parte iniziando a respirare quella che sara’ l’aria che contraddistinguera’ il futuro proprio del futuro campione del mondo WRC2.
L’eredità e’ pesante, ma che il giovane svedese ha saputo gestire al meglio con una progressione fulminea, vincendo titoli nel crosskarting, dominando il Campionato Lettone, arrivando a conquistare la terza posizione nel campionato americano ARA dove l’accoppiata Solberg-Subaru fa scaldare i cuori di tutti i fan.
L’esordio nel WRC e’ soltanto una questione numerica e bisognava aspettare i 18 anni.
Il 23 settembre 2020 si fa attendere, ma quando arriva e’ il via libera.
L’esordio nel massimo campionato arriva al Rally del Galles a bordo della Volkswagen Polo R5 di famiglia che il padre, oltre ad aver sviluppato per la casa madre, ha proprio comprato per permettere al figlio di poter correre in diversi appuntamenti del campionato ERC.
La velocita’ c’e’, meno la costanza, ma il destino e’ gia’ segnato.
Il talento del giovane svedese di appuntamento in appuntamento viene sempre piu’ testimoniato.
Andrea Adamo non se lo lascia sfuggire e nel 2021 ecco che arriva la firma con il team Hyundai Motorsport a simboleggiare il naturale coronamento di un talento che sembra essere piu’ limpido e chiaro arrivando anche a condurre, per alcuni appuntamenti, la ben piu’ potente Hyundai i20 WRC Plus.
La prestazioni sono convincenti e la conclusione della stagione 2021 con il quinto posto assoluto al Rally ACI Monza lo porta di diritto nella formazione Hyundai ufficiale della successiva stagione.
Il 2022, però, non sara’ una stagione qualunque.
Segnava l’avvento di una nuova era, quella delle vetture ibride Rally1, una sfida che Hyundai decideva di affrontare con una formazione di piloti che vedeva i veterani Thierry Neuville e Ott Tänak al comando, e un’inedita rotazione al volante della terza vettura, condivisa tra l’esperto Dani Sordo e il giovanissimo Solberg.
Un accostamento per portare l’esperienza di un veterano oltre che al team anche alle richieste di un ben piu’ novizio e giovane pilota.
Una ricerca alla maturita’, alla crescita, allo studio appuntamento per appuntamento per poter arrivare nel giorno in cui fosse successo di prendere tra le mani le redini di un team.
Un’idea, un’aspettativa che pero’ non incontra quello che sara’ il destino che aveva in serbo una trama ben più complessa, fatta di alti e bassi estremi, che avrebbero messo a dura prova il suo talento e la sua determinazione.
Capitolo I: Il Battesimo del Fuoco – 2022, Una Stagione di Apprendimento e Frustrazione
La stagione 2022 di Oliver Solberg fu, per usare le sue stesse parole, un “battesimo del fuoco”.
Al volante della nuova Hyundai i20 N Rally1, una vettura completamente riprogettata per le complesse normative ibride, il giovane pilota si trovò ad affrontare un’esperienza di apprendistato in tempo reale.
Se da un lato riuscì a dimostrare il suo potenziale con lampi di pura velocità, dall’altro incappò in una serie di incidenti e difficoltà che ne segnarono l’intera annata, complice anche una vettura che nelle sue fasi iniziali ha dimostrato di non essere cosi’ semplice e cosi’ robusta come le rispettive rivali.
Il talento pero’ e’ limpido e si manifesta subito.
Al Rally di Svezia, il suo primo evento a tempo pieno con la Rally1, conquistò un solido sesto posto.
Il culmine della sua performance arrivò però allo Ypres Rally in Belgio, dove ottenne un impressionante quarto posto, il suo miglior risultato stagionale.
L’inizio della rinascita di una stagione non soddisfacente confermato anche dal quinto posto ottenuto al successivo appuntamento, Nuova Zelanda, conferma quanto di visto fin dal principio, il talento e’ presente, ma ormai era troppo tardi.
Purtroppo, la stagione 2022 è indissolubilmente legata anche ai suoi momenti più bui, piu’ che ai suoi acuti.
Al Rally di Croazia, un’uscita di strada ad alta velocità sulla nona prova speciale costò a Solberg e al suo copilota Elliott Edmondson un incidente per nulla banale che portato all’inizio della parabola discendente della stagione.
Pur uscendo illesi, l’episodio fu un primo segnale della difficoltà del giovane svedese nel trovare il giusto equilibrio.
L’evento più doloroso e significativo, tuttavia, si verificò al Rally di Finlandia.
Il ritiro arrivò in maniera improvvisa, al primo vero tornante della gara, lasciando un pilota visibilmente scosso e in lacrime.
In un’intervista a caldo, Solberg faticò a spiegare l’accaduto, un altro sbandamento al posteriore della vettura, e ammise apertamente le sue difficoltà a trovare il giusto ritmo tra l’essere prudente e l’andare al limite.
Un momento che testimonia al massimo estremo il momento di profonda crisi, a simboleggiare un punto basso che mise in discussione non solo la sua stagione, ma la sua stessa fiducia.
L’epilogo, a quel punto, sembrava inevitabile.
Il 6 ottobre 2022, Hyundai Motorsport annunciò ufficialmente che il contratto con Solberg non sarebbe stato rinnovato.
La motivazione, come dichiarò il Julien Moncet, team manager ad-interim di Hyundai Motorsport, (n.d.r subentrato ad Andrea Adamo ad inizio anno), era la necessità di avere e puntare su una “squadra esperta e consistente” per il 2023.
Parole che, seppur implicite, sottolineavano la percezione della mancanza di maturità e affidabilità di Solberg in quel momento.
Una stagione 2022 che per tutti sara’ un fallimento totale, ma che per il giovane pilota svedese, sara’ invece una profonda lezione per cio’ che sara’ il suo futuro all’interno della disciplina.
I suoi incidenti, in particolare quello in Finlandia, non furono semplici errori, ma sembrarono avere un profondo impatto psicologico e di fiducia sia su di lui che sul team.
La decisione di Hyundai di puntare sull’esperienza non fu un giudizio definitivo sul suo talento, ma una scelta strategica dettata dalla pressione per il titolo costruttori con la nuova e complessa vettura Rally1.
Capitolo II: Il Ritorno alle Origini – 2023, La Ricostruzione su un Terreno Solido
Dopo l’amaro addio a Hyundai, il 2023 segnò per Oliver Solberg un ritorno in una categoria a lui più familiare: il WRC2.
Questa mossa, che ad alcuni potrebbe essere sembrata una retrocessione, fu in realtà un passo indietro strategico, un ritorno alle origini per riconquistare quella fiducia e quella consistenza che l’esperienza in Rally1 aveva messo in discussione.
Al volante di una Škoda Fabia RS Rally2, una vettura da lui già conosciuta e molto performante, Solberg trovò un ambiente familiare e la possibilità di concentrarsi unicamente sulla sua guida, lontano dalla pressione mediatica e tecnologica del livello più alto.
Al Rally di Svezia 2023, il suo primo evento a punti della stagione, Solberg ottenne una vittoria schiacciante, una vera e propria dichiarazione di intenti.
La vittoria non era solo un risultato, ma un’affermazione del suo ritrovato passo.
“Questo innegabilmente dà fiducia per il futuro,”
Il suo dominio proseguì, e la stagione fu caratterizzata da una serie di vittorie di tappa e di rally, tra cui un altro trionfo in Cile che gli permise di chiudere l’anno al sesto posto in classifica di categoria.
Il 2023 alla ricerca della prestazione, ma con ancora una maturita’ che non sembra arrivare con diversi errori a rappresentare la stagione di alti e bassi che ha continuato quanto accaduto in quella passata.
Al Rallye Monte-Carlo, pur non lottando per la vittoria finale, ottenne 10 vittorie di tappa, dimostrando un’assoluta velocità.
L’esperienza nella WRC2 e al volante della Škoda Fabia gli permise di separarsi dalle complessità della tecnologia ibrida e dall’incertezza della Hyundai i20 N Rally1.
Una vettura piu’ semplice, meno sofisticata che gli ha permesso di concentrarsi sulla sua guida, sulla sua tecnica e sul feeling con una vettura pura da competizione, Solberg che gli permise di ritrovare il suo ritmo naturale.
La sua velocità, che non era mai svanita, finalmente riemerse, ma ancora a mancare era quella consistenza che tanto serviva per poter tornare a vincere e a impressionare.
Il passaggio di categoria fu la causa, il ritorno alla vittoria e a una guida più stabile l’effetto, ma che senza quella consistenza ha portato il giovane svedese a dover vedere il compagno di team, Andreas Mikkelsen primeggiare nuovamente su tutti.
Fu un percorso che poteva sembrare pressoche’ obbligato, ma risulto’ essere incredibilmente efficace.
Capitolo III: Il Duello Sfortunato – 2024, Un Combattimento dal Cuore Amaro
Il 2024 fu l’anno del grande assalto al titolo WRC2.
Al volante della Škoda Fabia RS Rally2 del team Toksport WRT, Solberg si impose come il pilota di riferimento della categoria.
La sua velocità era innegabile e la sua stagione fu un susseguirsi di successi: tre vittorie di classe consecutive in Svezia, arrivato conquistando anche un quinto posto assoluto, Lettonia e Finlandia, che lo proiettarono saldamente in testa alla classifica.
La lotta per il titolo, però, non fu una cavalcata solitaria, ma un duello epico e serrato con il giovane finlandese Sami Pajari.
La battaglia si giocò fino all’ultimo respiro.
Al Central European Rally, il penultimo appuntamento della stagione, la situazione era estremamente tesa con pochi punti a separare i due protagonisti.
Solberg era in testa alla classifica, ma aveva già raggiunto il limite di sette eventi a punteggio per la stagione.
Ciò significava che l’unica cosa che poteva fare per vincere il campionato era assistere pressoche’ inerme all’ultimo round in Giappone con la speranza che Pajari, il suo unico rivale ancora in corsa per il titolo, non riuscisse a ottenere il terzo posto o un risultato migliore.
Purtroppo per Oliver, il destino non gli sorrise.
Pajari non solo ottenne i punti necessari, ma si aggiudicò la vittoria del rally, strappando il titolo a Solberg per soli tre punti.
La sconfitta fu un colpo duro, una delusione che risuonava nuovamente come una beffa.
Solberg, riflettendo sulla stagione, riconobbe che l’errore occorso in Portogallo, dove un ribaltamento l’aveva privato di punti importanti, era stato un fattore determinante poi per il termine della stagione conclusa al secondo posto di categoria.
Una situazione complessa a tratti forse anche crudele come questo sport di tanto in tanto manifesta in tutta la sua evidenza: il titolo non venne perso per una mancanza di velocità o di talento, ma per la combinazione di un singolo errore e un regolamento che non premiò la sua costante leadership.
Ad aggiungersi ad una beffa gia’ bella assodata, arriva anche la promozione anche per Sami Pajari, come accaduto anche per il predecessore Andreas Mikkelsen, all’interno di un abitacolo di una vettura Rally1, piu’ precisamente all’interno di Toyota Gazoo Racing per la stagione successiva.
La perdita del titolo poteva sembrare l’ennesima beffa, ma che l’ha reso di fatto l’uomo di riferimento per la possibile vittoria della stagione 2025 formandolo ancora di piu’.
Capitolo IV: Il Doppio Trionfo – 2025, La Rivincita Finale
Dopo la delusione del 2024, Oliver Solberg affrontò la stagione 2025 con un chiaro obiettivo: la redenzione.
Decise di cambiare squadra e vettura e di salire a bordo della Toyota GR Yaris Rally2, la stessa vettura che l’anno precedente aveva portato il suo rivale Sami Pajari al titolo.
Fu una mossa decisa e non banale.
Una dichiarazione di intenti che avrebbe cambiato il corso della sua carriera.
Un connubio tra Solberg e la Toyota che fin dal principio si dimostrò vincente.
La stagione WRC2 di Oliver fu un’autentica cavalcata trionfale.
Con il team clienti Printsport (n.d.r. che aveva gestito anche la vettura vincitrice dello scorso anno) di riferimento per Toyota, Solberg e il suo co-pilota Elliott Edmondson dimostrarono una superiorità schiacciante, conquistando la vittoria in cinque dei sette eventi a punteggio a cui parteciparono.
Le vittorie iniziarono in Svezia spostandosi poi in Portogallo e Sardegna dove a formare la ciliegina sulla torta hanno portato un sesto posto assoluto, prima di passare poi per Acropoli, Paraguay e Cile.
Conquiste di valore e di un certo livello che hanno portato alla conquista del titolo WRC2 in maniera matematica anche senza vincere quello che e’ il Rally del Cile, concluso al secondo posto di categoria.
Una conquista di valore che ha portato Oliver Solberg all’apice di quello che per il momento e’ la miglior versione di Oliver Solberg.
Una versione che ha visto anche quello che e’ uno dei momenti piu’ incredibili che da diversi anni a questa parte non avevano caratterizzato la carovana del WRC.
Le prestazioni mostrate nei passati eventi convincono e fanno ben sperare, portando i vertici di Toyota ad affidargli un’opportunità unica e sensazionale: guidare una vettura ufficiale Toyota GR Yaris Rally1 per un singolo evento, il Rally di Estonia.
Un ritorno importante su un terreno particolarmente affine alla guida del giovane svedese che ha portato Solberg a non fare la parte della comparsa, ma di assoluto protagonismo.
Un dominio sorprendente a tratti anche talmente estremo da sembrare di essere in un sogno, dall’inizio alla fine arrivando a vincere ben nove prove speciali e sbaragliando campioni del calibro di Tänak e Neuville.
La vittoria fu la sua prima in carriera nel WRC, un trionfo che arrivava a due anni e mezzo dal suo difficile addio a Hyundai e che segnava la centesima vittoria di Toyota nel campionato del mondo.
Solberg divenne il terzo pilota più giovane di sempre a vincere un rally WRC, dopo Kalle Rovanperä e Jari-Matti Latvala.
Il doppio trionfo del 2025, con la conquista del titolo WRC2 e la vittoria nel WRC, fu la ciliegina finale sulla stagione.
Un successo che potrebbe essere interpretato in maniera puramente statistica, ma che contestualizzato a cio’ che e’ stata la carriera di Solberg non puo’ che puo’ suonare come rivalsa.
Il suo dominio con la Toyota GR Yaris Rally2, la stessa vettura che lo aveva battuto nella passata stagione, ha testimoniato come Oliver Solberg non fosse solamente un pilota veloce, ma anche maggiormente maturo e completo.
La vittoria in Estonia fu la risposta definitiva, la prova che le sue strade e quelle di un team di punta “avrebbero potuto incrociarsi di nuovo”.
Oliver Solberg e’ un pilota nuovo e ritrovato, ma cio’ che ha conquistato non dovra’ essere la fine, ma solamente l’inizio di un qualcosa che ha inizialmente ha assaporato, probabilmente anche troppo presto, ma che ora ha sicuramente la possibilita’ di pregustare con maggiore calma e abilita’.
Non e’ una fine, e’ solo un nuovo inizio per Oliver Solberg.