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Rally di Monte Carlo 2020: resta viva la speranza di vedere le C3 Wrc in gara

In Francia continuano i rumors circa la presenza del Double Chevron griffato PH Sport

Nonostante la data odierna dica 16 dicembre 2019, il tempo scorre velocemente verso il nuovo anno e di fatto ci si avvicina anche al nuovo campionato WRC.

La stagione iridata si aprirĂ  come di consueto con il classicissimo Rally di Montecarlo, il piĂą famoso per blasone e tradizione che lo contraddistinguono. E anche nel 2020 svolgerĂ  in minima parte il ruolo di spartiacque, non tanto per i nuovi regolamenti, quanto per lo scossone che ha colpito il mercato piloti e i team principali.

Come ormai sanno tutti il campione del mondo Ott Tanak ha ceduto alla corte serrata della Hyundai, dando il sedile in Toyota a SĂ©bastien Ogier. In tutto questo movimento ad uscirne con le ossa totalmente rotte è stata la Citroen, che all’improvviso ha salutato definitivamente la compagnia a causa dell’assenza sul mercato di un driver capace di garantire vittorie.

Un vero peccato insomma il ritiro del marchio francese, soprattutto dopo un’attivitĂ  di sviluppo insistente attuata sulla C3 Wrc per provare a riprendersi lo scettro.

Ma secondo i giornali sportivi francesi, tra cui Dhnet, le C3 Wrc potrebbero comunque essere regolarmente al via del Rally di Montecarlo grazie a PH Sport. Lo storico team satellite di Citroen ha intenzione di acquistare vetture, pezzi di ricambio ed evoluzioni per consentire a piloti di gareggiare in forma prettamente privata nel WRC. E stando ai rumors, di C3 Wrc potrebbero essercene addirittura tre nella tappa inaugurale del 2020. I nomi più insistenti sono quelli di Mads Ostberg ed Eric Camilli. Il norvegese è un profilo molto legato a Citroen, essendosi alternato alla guida della Wrc e della R5 negli ultimi tempi, mentre il nizzardo ha utilizzato numerose volte la vettura della classe regina in qualità di tester.

Il terzo nome porta invece a Bryan Bouffier. Il transalpino è un abituale partecipante del rally di Monte Carlo, oltre ovviamente un esperto conoscitore delle sue prove speciali estreme, ed una sua eventuale presenza nel 2020 non desterebbe poi così tanto scalpore.

Certo è che se questi rumors si tramutassero in realtĂ , il circus potrebbe ancora godere di vetture che, tutto sommato, saprebbero ancora dire la loro se affidate a profili giusti. Non sarebbe infatti la prima volta che un’auto acquistata da una squadra privata vada a competere per le zone nobili della classifica generale, basti pensare alla Delta Integrale e alla Jolly Club.

Paragone non troppo stonato e che stuzzica non poco l’appetito degli appassionati.

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