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‘FIA Rally Star’: (bella) copia del ‘Rally Jeunes’

Questa volta è la FIA ad organizzare una selezione di giovani. Perchè bisogna seguire questa operazione?

Non si smette mai di imparare. Nella vita come nello sport. E anche il rally non fa eccezione: anzi, più che l’imparare, sembra che copiare sia una delle virtù da tenere in alta considerazione. E non solo nel comparto tecnico.

E quando i primi della classe sono gli abitanti della nazione che solo Ott Tanak ha fermato nel fare incetta di titoli, copiare è d’obbligo.

La Francia nel 1994 crea la formula Rally Jeunes: un piazzale di un supermercato e alla decima edizione salta fuori un gommista della Michelin da Gap che quella Peugeot 206 la fa volare tra i coni arancioni. Basta avere la patente ed essere, ovviamente, jeune come requisiti necessari; la ragione è semplice, anzi matematica: più è grande il numero dei partecipanti, maggiore è la probabilità di trovare “quello buono”. Seguiranno poi il sostegno ‘didattico’ e sportivo per proseguire la crescita.

Bernardi, Bengue, Bouffier, Gilbert, Camilli, Rossel, Formaux, Franceschi. Sono stati i nomi sufficienti alla FIA per capire che prendere spunto era lecito e doveroso per il bene dello Sport. Ed era pure saggio visti i tempi: cali vertiginosi delle vendite nei concessionari, giovani in difficoltà a comprare la prima auto, figurarsi allinearsi a delle fotocellule; costi alle stelle per poter continuare la salita, forse, ancor meno fluida che un tempo; sempre meno costruttori impegnati nel Mondiale pronti a dare il vitto a baldi giovani speranzosi.

Se lo sport e la società cambiano, la federazione vuole farsi trovare pronta. Via quindi al FIA Rally Star, che inzierà con una sorta di ‘invito’ a seguire l’esempio transalpino: più motorkane, meno programmi costosi. Anche i simulatori devono venire coinvolti, essendo diventati uno strumento importante di allenamento e valutazione.

La fase 2 prevede sei finali continentali (Europa, Medio Oriente e Nord Africa, Africa, Nord America e Sud America, Asia Pacifico) dove i selezionati nazionali sfideranno il cronometro con vetture rallycross.

Da questi sei, dopo training ed almeno 6 gare a bordo di auto Rally3, quattro potranno svolgere il JWRC per due stagioni consecutive; dove, chi dimostrerà di poter lottare per le vittorie prima, e per il titolo poi, riceverà il premio in palio: un campionato WRC3.

Copyright: DPPI MEDIA

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