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Dakar 2021 – Il vincitore della prima tappa dell’anno scorso ci racconta la gara di quest’anno

Vaidotas Žala ci introduce alla maratona saudita e alle sue incognite

Assegnati tutti i titoli mondiali, regionali e nazionali, è arrivato il momento di guardare al 2021, sperando, tra l’altro, di poter tornare a goderci le gare da bordo strada il prima possibile.

Il primo grande evento del 2021 sarà come sempre la Dakar, che avrà luogo dal 3 al 15 gennaio in Arabia Saudita, con un percorso non troppo diverso dall’anno scorso se non per alcune modifiche di cui parleremo approfonditamente in un articolo dedicato.

Come nel 2020, vogliamo iniziare a parlare di questa splendida avventura attraverso le parole dei protagonisti. Qualche anticipazione ce l’aveva già data Kris Meeke qualche settimana fa (qui trovate la nostra intervista), ma per presentare l’evento avevamo bisogno di qualcuno che lo conoscesse a fondo e così quest’anno abbiamo il piacere di ospitare sulle pagine di Rallyssimo Vaidotas Žala. Il forte rallysta di Vilnius è alla sua sesta apparizione e l’anno scorso ha dimostrato grandi doti velocistiche e di navigazione, vincendo anche la prima prova, davanti a tutti i “mostri sacri” della competizione. 

Ciao Vaidotas, innanzi tutto grazie per averci concesso questa intervista nonostante manchi solo un mese alla gara. Immagino che la macchina e i materiali siano già in viaggio giusto? Cosa ne pensi della Dakar di quest’anno, sarà diversa dalla precedente edizione?

Si la macchina è già a Marsiglia dagli organizzatori e da lì, via nave, tutti i mezzi sono partiti alla volta di Jeddah, dove arriveranno a fine mese. 

Dal punto di vista del percorso, dovrebbe essere abbastanza simile, perché attraverseremo le stesse zone dell’anno scorso, più o meno. Penso che avremo un po’ più di dune, almeno questo è quello che gli organizzatori hanno promesso. Il penultimo giorno di gara ci dovrebbero essere circa 100km di dune, e questo è buono.  Dovrebbe essere anche un po’ più tecnica, ma in generale abbastanza simile all’anno scorso, d’altra parte la geografia è quella.  

Dal punto di vista del Covid, sicuramente sarà diverso, ma non sappiamo come sarà! Abbiamo ricevuto alcune istruzioni, sulla separazione con i media, sull’organizzazione. Nessuno starà in hotel, nemmeno durante il giorno di riposo, staremo due settimane solo ai bivacchi e questo certo cambierà un po’ le cose. Per altri aspetti invece sarà migliore: l’anno scorso siamo arrivati e non sapevamo niente della nazione, dell’approccio che le persone avrebbero avuto, del cibo, nulla. Adesso sappiamo cosa ci aspetta e questo renderà la gara più confortevole se vogliamo.

 

Torniamo indietro alla gara del 2020, precisamente alla fine della prima tappa. È stato sorprendente vedere te e Saulius Jurgelėnas in cima alla classifica assoluta, davanti a Sainz, Al-Attiyah e tutti gli altri. Da quel momento la considerazione dell’ambiente per te è cambiata?

È stato sorprendente anche per me sapere di essere al comando della gara (ride, sotto alla mascherina). In ogni caso, credo che le cose siano un po’ cambiate da quel momento. Quando parlo con qualcuno dell’ambiente dei rally raid, sanno chi sono, hanno sentito parlare di me e questo aiuta a creare contatti. Sento di avere anche un po’ più di supporto da X-raid, che è importante. Loro sono stati veramente d’aiuto al nostro team durante tutto il processo di rialzo della macchina pianificazione e tutto il resto. Questo è molto importante perché adesso non è più come qualche anno fa, quando correvo completamente come un privato. Adesso con il supporto di X-raid, sono cambiate le dinamiche del lavoro, con uno o due dei loro ingegneri che venivano ogni giorno a controllare i log, chiedermi a proposito della macchina etc. Chiaramente sono cresciute anche le aspettative intorno a me, tutti si aspettano un buon risultato, ma questa non è una novità per me: anche io ho questo stesso obiettivoQuesta volta però sono focalizzato sul risultato finale e non sulla prova singola. Quest’anno, ok abbiamo vinto una prova, ma per avere un buon risultato finale alla Dakar devi avere un approccio diverso, spingendo si, ma non al limite tutti i giorni. Un approccio più incentrato sulla costanza che sulla velocità pura.

A proposito dello stile di guida, nei rally sicuramente adotti una guida molto aggressiva, con traversi molto ampi, mentre nella Dakar mi sembri più pulito nella guida. Che differenze di guida ci sono tra questi due tipi di gara?

La differenza maggiore è che nei rally sai cosa ti aspetta, il navigatore ti dice esattamente quello che troverai dietro la curva. Nella Dakar hai delle note solo sui punti più pericolosi, per il resto devi andare a vista e per questo è molto molto importante il feeling che hai con la macchina. Voglio dire, nelle Dakar moderne il ritmo è molto alto, solo una piccola percentuale in meno rispetto ai rally. Certo, le limitazioni sulle note ti costringono a lasciarti un po’ di margine, ma comunque il ritmo è quasi sempre molto alto. Questo significa che devi spingere dall’inizio alla fine di ogni tappa. La cosa buona è che con le macchine migliori, il ritmo è alto ma, grazie a velocità medie maggiori, stai meno ore in prova, almeno per i primi 15. Meno tempo sei in prova, meno sarai stanco. Nella Dakar 2020 abbiamo anche visto distacchi molto ridotti rispetto alle edizioni precedenti: perdi 2 o 3 minuti e vai indietro di 5 posizioni. Una foratura in più e la giornata è persa!

Quindi sui terreni duri devi essere ugualmente veloce e attento. L’anno scorso ci sono state moltissime forature nella prima parte di gara ed è stato veramente difficile. So che BF Goodrich sta sviluppando delle gomme speciali per questo terreno e forse qualche pilota le avrà a disposizione anche quest’anno, per tutti noi altri, sarà importante capire dove mettere le ruote, dove essere conservativi e dove spingere!

 

Parlaci anche della tua auto, che è una Mini JCW 4×4. Un mezzo che deve vedersela con la Mini Buggy, due ruote motrici ma leggera e con molta escursione sulle sospensioni e la Toyota Hi-Lux, con 4wd ma più pesante.

La mia Mini è appunto la versione 4×4 e ha 280mm di escursione delle sospensioni, che è circa la metà di quella che ha la Mini Buggy e le Buggy sono sicuramente le auto più competitive per il tipo di piste che troveremo. Il problema è che credo che questo sia l’ultimo anno che le buggy possono essere guidate dai piloti prioritari, se non ricordo male. Quindi siamo in un periodo diciamo di transizione: non sarebbe saggio investire ora un in buggy, ma sicuramente sono i più competitivi al momento. I 4×4 hanno meno sospensioni ma, per esempio, Nasser Al-Attiyah ha mostrato quest’anno di poter avere un ritmo simile ai buggy, quindi non c’è alla fine una grossa differenza. Questo anche per merito di Nasser che è molto aggressivo nella guida: usa un setup più rigido ma nonostante tutto anche nei punti più difficili passa come un pazzo!

Io sono contento del set up della mia Mini, ancora è una macchina attuale, il bilanciamento dei pesi è molto centrato e il baricentro è relativamente basso. Chiaramente il difetto è che, rispetto a quando l’ho comprata, la tecnologia ha fatto passi avanti per cui penso che quest’anno la mia sarà l’unica Mini X-Raid con il vecchio motore twinturbo. Le altre sono tutte passate al motore a turbina singola ma, oggettivamente, con l’attuale congiuntura economica, non mi sembrava il caso di investire altri 100.000 euro per il nuovo motore. Vedremo il prossimo anno. In ogni caso è sempre una macchina che ci può portare nei primi 10 dell’assoluta.

 

Quest’anno quindi non cambierai macchina, ma cambierai navigatore, affidandoti all’esperto portoghese Paulo Fiuza. Non per scelta tecnica ma perché Saulius Jurgelėnas soffre ancora le conseguenze della gara del 2020 giusto? 

Onestamente ho atteso fino a novembre, considerando tutte le opzioni ma aspettando per vedere se i dottori avrebbero permesso a Saulius di partecipare a questa edizione. Il referto medico ha riportato ottimi miglioramenti, (dopo lo schiacciamento di alcune vertebre durante la Dakar 2020, ndr), ma ancora era troppo pericoloso per la sua salute. Allora ci siamo affidati a X-raid per trovare in poco tempo un buon navigatore, che abbiamo trovato in meno di 2 settimane. È un grande professionista e l’unica preoccupazione iniziale sarà la comunicazione. Infatti lui ha corso solo una Dakar navigando in inglese Stéphane Peterhansel, prima aveva sempre avuto piloti spagnoli e per me sarà la prima Dakar non in lituano. Certo, sono abituato alle note in inglese perché ormai da qualche anno le uso nei rally, ma è diverso: nei rally le istruzioni sono molto precise ma il vocabolario è limitato, nei raid abbiamo le note solo dei punti più pericolosi, per il resto il codriver deve pensare alla navigazione, intesa come orientamento. Quindi istruzioni meno precise ma decisamente un vocabolario molto più ampio.

 

Oltre ai tuoi ottimi risultati alla Dakar, sei anche campione nazionale rally per il secondo anno consecutivo. Quale è la differenza tra i due sport e come mai la Dakar è così popolare nella tua nazione?

La Dakar è una avventura che dura due settimane, all’interno delle quali succede di tutto, momenti drammatici, incidenti, rimonte. Si corre per vincere ma ci si aiuta tra equipaggi. Tutto questo crea delle storie, delle cose da raccontare e secondo me questo è il motivo per cui la Dakar non smette mai di essere popolare. Voglio dire, i rally ormai durano uno o due giorni, sono degli sprint, sono puro motorsport, la Dakar è motorsport e storie. Ovviamente ci vuole anche una buona comunicazione perché queste storie vanno raccontate al pubblico!

 

Già che hai aperto l’argomento rally: hai già un programma per il 2021?

Si, ho già in programma di fare il campionato nazionale. Ho firmato con Skoda Lietuva, l’importatore nazionale Skoda quindi cercherò di vincere ancora il campionato. In fondo questo è anche un buon modo per tenermi allenato e in condizione per la Dakar. Ovviamente bisognerà vedere come andranno le cose strada facendo, dal punto di vista sanitario ed economico, perché abbiamo visto quest’anno come le cose possono cambiare.

 

Noi di Rallyssimo facciamo ovviamente un grandissimo in bocca al lupo a Vaidotas, sperando di vederlo ancora in cima alla classifica e sapendo che non si risparmierà per arrivarci! Non perdetevi nei prossimi giorni la presentazione del percorso e degli equipaggi che troverete sempre qui, su Rallyssimo.it

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