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Monte-Carlo 1986: La conquista italiana nel territorio francese

L’astuzia, l’abilità e l’italianità della squadra Lancia ha aiutato Henri Toivonen a conquistare, nonostante un complesso avvio di gara, il 54° Rally di Monte-Carlo.

Lancia Delta S4, Peugeot 205 T16 EVO 2, Audi Quattro S1 E2 e Ford RS 200 sono alcune delle vetture che fanno parte di una delle categorie rimaste maggiormente nei cuori di tutti i tifosi, il Gruppo B.

Vetture dal peso irrisorio e dalle potenza mostruosa che caratterizzarono la massima categoria dei rally a partire dal 1982 e che troverà la massima estremizzazione nel biennio 1985-1986 prima di essere definitivamente bandite al termine proprio del 1986 per l’eccessiva pericolosità delle vetture e per i numerosi incidenti gravi che avevano costellato gli ultimi anni, in particolare proprio durante il 1986 con gli incidenti fatali di Santos in Portogallo e Toivonen in Corsica.

L’ultima stagione del Gruppo B (la stagione 1986) inizia come di consueto per i precedenti anni con il celebre ed inimitabile appunto del Monte-Carlo.
Cinquantaquattresima edizione che vide la partecipazione di 176 equipaggi pronti a darsi battaglia sugli 881.20 chilometri di prova speciale suddivisi in 36 prove speciali divise in 6 diverse giornate di gara.

Un evento particolarmente atipico per via di un fondo misto di asfalto, neve e ghiaccio che unito a prova particolarmente ed insolitamente veloci richiedevano un’elevata attenzione ai dettagli ed una meticolosissima preparazione.

La bramosità di Peugeot nel riportare la bandiera francese sulla vetta delle Alpi e la voglia di Lancia di mostrare il livello della nuova vettura hanno portato le due squadre a preparare l’evento monegasco con diverso periodo di anticipo.

La nuova vettura di casa Lancia, vincitrice al debutto al RAC rally 1985 dimostra di avere carattere e di poter ambire alla conquista del titolo piloti e costruttori mostrando al contempo di essere una vettura ancora acerba e con diversi problemi di affidabilità da risolvere, prima dell’avvio della stagione 1986 con il rally di Monte-Carlo.
Il 17 gennaio i tre equipaggi iscritti dal team Lancia, Markku Alen – Ilkka Kivimaki, Henri Toivonen – Sergio Cresto e Miki Biasion – Tiziano Siviero partono per la tappa di avvicinamento che da Sestriere porterà la carovana del rally a Aix Les Bains.

La vettura numero 3 composta dall’equipaggio finnico inizia a risentire dei primi problemi di affidabilità lamentando via radio accensioni irregolari sul “38”, numero identificativo che veniva usato per chiamare il progetto della Lancia Delta S4.
Nei pressi di Bergamo i meccanici decidono di intervenire sulla vettura sostituendo le cammes ed il loro sistema di comando.
L’intervento dei meccanici è rapido ed efficace ed in men che non si dica le tre vetture si riuniscono e ritornano in marcia per arrivare al primo controllo orario sempre tallonate dalle vetture di assistenza veloce di Lancia.

Le tre Delta S4, nonostante l’intervento sulla vettura di Alen, arrivano in tempo al controllo orario di Aix Les Bains per la prima prova speciale che per l’occasione è in diretta TV.
La prima giornata è un monopolio Lancia con Toivonen, vincitore di quattro delle sei prove speciali, al comando su tutti seguito dai compagni di team Alen e Biasion, quest’ultimo vincitore della prima prova speciale del rally al debutto su una vettura a quattro ruote motrici.
Tre Lancia Delta al comando dell’evento di casa dei francesi di Peugeot.

L’euforia tra i meccanici Lancia è elevata, ma Cesare Fiorio calma gli animi e fa tenere i piedi per terra conscio del fatto che il rally è ancora estremamente lungo e tutto può succedere.

La seconda giornata di gara è ancora sotto il dominio Lancia con Toivonen che riesce ad allungare e Alen e Miki Biasion che lo seguono con fare da “scudiero”, per proteggersi dagli eventuali attacchi delle Peugeot.

La terza giornata di gara inizia subito con la prova più lunga del rally, il Burzet con gli oltre 45 chilometri di prova speciale.

Il Burzet si tinge dei colori francesi con l’accoppiata Peugeot – Bruno Saby che riesce a vincere la prima prova speciale del Rally di Monte-Carlo e della stagione 1986.
Saby non si accontenta solo del Burzet, ma conquista anche le successive quattro prove speciali.
Henri “Henkka” Toivonen osserva la situazione consapevole del distacco che aveva nei confronti dei diretti avversari di casa Peugeot.

Durante il trasferimento tra la P.S. 12 e la P.S. 13 accade, però, il dramma e l’impensabile.
Sul Col de Moucheyre su una strada particolarmente stretta, tortuosa e costellata da diversi sprazzi di ghiaccio una Ford Taunus color nocciola sbuca improvvisamente in senso contrario al verso di marcia della Delta numero 7 e complice il tasso alcolemico completamente fuori limite e delle gomme completamente lisce portano ad un clamoroso impatto con la parte anteriore sinistra della vettura.
I danni sono particolarmente elevati e gravi e la parte anteriore della vettura è completamente distrutta.
L’ombra del ritiro con il passare del tempo si fa sempre più presente e pesante.

Mikkola arrivato sul posto prima di tutti arriva al controllo orario della P.S. 13 esponendo ciò che ha visto ed affermando con assoluta certezza il ritiro dell’equipaggio finno-americano.
Sergio Cresto nel mentre lancia immediatamente l’allarme ed in men che non si dica il frontale della vettura è completamente smontato con i meccanici già all’opera per cercare di riparare la parte sinistra della vettura.
I meccanici iniziano a sostituire radiatori, a ricostruire la sospensione e sostituire il cofano pesantemente danneggiato, ma il tempo non è abbastanza.

Fiorio immediatamente avvisato del problema, decide che la riparazione avverrà in due fasi per evitare di finire fuori tempo massimo.
La vettura viene rimontata quanto basta per arrivare in maniera del tutto autonoma alla prima assistenza disponibile dove verrà riportata ad uno stato di perfezione assoluta.

Il duo finno-americano risale in macchina nonostante un dolore particolarmente importante sulla gamba di Toivonen che si scoprirà essere poi in futuro una sublussazione del femore.
Con gran furia arrivano al service, ma invece che imboccare la corsia delle assistenze si dirigono immediatamente al C.O. di uscita per evitare di pagare troppi minuti.

Fiorio rimasto incredulo da quanto visto sposa subito il pensiero vincente di Henri ed invita i propri meccanici a bordo delle assistenze veloci a tallonare la “38” numero 7 e sfruttare ogni momento disponibile per riparare la vettura.

Le penalità, alcune forature ed i danni accusati sull’anteriore sinistro della vettura di Toivonen permettono alle Peugeot 205 di avvicinarsi e di conquistare la vetta della gara con Salonen durante la P.S. 23 Sisteron – Thoard  , complice anche il ritiro della Lancia Delta numero 3 di Markku Alen ritiratasi per un problema al giunto che collega l’albero a cammes allo spinterogeno.

Le ultime due giornata di gara saranno cruciali per Lancia e Peugeot per decretare chi e quale team potrà tingere dei colori della propria bandiera l’evento monegasco e le oltre 20 ore di pausa tra l’ultima prova della quarta giornata e la prima della quinta giornata saranno cruciali per permettere di trovare quei millimetri necessari per poter tornare in vetta e vincere.

I ricognitori ed i vari piloti ufficiali animano forsennatamente le rimanenti prove speciali per cercare di prevedere le condizioni e di trovare una qualche soluzione che possa fornire un vantaggio rispetto a tutti gli avversari.

Le ore passano ed i ricognitori continuano ad aggiornare i piloti di qualsiasi condizione o cambio di temperatura dell’ambiente e dell’asfalto.
In Lancia i ricognitori all’unisono, nonostante le condizioni pressoché asciutte, indicano la propria scelta asserendo la semplice parola “Rain” che normalmente indicava l’uso di gomme da bagnato, ma che nel team italiano veniva interpretato in maniera opposta in quanto i membri del team avevano il compito di indicare, quando si parlava di gomme, l’esatto contrario di quanto poi utilizzato in prova per cercare di depistare eventuali ascoltatori non autorizzati dei team avversari.

La scelta delle gomme non sembra, però, pagare e proprio sulla prima prova di giornata il distacco tra Salonen e Toivonen si allunga e dai circa 33 secondi  finisce ad oltre 48 secondi di distacco.
Al Col de Turini succede però l’impensabile.
La vettura di Salonen inizia a perdere i colpi arrivando al celebre svalico con soli 3 cilindri funzionanti che lo costringe ad arrivare al traguardo con un ritardo di 24 secondi sul diretto avversario dimezzando così il proprio vantaggio nei confronti dell’equipaggio finno-americano di casa Lancia.

Henri è in modalità “Maximum Attack” e sulla P.S. 28 St Sauveur 1 riesce a riconquistare la vetta della gara rifilando ben 38 secondi al diretto avversario ottenendo un vantaggio di 24 secondi su Salonen che diventano poi 40 con la vittoria della P.S. 29 Puget Thenier.
L’ansia è alle stelle, ma l’attenzione deve rimanere alta per evitare errori come capitato sulla vettura di Miki Biasion che hanno obbligato il pilota italiano di casa Lancia ad una furibonda rincorsa per cercare di timbrare in tempo ed evitare di finire fuori tempo massimo.

La propria corsa termina nei peggio modi.
Una placca di verglas presa ad oltre 140 chilometri orari lo proietta direttamente contro il muro costringendolo al ritiro definitivo dalla corsa facendo così sfumare un possibile podio al debutto su una vettura a quattro ruote motrici.
Fiorio richiama all’attenzione i propri meccanici che non possono permettersi di compiere ulteriori errori che potrebbero far sfumare la vittoria di Toivonen.
Le ore passano e l’oscurità della notte inizia a inondare i paesaggi e le strade francesi, ma il vantaggio di Toivonen continua ad aumentare arrivando ad oltre un minuto.

Vantaggio importante, ma non abbastanza per Cesare Fiorio che, preoccupato da possibili ritorsioni e vendette del popolo francese come accaduto a Bjorn Waldegard durante il Monte-Carlo del 1979 per favorire Bernard Darniche, decide di “mimetizzarsi” tra i francesi ordinando ai propri meccanici di montare, durante l’ultima assistenza disponibile, gli stessi fari gialli in dotazione alle Peugeot per cercare di illudere eventuali possibili attentatori.

L’inganno funziona ed il passo forsennato del finnico di casa Lancia lo porta ad allungare il proprio vantaggio ad oltre quattro minuti di ritardo riuscendo a recuperare oltre un minuto e trenta solamente sulla P.S. 33 Saint-Sauveur-sur-Tinée – Beuil.

Il miracolo è riuscito e l’ultimo C.O. sigla la definitiva consacrazione della Lancia Delta S4 e di Henri Toivonen al rally di Monte-Carlo.
Un vantaggio di 4:04.0 secondi sul connazionale, ma avversario di team, Timo Salonen che dopo l’incidente rimediato nel trasferimento tra la P.S 12 e P.S. 13 sembrava impossibile avere, ma che solamente la dedizione, l’arguzia, l’unione e l’abilità del Team Lancia unite al talento di Henri hanno potuto rendere possibile l’impossibile.

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