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Tommi Makinen, The Flying Finn – Video di Rally

Ripercorriamo la carriera di uno dei più forti piloti della storia

Nato a Puuppola il 26 giugno 1964, esordisce ad appena 21 anni nel mondo dei rally alla guida di una Ford Escort RS 2000. Due anni più tardi ecco il primo gettone nel Campionato del Mondo. Le sue grandi doti al volante non passano certo inosservati agli addettia ai lavori e ed entra immediatamente in quella fantastica e leggendaria cerchia denominata “Flying Finns”. Di chi stiamo parlando? Semplice, di uno dei driver più forti della storia: Tommi Makinen.

Il finnico ottiene la prima vittoria iridata nel 1994 quando, proprio nel rally di casa, posiziona le quattro ruote della Ford Escort RS Cosworth davanti a tutti.

Seppur estremante taciturno, la sua guida risulta efficace e viene nel 1995 ingaggiato dalla Mitsubishi per affiancare lo svedese Kenneth Eriksson sulla Lancer Evo III. Nasce così uno dei binomi più vincenti del rallysmo moderno, con lo stesso Makinen che inizia a macinare vittorie su vittorie.

La stagione seguente, quella del 1996 appunto, Tommi Makinen è un pilota praticamente maturo e pronto per il salto di qualità. In coppia con Seppo Harjanne alle note, agguanta il primo iride mondiale dopo una cavalcata incredibile. Un traguardo a cui il ragazzo di Puuppola ambiva a raggiungerlo da molto tempo.

Davvero impressionante vederlo danzare sulle nevi della Svezia con l’auto dei Tre Diamanti.

Nel 1997 il costruttore decide di sviluppare la Lancer per il nuovo campionato. Gli ingegneri studiano a lungo le evoluzioni e lanciano nella mischia la nuova Evo IV. Makinen e Harjanne trovano immediatamente il giusto feeling e fanno il bis: secondo titolo iridato consecutivo e una spietata concorrenza ancora battuta.

Davvero singolare il crash in cui incappa il finnico al Tour de Corse. In piena traiettoria si trova una mucca in mezzo alla strada, con l’impatto che diventa inevitabile. L’auto si avvita su sè stessa e svivola rovinosamente nel fossato con, fortunatamente, nessuna grave conseguenza per l’equipaggio.

https://www.youtube.com/watch?v=cR7P41XeYGc

Arriviam quindi al 1998. Ralliart vuole ancora confermarsi al vertice della disciplina e compie uno sforzo ulteriore: la Lancer viene ancora aggiornata e nasce la Evo V. Makinen nel frattempo saluta Seppo Harjanne e affida il delicatissimo sedile di destra a Risto Mannisenmaki.

Il resto non cambia granchè. Per il terzo anno consecutivo Makinen conquista il campionato ed entra di diritto nell’Olimpo dei Piloti. Un finale di stagione al cardiopalma quello del 1998, con l’alfiere della Mitsubishi e Carlos Sainz che arrivano al glorioso RAC praticamente appaiati. Makinen si ritira praticamente nelle battute iniziali della gara gallese dopo aver disintegrato la sospensione posteriore destra su un muretto di cemento e lascia la scena alo spagnolo. In Toyota gli suggeriscono di effettuare una gara accorta e così sarà fino agli ultimi 800 metri dell’ultima prova speciale. Con il titolo praticamente in tasca, la Corolla Wrc decide di ammutolirsi e quindi di fermarsi con il motore KO. Makinen viene a conoscenza del fatto in albergo e si dirige immediatamente nel quartier generale del rally per festeggiare il terzo pesantissimo sigillo.

L’evoluzione per la stagione seguente pare ormai divenuta una tradizione e Ralliart non tradisce le attese. Per il 1999 viene disegnata e prodotta la Mitsubishi Lancer Evo VI con cui Makinen vince il quarto campionato del mondo per la quarta volta consecutiva. Un successo che gli permette di raggiungere Juha Kankkunen (seppur il connazionale non li ottenne consecutivamente, ndr), ma soprattutto di consacrarsi come un mostro sacro.

Senza dubbio, il trionfo passa anche dal mitico Rally di Sanremo. In Liguria le neonate Peugeot 206 Wrc sembrano imbattibili, con Delecour e Panizzi che fanno a voce grossa in lungo e in largo. Tommi sa che serve almeno un podio per stare davanti ad Auriol e decide di gareggiare con intelligenza e temperamento.

Dopo aver fatto sfogare gli altri, il finnico sale in cattedra come soltanto lui sa fare e inanella scratch su scratch. Una rimonta furiosa e che bissa la vittoria ottenuta 365 giorni rima su queste strade, dimostrando che anche degli “allergici” come i nordici sanno andare forte e vincere sull’asfalto.

Ma come tutte gandi storie d’amore, anche quella tra Makinen e Mitsubishi volge al termine. I due si separano nel 2002 quando il driver passa alla corte di Prodrive dove per lui è pronta la Subaru Impreza Wrc.

Makinen, che nel frattempo ha rimpiazzato Risto Mannisenmaki in seguito al pauroso crash di cui sono stati vittima in Corsica con Kaj Lindstrom, si ritrova dunque con una squadra nuova con cui collaborare.

La nuova stagione parte immediatamente con una vittoria, l’ennesima a Monte-Carlo. Sebastien Loeb e la Citroen Xsara Wrc tagliando per primi il traguardo monegasco ma, a seguito di un cambio gomme effettuato in zona proibita, viene penalizzato e fatto scivolare in piazza d’onore.

Quella sarà l’ultima vittoria ottenuta nel WRC dopo una carriera trionfale, terminata nel 2003 dopo aver aiutato il compagno di squadra Petter Solberg a vincere il titolo Piloti.

Ma ovviamente, Tommi non poteva di certo abbandonare il circus e viene ingaggiato dalla Toyota nel ruolo di tester e Team Principal. La squadra nipponica sta preparando il suo ritorno dopo l’abbandono del 1999 e sta lanciando la nuovissima Yaris Wrc. Con la sua infinita esperienza Makinen macina qualche chilometro sulla nuova arma, per poi sedersi dietro alla scrivania e guidare nel 2019 Ott Tanak al titolo Piloti.

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