Skip to content Skip to sidebar Skip to footer
Tempo

3 MIN

WRC – Perché i piloti italiani dovrebbero frequentarlo di più

Riflessioni libere dopo il Rally di Roma Capitale

I risultati di Giandomenico Basso e Andrea Crugnola, ma soprattutto il livello della loro prestazione in questo ultimo Rally di Roma Capitale hanno riaperto numerosi dibattiti e chiacchiere da bar su chi è il più forte tra i nostri piloti e a chi dovrebbero dare una Plus etc etc.

Siamo un popolo di allenatori, virologi e quant’altro, figuriamoci se non siamo pronti a dir la nostra anche sui rally. Parliamoci chiaro: va bene così, ci sta tutto e fa veramente parte della nostra anima latina. Tuttavia, e qui dico anche io la mia, il punto della questione è un altro, la discussione non dovrebbe vertere su chi vorremmo su una “Plus” (ormai dovremmo iniziare a dire Rally1…), ma su come i nostri dovrebbero fare per arrivarci.

Lasciamo perdere i figli d’arte, per i quali la strada, se non proprio spianata, è quantomeno in discesa, e lasciamo perdere anche chi ha budget illimitati e si può permettere di fare decine di gare l’anno e distruggere altrettante scocche senza battere ciglio. Rimaniamo sulla terra e pensiamo davvero a quello che ci manca per fare il salto di qualità.

Molti di voi ora penseranno alla mancanza di un costruttore come Lancia e certo male non farebbe avere un costruttore che fa di tutto per avere un pilota nel WRC.  Ma in Finlandia e in Estonia non mi pare di aver visto molte fabbriche di auto, per cui si può andare avanti anche senza questo particolare vantaggio.

Sicuramente da noi si inizia mediamente più tardi e questo fa perdere appetibilità ai nostri piloti e sicuramente alcune scelte della nostra Federazione Nazionale sono quantomeno discutibili. Mi ricordo che un tempo veniva dato un contributo ai piloti che si piazzavano meglio nel mondiale, in modo da dargli una possibilità in più per la stagione successiva. Magari anche questa idea è criticabile e non va nella logica dell’aiuto ai giovani, ma visto che i nostri giovani proprio giovanissimi non sono, perché non provare a favorire i più forti? Mi pare che Mancini non abbia pensato all’età per costruire la nazionale campione d’Europa…

Favorirli in che modo? Aiutandoli a superare il vero problema che hanno i piloti italiani: essere più o meno costretti a rimanere a correre in Italia! Bisogna togliersi l’etichetta di piloti bravi solo in casa, altrimenti nessuno ci darà una possibilità. Onor del vero Basso, che campione d’Europa lo è già stato in passato, ci aveva provato quest’anno, ma purtroppo, vuoi per la pandemia vuoi per mille ragioni, è dovuto tornare sui suoi passi.

Per me questa è la chiave di lettura di questo Rally di Roma: siamo forti, fortissimi sull’asfalto, ma rimarremo sempre quelli che vanno forte solo a casa finché non ci impegneremo in un campionato diverso. L’ERC è un bel campionato, combattuto e con molte star del WRC, ma raramente ha lanciato un pilota verso il mondiale. Meglio allora puntare sul WRC3, magari facendo solo alcune gare, scegliendo quelle che sono più affini alle caratteristiche di questo o quel pilota e che richiedono un budget meno esoso.

Due o tre gare in WRC3 possono dare molta più visibilità di un intera stagione di ERC e di 4 o 5 CIR. Ovviamente poi bisogna fare i tempi e, possibilmente, vedere il traguardo, ma se vogliamo dimostrare di essere all’altezza del mondiale, dobbiamo correre nel mondiale.

Altrimenti rimarremo sempre quelli che sono forti a casa loro ma che non vengono mai presi in considerazione per qualcosa di più.

Photo Credit: ACI Sport
Mostra commentiChiudi commenti

Lascia un commento

0.0/5

Rallyssimo.it – TESTATA GIORNALISTICA
Iscrizione autorizzata al Registro Stampa del
Tribunale di Rimini N° 6 del 19/11/2019

Iscriviti alla Newsletter

RALLYSSIMO © 2022 – The SpaceWeb Agency The Space