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Cosa ci insegnano le fredde nevi svedesi del 2022? – Il punto di Vittorio Caneva

Puntuale l'analisi "a freddo" dell'ultimo round del WRC

In primis che organizzare una gara del genere sta diventando sempre più complicato. Prima la presunta migrazione delle renne che probabilmente ha nascosto un problema di più larga portata, permessi ripristini e menate con le quali in Italia conviviamo. Poi troppa neve sulla strada quindi penalizzati i primi, poi troppo poca perché fa caldo. La realtà è che le auto con cui si corre che sono troppo veloci, 140 e passa di media sono velocità assurde in quelle condizioni. Ma questo è. Alla fine ha vinto il giovanissimo Rovanpera, con una gara a dir poco perfetta senza mai sbagliare nulla. Onore a lui e profonda ammirazione per chi lo ha portato a questo livello. I Sebastiani per la prima volta sono rimasti seduti in divano e, tra un Pastis e l’altro, avranno commentato le prestazioni degli ex avversari. Già mi vedo Loeb con le parole crociate a guardare i tempi dei propri compagni di squadra, con delle smorfie di dolore come se avesse un cactus sotto il divano. Per fortuna che abbiamo visto che non è solo la macchina a contare ma anche i piloti. In M-Sport avranno forse pensato che se vogliono vincere ancora qualcosa dovranno per forza richiamare “il riservista”, togliergli il bicchiere e spedirlo urgentemente in Croazia. Mentre dall’altro divano l’altro Sebastien avrà gioito per la vittoria del giovanotto ma, avrà sicuramente tirato una ciabatta al gatto quando l’altro compagno di squadra ha perso completamente la testa ed è andato prima in un piazzale in “stile Meeke” e poi contro uno snow bank a finire una gara che fino ad allora lo aveva visto molto forte. In Hyundai si stava realizzando un sogno: vedere Tanak vincere, o per lo meno lottare alla grande ma, la beffa che non voglio nemmeno commentare lo ha fermato. Ci ha pensato Neuville a non fare cazzate e a portare finalmente in fondo in buona posizione la sua macchina. Insomma, il gatto di Adamo sta ancora correndo. In poche parole, la Svezia 2022 ci ricorda che al giorno d’oggi le cose vanno così: auto stratosferiche in cui una tecnologia ancora acerba ha mostrato dei problemi che speriamo vadano risolti. Piloti pochi anzi pochissimi. Probabilmente ce ne sono più in WRC2 che non in WRC. Le case alle prese con sviluppi costosi e piuttosto complicati. Organizzatori al capestro con regole cervellotiche che ne limitano le idee e ne alzano i costi per organizzare le gare. Mi siedo e bevo qualcosa anche io. Penso a quando c’erano almeno cinque-sei case costruttrici, venti piloti da top tre ed un pugno di scuderie scuderie con altrettanti piloti. Probabilmente sarò tacciato, come al solito,  come nostalgico rimbambito, ma vi dico la verità: mi entusiasmavo di più allora.
Foto di copertina: Jaanus Ree / Red Bull Content Pool
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