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RAC Rally 1990 – Colin McRae: la maniglia di un cancello sulla porta di Ringer per finire la gara

I meccanici, con un tentativo disperato, salvarono la gara, e forse la carriera, di Colin

“Quando hai capito che ce l’avresti fatta?”

E’ forse questa la domanda più gettonata e scontata che uno sportivo, o una qualsiasi persona di successo, si sente inevitabilmente rivolgere dopo aver raggiunto la tanta agognata meta.

Un titolo iridato, una medaglia, ma anche traguardi più o meno semplici nella vita di tutti i giorni.

Una domanda che purtroppo, a Colin McRae, nessuno potrà mai più rivolgere… ma chissà, forse, Colin avrebbe anche risposto di aver sempre saputo in cuor suo che un giorno ce l’avrebbe fatta.

In questi casi è forse più logico chiedersi quando anche gli altri hanno capito che quel tale ce l’avrebbe fatta, o ancora, quando per la prima volta si sono accorti di quella persona.

Sì, lo so a cosa state pensando: Rally 1000 Laghi 1992: quando il mondo si accorse di Colin McRae.

Assolutamente, ma sottolineo, il mondo. Con una prestazione passata agli annali tutti, ma proprio tutti, si accorsero di Colin McRae.

Ma per i più attenti, per i veri addetti ai lavori, ci fu un paio di anni prima un’altra gara con cui lo scozzese puntò la pila negli occhi ad alcuni, segnalando in maniera inequivocabile la sua presenza.

Una gara che, ovviamente, visto il personaggio di cui stiamo parlando, non poteva certo limitarsi ad un risultato di rilievo ma doveva essere condita con un classico episodio “alla McRae” e per questo motivo il RAC Rally 1990 è probabilmente la prima vera affermazione di Colin McRae tra i grandi.

Sia come risultato finale, sia per il modo rocambolesco in cui è capitata.

A caccia del risultato pesante

Al termine della stagione 1990 Colin McRae è probabilmente in bilico tra il poter diventare il degno erede di papà Jimmy o finire per essere ricordato solo come suo figlio.

Il 1989 è stato un anno importante: due vittorie nello UK National al volante della Sierra Cosworth, condite dall’esordio mondiale in Svezia, sono un ottimo biglietto da visita e il quinto posto assoluto in Nuova Zelanda può essere la famosa ciliegina sulla torta.

Ok, al via della tappa iridata agli antipodi non c’è proprio nessuno ma la prima speciale vinta e i primi punti iridati non sono certo poca cosa.

Tornando al successivo 1990, per uno che vuole fare il salto di qualità, sarebbe già tempo di mettere in bacheca qualcosina di più.

Colin si butta sull’europeo che fa spesso tappa in Gran Bretagna, centrando qualche podio ma mancando il bersaglio grosso.

La vittoria al Cartel International Rally di inizio anno, valevole per il campionato nazionale, è qualcosa ma non basta, ed ecco che in un attimo siamo già a fine stagione.

La velocità c’è, la consistenza molto meno, e le scocche da riparare non si contano. Ad attendere Colin per l’anno dopo c’è il nulla, nessun programma, nessun aiuto.

All’orizzonte c’è il RAC, ultimo round del campionato del mondo, e probabilmente della carriera di McRae.

Colin è iscritto con una Sierra Cosworth 4×4 della Shell Oil UK e intorno a lui ci sono tutti quelli che contano: Sainz, Kankkunen, Alen, Vatanen, Salonen, Biasion, Airikkala, Mikkola, Eriksson, Auriol, Fiorio, Eklund, e pure papà Jimmy sulla vettura gemella.

Il campionato è già deciso da un pezzo, ma nessuno di quelli appena citati è in gita di piacere tra i giardini di sua maestà.

Colin sa che è arrivato il momento e non può sprecare una seconda occasione dopo quella dell’anno precedente, sempre fra le strade “di casa”.

La maniglia che salvò la gara, e la carriera, di Colin

E’ il solito Colin: 17esimo al termine della prima giornata di gara, dalle parti di Chatsworth lo scozzese ha già cominciato ad accartocciare qua e là la sua Sierra, ma non molla.

A fine seconda tappa è decimo, ma ad Hamsterley la guarnizione della testata, bruciata, rischia di far saltare tutto.

In assistenza fanno i miracoli, cambiando la testa del motore in mezz’ora, ma la corsa in trasferimento per arrivare a Kielder è inutile.

Il marshall informa Ringer che i due sono fuori tempo massimo, game over.

Derek racconterà di essere riuscito in qualche modo a far scrivere sulla tabella il tempo “corretto”, permettendo ai due di continuare, e finire in altri guai.

Nel profondo di Kielder si rompono l’alternatore e un semiasse, il tutto sotto una pioggia incessante.

In assistenza a fine giornata decidono di sostituire il cambio, in via precauzionale, solo per vederlo rompersi immediatamente la mattina dopo. Tutto da rifare.

Nel frattempo la porta sul lato di Ringer non ne vuole più sapere di rimanere chiusa.

E’ il risultato di una escursione del primo giorno a Chatsworth. Così non si può proseguire e i ragazzi dell’assistenza decidono quindi di saldare la porta alla scocca.

I marshall però bocciano l’idea e impongono che la portiera debba essere funzionante e si possa poter aprire in caso di emergenza. Anche l’idea di chiudere la portiera con del nastro adesivo viene respinta.

Non si sa più cosa fare, ma ad un tratto Ian Kelly nota il cancello del giardino della casa vicina all’assistenza.

L’idea è pazza, ma è l’unica che potrebbe funzionare. I ragazzi staccano il blocco serratura dal cancello e lo attaccano in qualche modo sulla fiancata e la porta della Sierra.

Funziona, e Colin può ripartire.

Le cose sembrano finalmente mettersi meglio nelle battute finali di gara, con Colin che spinge vincendo anche una prova. Dopo l’uscita di KKK mentre era al comando tutti guadagnano una posizione. Colin si installa al sesto posto, e non lo mollerà più.

Anni e anni dopo Derek Ringer valuterà quella prestazione come la più importante in prospettiva per la carriera di Colin:

” Invece di essere solo il figlio di Jimmy, Colin improvvisamente si mostrò come uno con un gran talento “

Qualche settimana più tardi, infatti, al termine della gara e del campionato un tale David Richards alzò la cornetta del telefono… gli era venuta una idea.

Credit and Pics: The Gravel Crew, Autosport.com, RedBull.com
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