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” Il Safari Rally, oltre che avventura sportiva è soprattutto un’avventura umana! “

A distanza di qualche settimana dalla gara africana abbiamo risentito Francesco e Riccardo Garosci, unici italiani al via della competizione di quest'anno. Dopo tanti anni

Sono stati gli unici due equipaggi, totalmente italiani, a decidere di competere in una gara tanto affascinante quanto impegnativa come il Safari Rally. E vedere la bandiera Tricolore sventolare in terra africana è stata fin da subito una sorpresa: non capitava, a parte la presenza di Lorenzo Bertelli e Simone Scattolin sulla Ford Fiesta WRC di M-Sport nell’edizione del 2021, dal lontano 1999, con l’ultima apparizione in Kenya della coppia Liatti-Cassina a bordo della Seat Cordoba WRC.

Quando la “famiglia Garosci” ha deciso di prendere parte alla competizione kenyota abbiamo da subito deciso di ascoltarli e parlare con loro, Francesco e papà Riccardo, alla vigilia della partenza per l’Africa. Ed ora, con altrettanto piacere, abbiamo deciso di farci raccontare la loro avventura in terra africana.

Francesco Garosci e Daniele Bottallo impegnati nel Safari Rally 2024 – Foto: Eric Santos – ewrc

 

Francesco ha gareggiato nel Safari National che si è corso sulle stesse prove del Safari Rally WRC ma disputando ogni giorno soltanto un giro di prove. Una “consolazione” in quanto, anche lui iscritto alla competizione valida per il Mondiale, durante le verifiche tecniche, forse più per un cavillo regolamentare piuttosto che per un reale problema di sicurezza o di omologazione, la sua Mitsubishi Lancer Evo X non è stata ritenuta idonea per il WRC.

Riassumendo la sua gara Francesco afferma:

“ Il pre-gara è stata la parte più difficile, gestire il team e tutti i problemi, un team esperto ma che affronta la gara ed il rapporto con l’Organizzazione non con lo “stile europeo”, non è stato facile. Oltre chiaramente ad un pizzico di delusione per non poter gareggiare nell’evento principale insieme e “contro” papà. Poi il ritiro per problemi di pescaggio della benzina, riuscendo a ripartire grazie al Super Rally. Una gara divisa in due parti “

Cosa hai imparato dal Safari Rally?

“ Per affrontarlo e portarlo a termine bisogna avere rispetto estremo per la macchina. Ho imparato, come detto anche dai piloti locali, ad esempio Tundo che era nel nostro stesso team, che nel Safari esistono due traiettorie: quella “tipica” della gara e quella “della sopravvivenza”. Spesso capita anche che in qualche punto ci siano due strade parallele e bisogna scegliere di percorrere la migliore. La situazione durante le ricognizioni, e di conseguenza le note scritte, è completamente diversa da quella che poi ritrovi in gara “

Questo il post pubblicato da Francesco sulla sua pagina Instagram (bellagaro_)al termine del rally:

Come si è comportato il tuo navigatore?

“ Daniele Bottallo, navigatore meno esperto nei rally, nonostante la grande esperienza in maratone come la Dakar, ha avuto il grande merito di accettare la sfida, una sfida forse tra le più difficili del panorama rallistico mondiale. Si è creato subito un grande feeling in macchina, siamo stati di aiuto e stimolo reciproco riuscendo a superare diversi momenti non facili “

Una cartolina dall’Africa?

“ Una cosa bellissima, al di là dei rischi, la natura e gli animali che si muovono e si spostano in prova. Il Safari ha poi le strade ricoperte di persone, bambini e appassionati lungo le prove, ma soprattutto in trasferimento. Sempre pronti a salutare come fossimo ufficiali, una cosa unica, un vero spettacolo. Alla fine di ogni giornata era previsto un passaggio obbligatorio, in un’area dedicata ai fan, con una sessione di foto ed autografi. Il Kenya, come Stato, è davvero molto interessato e partecipe all’evento, lo stesso Presidente in prima persona. Anche il Ministro della Gioventù e del Turismo del Kenya ha avuto grandissimo interesse e curiosità verso noi equipaggi italiani. Un evento fondamentale per l’economia ed il territorio “

Ed ecco un breve riassunto, per immagini, pubblicato su Instagram, della gara di Francesco:

Riccardo Garosci, affiancato da Rudy Briani, durante il Safari Rally 2024 – Foto: Eric Santos – ewrc

 

Papà Riccardo ha gareggiato nell’evento maggiore, quello valido per il WRC, anche lui a bordo di una Mitsubishi Lancer Evo X gruppo N, e per riassumere il significato della sua partecipazione alla gara kenyota, in poche parole, afferma senza dubbio:

“ Il Safari Rally, oltre che avventura sportiva, è un’avventura umana! “

Cosa ha significato avere al tuo fianco un navigatore esperto come Rudy Briani?

“ Avere Rudy al mio fianco, amico oltre che navigatore, è stato fondamentale per la sua esperienza e la tranquillità che riesce a trasmettere. E’ stato “maestro” anche per il meno esperto Daniele Bottallo, navigatore di Francesco “

Quale “cartolina” porti a casa dalla partecipazione al Safari Rally?

“ Nel Safari hai la possibilità di vedere un grande entusiasmo da parte del pubblico e degli appassionati, e quello che è più importante si tratta di pubblico giovane, un po’ come da noi negli Anni 70-80. Grande interesse, passione, euforia soprattutto verso gli europei ma in generale verso tutti gli equipaggi stranieri. Il Safari Rally è un patrimonio turistico, sportivo, culturale. Grande affetto e passione verso tutti gli equipaggi, dal primo all’ultimo. Avere la possibilità di conoscere e fermarsi a parlare con i piloti ed i navigatori, i protagonisti del WRC, attuali e passati: noi abbiamo avuto la fortuna di incontrare e fermarci a parlare spesso con Oliver e Petter Solberg “

Com’è stato affrontare una gara così dura che ha creato tanti problemi anche ai top driver del WRC?

“ Quando transitavamo noi sulle prove eravamo costretti a buttare la macchina dentro ai binari scavati dal passaggio delle WRC, rotaie spesso piene di fango. Molto spesso il classico “non tagliare” appuntato durante le ricognizioni si trasformava, senza tante esitazioni ma perché necessario, in “taglia!”. Le Pirelli Scorpion di cui eravamo equipaggiati sono state fantastiche, non abbiamo mai avuto problemi di forature, abbiamo corso con le K6B, rinforzate con mescola morbida, hanno avuto una grande durata e non abbiamo mai avuto problemi di consumo nonostante la durezza delle strade “

Quali sono stati il momento migliore ed il peggiore della tua gara?

“ Il momento peggiore l’ho vissuto sabato. Durante la speciale “Sleeping Warrior”, oltre 30 chilometri che equivalgono, a livello di fatica fisica, a 400 percorsi in una Dakar. Una prova sfiancante a livello fisico, mai un allungo e mai un tratto senza pietre. Ma è stato ampiamente compensato dal momento migliore di tutta la gara: terminare la Power Stage, l’ultima prova, vedere il traguardo e vedere anche Francesco giungere alla fine, con macchine ed equipaggi assolutamente integri “

Questo il post, pubblicato sempre sui social da Francesco Garosci, per rivivere le emozioni vissute in gara:

https://www.instagram.com/reel/C5NqsZeNZTu/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==

Progetti per il futuro? All’unisono rispondono Francesco e papà Riccardo:

“ Rimaniamo con i piedi per terra, siamo gentleman driver e corriamo per puro divertimento. Cerchiamo di lavorare sodo e faremo il possibile per partecipare ad altri appuntamenti iconici, come il Safari di quest’anno “

Poi Riccardo aggiunge:

“ Il Rally del Marocco, che nulla ha a che vedere con le piste nel deserto, è stato quello che mi ha fatto innamorare dei rally, al tempo della Lancia Fulvia. Il Rally della Costa d’Avorio è una gara molto simile al Safari. Ho corso entrambi e, se tornassero nel Mondiale, li correrei subito di nuovo “

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