A che punto è la scommessa di Hyundai con Adrien Fourmaux?
Con la Sardegna alle porte proviamo a capire a che punto è il "grande salto" del pilota francese
Era il 2020 quando Malcolm Wilson stupiva tutti decidendo di “togliere” la Ford Fiesta Rally2 arancione a Simone Campedelli per lasciare spazio alla sua scommessa Adrien Fourmaux. Per il patron di M-Sport il pilota francese, classe 1995, valeva un sedile mondiale e da lì iniziava ad insistere per portarlo in un sedile importante nel World Rally Championship.
Un’intuizione giusta, sensata, che qualche stagione dopo vede Adrien sulla Puma Rally1 Hybrid per una stagione tutt’altro che esaltante con conseguente declassamento nel 2023. Poi il 2024, una consapevolezza diversa, un’esperienza diversa e Fourmaux impressiona tutti chiudendo in quinta posizione il mondiale e meritandosi la chiamata di Hyundai Motorsport.
A qualche settimana dal Rally Italia Sardegna e molto vicini al giro di boa, vediamo come sta andando e se la scommessa di Wilson raccolta poi da Cyril Abiteboul sta confermando le aspettative.
Il riassunto della stagione fino ad oggi
A metà stagione Adrien Fourmaux occupa il 7° posto nel mondiale WRC con 44 punti all’attivo e ben 10 vittorie di speciale, pur dovendo ancora centrare il suo primo successo assoluto.
La stagione è partita nel segno della concretezza al Rallye Monte-Carlo, dove il francese ha centrato un brillante 3° posto assoluto con la Hyundai i20 N Rally1. In Svezia però è arrivato il primo ritiro: costretto al Super Rally, ha ripreso la gara ma chiuso solo 40° senza raccogliere punti iridati. Qui è stato al centro di una lunga diatriba per le espressioni “colorite” durante le interviste.
Analogo copione in Kenya: un problema elettrico lo ha fatto uscire di scena prima del tempo, ma Fourmaux ha sfruttato il regolamento SR per rientrare e vincere la Power Stage senza disputare le prove del sabato. Alle Isole Canarie il francese ha finalmente raccolto un risultato pieno, mettendosi alle spalle diversi avversari e conquistando un meritato 5° posto. Stessa sorte in Portogallo con la toccata sul masso a metà gara che lo ha estromesso dalla lotta (ndr. come da foto di copertina).
Velocità e fallosità vanno a braccetto
Fourmaux va fortissimo ed in grado di infastidire i big del mondiale. É un dato di fatto. Sulla prova “secca” il pilota francese riesce a mettere la sua i20 davanti a tutti in diverse condizioni e regge confronto e pressione senza particolari sforzi. Solo Tanak, Rovanpera, Evans ed Ogier hanno vinto più prove di lui e questo è un segno di velocità assoluta del tutto incontrovertibile.
Altrettanto vero è che mentre cerca di farlo Fourmaux è molto più falloso dei rivali. Infatti, ad oggi, è uno dei big che più si è ritirato o ha dovuto far ricorso al Super Rally. Ad onor del vero c’è che la sua i20 non lo ha sempre supportato e che in alcuni casi la fragilità tecnica ha avuto il suo peso specifico.
Rispetto al passato c’è una differenza sostanziale: la tenuta mentale. Adrien è sul pezzo: corre, sgomita, azzera il mindset ad ogni gara e cerca di ritagliarsi un ruolo importante. Ai tempi dell’esordio con la Puma questo aspetto aveva giocato un ruolo fondamentale, mostrando un pilota dal grande potenziale ma succube della paura di sbagliare che lo portava a sbagliare ancora.
Alla soglia dei 30 anni è forte la sensazione di essere di fronte ad un pilota fatto e finito, con il giusto grado di esperienza e con le potenzialità per poter chiudere almeno una gara davanti a tutti. Serve aggiungere consistenza e finire le gare senza perdere velocità. Facile a dirsi, direte voi.
Quell’ultimo gradino che sancisce da sempre la differenza tra un buon pilota e un pilota da mondiale.