Il Rally di Estonia 2026 sogna un salto da 100 metri. Ma quanto ha senso cercare questi record?
L'idea è realizzare il “jump” più lungo della storia del WRC, ma tra sogno e spettacolo resta il dubbio: fino a che punto vale la pena?
Un progetto mai visto nel Mondiale
“Calcoliamo che a circa 180 km/h un’auto possa coprire 100 metri in 2,5 secondi”, ha spiegato Aava a DirtFish, paragonando il concetto al salto con gli sci. Non un balzo “verticale” come il celebre Yellow House in Finlandia, ma una rampa naturale con pendenza progressiva, capace di far spiccare il volo alle vetture con un atterraggio altrettanto sicuro. L’idea originaria era fermarsi a 70 metri, ma la domanda è arrivata spontanea: “Perché non puntare ai 100 e costruire una storia?”.
L’obiettivo, oltre che tecnico, è mediatico. Aava lo dice senza mezzi termini: il rally ha bisogno di racconti, di immagini iconiche che restino nella memoria degli spettatori di tutto il mondo. La Nuova Zelanda ha i suoi paesaggi, l’Estonia vuole diventare sinonimo di un salto unico, irripetibile.
La sfida della sicurezza
Il progetto sarà discusso con ingegneri e team per valutare sicurezza e resistenza delle vetture, soprattutto in fase di atterraggio. Le sospensioni non sembrano preoccupare particolarmente gli organizzatori, più attenti invece all’equilibrio aerodinamico per garantire che le auto restino stabili tra avantreno e retrotreno.
Il Rally Estonia tornerà a luglio 2026 nel calendario WRC e, se tutto andrà in porto, potremmo trovarci davanti a un nuovo “biglietto da visita” del Mondiale.
Spettacolo o snaturamento?
Ma resta una domanda: quanto ha senso inseguire questo tipo di record? Negli ultimi anni, i rally hanno già visto crescere la ricerca di momenti spettacolari, pensati più per i social e le televisioni che per la sostanza della gara. Un salto da 100 metri affascina, certo, ma rischia di spostare sempre più l’attenzione dal cuore dello sport – la sfida contro il cronometro su strade difficili e naturali – a un puro esercizio di spettacolo. E forse, in questa corsa all’eccezionale, si rischia di perdere di vista ciò che rende davvero unico il rally.