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Wrc Monte Carlo: Neuville e l’arte del pilota-meccanico

Il Rally di Montecarlo è finito da qualche giorno, ma gli eventi e gli episodi da ricordare e da raccontare sono ancora tanti. Tra questi c’è sicuramente l’incidente costato a Thierry Neuville la vittoria nel rally più importante del mondo.

Una toccata che ha divelto la sospensione della sua i20 Wrc Plus, ha distrutto i sogni di gloria del belga che fino a quel momento aveva dimostrato performance velocistiche più che convincenti. Da questo punto di vista, Neuville si è confermato nella power stage, dominata e chiusa davanti a tutti dopo l’inconveniente che lo ha fermato lungo la ps13.

Ma i cinque punti extra conquistati nell’ultimo tratto cronometrato del rally sarebbero stati solo un miraggio se il belga non avesse messo in mostra anche un’altra sua grande dote: quella di meccanico. Per quanto possa essere stato “leggero” il contatto subito dalla Hyundai, non state altrettanto le conseguenze riportate dalla vettura coreana. Una volta scesi dalla i20, Neuville e Gilsoul si sono trovati la sospensione posteriore destra del loro mezzo divelta.

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Per tutti non è stato difficile immaginare una resa immediata, ma a quanto pare questa parola non esiste nel vocabolario di Thierry. Constato il guasto, sono bastate un paio di chiavi inglesi e mezz’ora di tempo per rimettere in sesto la vettura arancio-blu; la gara era ovviamente andata, ma la stima e il rispetto di tutti gli appassionati conquistati con questo gesto non svaniranno.

Un po’ come nei rally dell’epoca d’oro, dove questi episodi erano ordinaria amministrazione, Neuville è riuscito a raggiungere l’assistenza di giornata per poi scatenare tutta la sua frustrazione all’indomani conquistando, appunto, i cinque fondamentali punti messi in palio dalla power stage.

Ma per Thierry e il suo fido copilota Nicolas Gilsoul non è la prima volta in cui si trovano in una simile situazione. Nel Rally del Messico del 2014, infatti, l’equipaggio belga è riuscito ad evitare il ritiro in un modo folle quanto incredibile. Terminata la power stage, e quindi l’intero rally, il motore della i20 ha cominciato a fare le bizze a causa di problemi di raffreddamento; con ancora 25 km di trasferimento da percorrere per giungere al traguardo occupando perdi più la terza posizione (per quello che è stato il primo podio Hyundai nel mondiale rally), non c’erano molte opzioni da potere attuare.

Ma quando gli alfieri Hyundai si sono ricordati di avere di avere della birra in macchina, ricevuta subito dopo il rally, la soluzione a tutti i problemi era servita su un piatto d’argento. Riempiendo il radiatore proprio con la birra, Neuville è riuscito a raggiungere la linea d’arrivo per la gioia di tutto il suo team, un po’ meno per i meccanici, trovatisi con un raffreddamento a “birra” molto poco efficiente per la salute della i20.

Ma si sa, i rally sono anche e soprattutto questo. Cambiano i tempi, cambiano le macchine, cambiano i regolamenti e i piloti, ma certi tratti caratteristici di questo sport rimangono fortunatamente indelebili rendendo i rally un qualcosa di unico. Come dimostrato in più di un occasione, per essere un rallysta professionista non è sufficiente avere soltanto delle spiccate capacità della guida, ma tanto altro in più. Motivo per cui tutti noi ammiriamo alla stessa maniera questi personaggi che ci fanno divertire ed esaltare per le strade di tutto il mondo

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