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Esclusiva con Silvia Mazzetti:”Un 2018 a gare alterne con Parolaro. Esperienza a Montecarlo incredibile. Anna Andreussi uno dei miei modelli!”

Bella chiacchierata con la navigatrice vista in azione con Parolaro al Rally del Pizzocchero

In occasione del suo compleanno che si tiene proprio quest’oggi, abbiamo sentito la giovane navigatrice la quale ci ha parlato di tante curiosità. Noi gli facciamo gli auguri e pubblichiamo l’esclusiva intervista svolta:

Ciao Silvia, domanda scontata, ma tutti noi siamo sempre curiosi di sapere da cosa nasce la passione per questo sport e per il sedile di dx.

La mia passione nasce fin da bambina. Avere entrambi i genitori che da sempre corrono nei rally mi ha portato a prenderli come esempio. Da piccola mettevo i loro cameracar, senza volume, e con in mano il quaderno di mia mamma leggevo le mie prime note.

Dopo ben tre anni di fermo, finalmente ti abbiamo vista poco fa alle note di Nicolas Parolaro al Rally del Pizzocchero, emozioni?

E’ stato bello tornare ai rally dopo questa mia assenza. Non nascondo che riprovare la sensazione di stringersi le cinture, sentire l’odore inconfondibile delle macchine da corsa e rivedere un semaforo diventare verde allo start mi mancava. Inoltre è stata una gara ancora più speciale perché l’ho condivisa con Nicolas, che è il mio compagno. Per la prima volta nella mia carriera ho provato questa esperienza. C’è una complicità diversa, unica, questa giornata per me è stata un sogno.

Questo è un ambiente prettamente maschile, essendo donna come ti trovi? Anche se negli ultimi anni, soprattutto le naviga, stanno aumentando.

Non ho mai avuto problemi a relazionarmi in un mondo prettamente maschile. Sono convinta che in macchina l’equipaggio formato da uomo-donna funzioni meglio di uno interamente maschile o femminile, perché ci si completa e ci si compensa.

Nel 2014 ti abbiamo vista a fianco di Stefano Albertini, ricordi di questa intensa stagione?

Sicuramente positivi. È stata una stagione a coronamento di tanti sacrifici. Questa esperienza da ufficiale mi ha regalato tante emozioni, permettendomi di fare notevole esperienza al fianco di un grande pilota e di crescere come navigatrice, cosa che sono convinta non si smetta mai di fare. Nel cuore resta , a distanza di anni, il calore dei tanti tifosi che mi hanno supportata da tutta Italia. Ancora oggi quando mi capita si facciano sentire, mi fa davvero piacere.

Secondo te come bisognerebbe pubblicizzare tale sport?

Sarebbe bello poter vedere dei servizi sulle maggiori reti televisive nazionali che mostrino almeno le immagini delle principali gare nazionali e del mondiale, analogamente a come viene fatto per il calcio. Alla gente verrebbe trasmessa la “spettacolarità” di questo sport e non sola la sua pericolosità, contrariamente a ciò che avviene dando risalto a questo sport nei telegiornali solamente ogni qualvolta accade qualche brutto incidente.

Alle giovani ragazze che voglio intraprendere questa carriera hai dei consigli che vorresti darle?

Di mettere impegno e dedizione in quello che si fa, mantenendo l’umiltà di non sentirsi mai arrivate. Per essere un bravo navigatore bisogna fare gavetta ed esperienza, non avere fretta di bruciare le tappe e smania di correre subito con le vetture delle categorie maggiori e di avere la tuta fatta su misura. La miglior cosa per crescere, e che personalmente mi ha aiutata molto, è stata la partecipazione ai trofei (Colt, Suzuki e i vari Peugeot). Ti fanno le ossa, insegnandoti ad avere carattere e sangue freddo. Concludo dicendo che bisogna credere nei propri sogni se si vuole che questi si realizzino, senza mai provare invidia per gli altri e contando sempre sulle proprie forze.

Hai un tuo modello di riferimento?

Ne ho tanti ed ognuno per motivi diversi. Anna Andreussi per le vittorie che ha conquistato e la disponibilità verso tutti e che ha dimostrato anche nei miei confronti quando siamo state compagne di squadra. Fabrizia Pons perché è il mio mito da quando sono piccola. Fuori dai confini nazionali ammiro molto Ilka Minor.

L’esperienza nel mondiale con Cogni Gabriele nel 2014 a Montecarlo, quanto ti ha arricchito la tua carriera sportiva? Vorresti provare di nuovo una gara “tra i big”?

Il rally di Montecarlo è una gara che ti mette a dura prova sia psicologicamente che fisicamente. E’ una gara a sé, diversa da tutte le altre, la definirei una vera e propria gara di sopravvivenza. Con Gabriele l’obiettivo era giungere al traguardo e ci siamo riusciti arrivando primi delle Peugeot 208, quindi la soddisfazione è stata davvero immensa.

Hai qualche programma per il 2018 da svelarci?

Un programma no, dovrei riuscire a fare ancora qualche gara insieme a Nicolas Parolaro. E’ giovane, ha una gran voglia di imparare e, anche se sono di parte, ritengo che abbia le doti e la mentalità giusta per poter far bene. Mi fa davvero molto piacere essere al suo fianco in questo percorso.

Sogni nel cassetto?

Mi piacerebbe fare Il Rally Mille Laghi, Il Rally di Svezia e la Dakar

Ringraziamenti?

In primis alla mia famiglia per il supporto e al mio datore di lavoro per avermi concesso il tempo necessario ad affrontare delle stagioni impegnative. Ringrazio inoltre tutti i miei piloti, dal primo all’ultimo, per avermi dato la possibilità di affiancarli, correre con ciascuno di loro mi ha permesso di crescere e raggiungere i miei obiettivi. Infine un grazie a tutti i meccanici con il quale ho avuto il piacere di lavorare in questi anni, perché ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa di nuovo soprattutto quando c’era da sporcarsi le mani.
Se vuoi aggiungere qualcosa fallo pure

Grazie Silvia della tua disponibilità.

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