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ASA 2016: orgoglio italiano

Quando le leggende si incontrano è normale aspettarsi grandi cose. Ed è quello che è successo questo weekend con l’ASA, l’evento dedicato alla storia dell’automobilismo sportivo italiano (ed in particolare del gruppo FIAT) che si è svolto nell’Autodromo Nazionale di Monza. E’ evidente a tutti che il binomio rally e case automobilistiche italiane ha un fortissimo legame che è stato esaltato e raccontato in questo splendido evento. Fare il proprio ingresso nel Tempio della Velocità e vedere un box pieno di una miriade di vetture Lancia che hanno vinto e fatto la storia dei rally mette i brividi persino a un giovane ragazzo (come il sottoscritto) che in quei gloriosi periodi non era neppure nato; per di più, il format dell’evento che prevedeva dei talk-show con i principali protagonisti che hanno reso grande l’automobilismo tricolore nei rally si è rilevato azzeccatissimo incrementando l’atmosfera di magia e di storia che si respirava in Brianza.

Sandro Munari, Markku Alen, Miki Biasion, Cesare Fiorio, Ilka Kivimaki, Mauro Pregliasco, Piero Sodano, Gianni Tonti, Christian Geistdorfer, Daniele Audetto, Andrea Aghini sono solo alcuni dei protagonisti che tramite i loro racconti e i loro aneddoti hanno intrattenuto e stregato gli appassionati presenti trascinandoli come in una macchina del tempo.

Perchè grazie a loro (e a molti altri) mi sento orgoglioso di essere italiano, ma allo stesso tempo è inevitabile provare rabbia e frustrazione nel vedere la situazione delle principali case del nostro paese nel motorsport e soprattutto nei rally che erano il nostro cavallo di battaglia. Il passato però non si cambia, e questo contribuisce a rendere ancora più mitiche vetture come la Lancia Delta Integrale, la Fiat 131 Abarth, la Lancia Stratos, la 037 ed S4. Ognuna con una storia diversa, ognuna con le sue caratteristiche tecniche differenti, ognuna con le sue vittorie e le sue sconfitte, ognuna incredibilmente affascinante.

Un grazie con la G maiuscola va all’organizzazione che è riuscita a mettere insieme un parco vetture di altissimo livello contando anche che l’80% delle auto da rally erano ufficiali. A condire il tutto c’è stata la parata conclusiva sul tracciato monzese dove le vecchie glorie sono tornate a ruggire. La speranza è che questo sia la prima di una lunga serie di eventi di questo genere perché, al contrario di quanto fa il gruppo FCA, la nostra storia non va dimenticata.

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