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Il mito di Henri e Sergio a 34 anni dall’ultima vittoria

Ricordo dell'ultimo successo del duo mai dimenticato

C’è una frase attribuita al grande Cesare Fiorio, uno che nel mondo dei rally ha fatto veramente la storia, avendo vinto la bellezza di 10 titoli costruttori, che dice tutto:
“C’è solo un pilota in grado di guidare una macchina da 500 cavalli”. Quella macchina era il “mostro” la mitica Lancia Delta S4. Quel pilota era Henri Toivonen.

Gli Italiani iniziarono a conoscere Henri Toivonen nel 1980 quando prese il via al Rally Italia-Sanremo, che all’epoca valeva per il WRC con la Talbot Lotus chiuse 5° assoluto. Sempre al Sanremo partecipò anche nelle seguenti edizioni, nel 1981 chiudendo al 2° posto, nel 1982 chiudendo 5° assoluto (su Opel Manta 400) e nel 1983 chiudendo 4° assoluto (sempre Opel Manta 400).

Nel 1984 iniziarono a conoscerlo anche in Sardegna, sopratutto gli appassionati galluresi che videro la stella di Toivonen brillare nelle difficili stradine del “mitico” Costa Smeralda.
Nella stagione ’84 il pilota finlandese, al debutto in Sardegna, corse con le stampelle per un incidente con i kart e vinse con la sua Porsche 911 SCRS griffata Rothmans, dando ben 57’’ al secondo, un tale Carlo Capone su Lancia 037, terzo chiuse un’altra icona dei rally dell’epoca Dario Cerrato, che successivamente sulle bianche strade della Gallura scriverà alcune delle più belle pagine di storia del rally made in Sardegna.

Gli stessi galluresi, l’anno seguente, iniziarono a capire che Toivonen non era un pilota normale, ma davanti ai loro occhi stava nascendo un fenomeno, all’epoca lo squadrone Lancia, gli affidò la Lancia 037 Martini Racing, con la quale stava letteralmente dominando il rally. Purtroppo andò a sbattere nella spettacolare prova speciale dell’Isuledda, speciale corsa in uno scenario unico al mondo con il passaggio nell’istmo dove mare, stagno e pubblico erano un tutt’uno.

Ma che Henri navigato da Sergio Cresto fosse uno dei più grandi, destinati a diventare leggende lo si capì esattamente 34 anni fa, esattamente il 18 aprile 1986. Dopo il trionfo al Monte-Carlo, trionfò al Costa Smerdala vincendo una gara che nell’ultima giornata sembrava sfuggirli di mano per capricci della sua Delta S4, vettura da oltre 500 cavalli (pensate che le tanto criticate WRC Plus di oggi sviluppano circa 380 cavalli.)

Per farvi capire cosa erano (e sono ancora) i rally in Sardegna riportiamo le parole di Guido Piga (giornalista della Nuova Sardegna) che in un’articolo scrisse:

Toivonen, con il fidato navigatore Cresto, arrivò in Gallura con la Martini Racing, perché allora il rally qui era una cosa seria, l’Aga Khan era amico (e poi socio) di Gianni Agnelli, e la Fiat che controllava la Lancia mandava a Porto Cervo i suoi assi migliori, da Alen a Kankkunen.

Il rally era maledettamente una cosa seria, per la verità. Una festa di popolo. Aprivano gli alberghi della Costa Smeralda, che la gara si corresse ad aprile o a marzo. E chiudevano le scuole. O, meglio, da Olbia a Telti, da Sant’Antonio ad Arzachena, da Aggius a Bortigiadas, i bambini e i ragazzi a scuola non ci andavano. C’erano le prove, poi le prove speciali, e insomma neppure i genitori facevano storie. Il rally era il rally. Punto.

Quel Costa Smeralda era tosto per uomini veri senza fronzoli per la testa, più duro e massacrante di un Mondiale (all’epoca il chilometraggio era il doppio di quello attuale sui 550-600 km di ps). Oltre 500 km di prove speciali (546 km per l’esattezza) e un palco partenti di primissimo ordine, oltre Toivonen, al via c’erano anche Pregliasco, Zanussi, Tabaton, Cerrato, Eklund, Cunico, Ercolani, Caneva, Fabbri, Fielding….insomma il top del top del rallysmo italiano ed europeo, infatti la gara smeraldina aveva duplice validità (ERC e Italia).

Le prime due giornate di gara sono praticamente perfette, Toivonen e Cresto fanno letteralmente volare la Delta S4 nelle stradine sterrate della Gallura più selvaggia tra rocce di granito con il mare di Gallura ha far da scenario ad prove che han fatto la storia della gara: il day 1 prevedeva un doppio loop sulle prove di San Giacomo, La Crucitta, Monte Pino, Aratena e Berchidda prove lunghe e insidiose dove il finlandese conclude con oltre 6′ minuti di vantaggio, nella seconda tappa il vantaggio passo ad oltre 11′ minuti. Henri e Sergio volarono letteralmente nelle prove di Capriuleddu, la lunghissima Campovaglio di oltre 40 km, Bonaita, San Bachisio, San Santino.

Ma la sorte nell’ultima giornata sembrava volesse giocare un terribile scherzo all’equipaggio Lancia, l’S4 infatti accusa un problema serissimo al compressore volumetrico. La sorte volle che il problema si verifica proprio sulla prova dell’Isuledda, prova che nell’edizione precedente gli nego la vittoria e gli costo la frattura di due costole.

Ma stavolta c’è il lieto fine. Con un miracolo in una delle assistenze volanti dell’epoca gli uomini Lancia risolvono il problema, la S4 di Toivonen restò solo con il turbo, ma riusci a vincere la gara con appena 36’’ di vantaggio su Andrea Zanussi (Peugeot 205T16), e con poco più di un minuto su Dario Cerrato con la Delta S4 JollyClub. Quarto ma attardato di oltre 10′ minuti chiuse Fabrizio Tabaton sulla Delta S4 Grifone Esso, mentre quinta piazza per la prima delle 037 con Mauro Pregliasco con il navigatore sardo Nicolò Imperio.

La vittoria di Toivonen e Cresto fu salutata all’arrivo nel porticciolo di Porto Cervo da una folle festante. I galluresi (e non solo) avevano trovato e festeggiato il loro eroe. Furono loro gli ultimi a vederlo trionfare ed esultare, scene che negli occhi di tanti scorrono come un film senza fine. Ma la sorte, il fato decisero che quello era l’ultima successo del finnico, infatti quattordici giorni dopo, esattamente il 2 maggio data funesta per chi ama i motori e i rally (nella stessa data sempre in Corsica, per’ in un’incidente Attilio Bettega), Toivonen e Cresto morirono durante il Tour de Corse nella prova speciale Corte -Taverna di 26,78 km…sono le 14.58 da quel momento la storia dei rally cambierà forse per sempre.

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