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Malcolm e Elfyn avevano ragione…

Era il 2014. M-Sport annunciava i suoi piloti per la stagione e, un po’ a sorpresa, uno dei nomi era quello di Elfyn Evans. Inglese, classe ’88, ormai da un paio di stagioni orbitava attorno ad M-Sport e per Malcolm Wilson era giunto il momento di tentare il grande salto dopo un 2013 con numerose comparsate nel WRC2 e qualche buon piazzamento.

L’impressione era quella di un pilota consistente e concreto, con il grande pregio di portare spesso e volentieri la macchina in fondo alle gare. Caratteristica non da poco per la M-Sport di quei tempi che combatteva contro titani come Volkswagen e Citroen e aveva tanto bisogno di portare a casa punti per i costruttori ad ogni gara. E così era.

Elfyn finiva le gare. Sistematicamente piazzato, troppo sistematicamente. Da qui l’etichetta del “passista incapace di tirare fuori lo scratch quando serve”. Insomma, un buon pilota senza quel potenziale per giocarsi una vittoria e senza quel qualcosa in più che rende i piloti speciali. Eppure nel 2015 al Tour de Corse l’aveva anche sfiorata la vittoria ma in una gara condizionata dalle condizioni meteo incredibili. Finisce la stagione al 7° posto nel campionato che è buono ma non abbastanza.

Arriva il 2016 e una retrocessione nel WRC2 dura da digerire. M-Sport scommette su un pilota di esperienza come Ostberg e una scommessa giovane come Camilli. Ad Elfyn il compito di vincere il campionato e dimostrare ai privati che la Fiesta R5 è una signora macchina con la promessa che appena ci sarà occasione tornerà su una WRC. L’occasione non arriverà e Elfyn non riuscirà neppure a vincere il mondiale a causa del mancato supporto nei momenti decisivi per battere la terribile flotta Skoda.

Ma Malcolm Wilson è uomo d’onore e d’altri tempi. Gli aveva promesso una WRC appena possibile e nel 2017 lo accasa in D-MACK con la terza delle Ford Fiesta WRC Plus perché lui in Evans continua a credere e pure moltissimo. Sesto al Montecarlo, sesto in Svezia, nono in Messico. Vedi allora che Evans è un passista? No, non lo è.

Arriva l’Argentina e Evans stampa il suo nome davanti a tutti per 7 speciali su 18 (più di tutte quelle che aveva accumulato in carriera) e arriva a giocarsi la gara con Neuville sulla Power Stage. Si gioca alla grande l’ordine di partenza e dimostra di saper fare la differenza quando serve. E poco importa l’errorino all’imbocco di quel ponte sulla SS18, la toccata che gli fa perdere quel secondo scarso e la gara.

Certo ora bisogna confermarsi ma l’Argentina 2017 è la risposta a quel giorno del 2014. Elfyn Evans, pilota inglese classe ’88, su una WRC merita di starci non perché porta quasi sempre la macchina in fondo. Merita di starci perché è un pilota forte, veloce, concreto….e con la carta d’identità ancora dalla sua parte.

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3 Comments

  • Bqb
    Posted 1 Maggio 2017 13:00 0Likes

    Evans è un pilota mediocre e se Wilson l’ha tenuto e prima ancora preso era perchè la sua macchina se la pagava.
    Altro che meritocrazia o lunghe vedute.

    Quello li il mondiale non lo vincerà mai,tranquilli.
    L’Argentina è un rally anomalo e l’anomalia fa spesso vincere altri tipi di piloti,vedi lo scorso anno Paddon,che piu o meno vale come Evans e che anche lui un mondiale lo vedrà col binocolo.

    Altra particolarità che spiega tutti gli eventi Argentini è che non và a genio ad Ogier.
    Per cui poi può vincere,come visto negli anni chiunque altro…

    bqb

    • Wrc
      Posted 2 Maggio 2017 8:18 0Likes

      Quindi Loeb ,che ha vinto il rally Argentina é un pilota anomalo. …

  • Daniele
    Posted 2 Maggio 2017 18:37 0Likes

    Certo che Loeb è anomalo…… ha vinto in argentina 8 volte……….

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