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Alessandro Bettega: “Sardegna e terra un mix perfetto”

Il Rally dei Nuraghi e del Vermentino è stata anche l’occasione per una bella intervista in collaborazione con gli amici di Sardegna Sport con Alessandro Bettega, figlio del grande Attilio. Lo abbiamo intercettato durante il primo passaggio della prova “San Salvatore”,  è nata un’intervista a tutto tondo su progetti futuri, sulla terra, sulla Sardegna e sui giovani è il loro rapporto con lo sterrato.

Ciao Alessandro, un nuovo rally su sterrato in Italia, cosa ne pensi di questa grande novità?

Parlavo ieri con gli organizzatori, per me la scelta è giusta. Su asfalto il livello delle gare è molto elevato ed inserirsi nel giro che conta è veramente molto difficile. Diverso per lo sterrato, purtroppo le gare sono in calo, molte delle prove storiche sono state asfaltate oppure le stanno asfaltando, quindi manca la terra. La scelta è giusta, avete delle strade molto belle. Raccontavo che per me è la gara di casa, perché tra Costa Smeralda e Sardegna WRC son venuto oltre 10 volte. Quindi mi auguro che la gara abbia la possibilità di crescere che in futuro possa ambire ad una titolazione.

Dopo i problemi fisici del Liburna, come stai?

Avrei dovuto fare l’apripista, ma i medici mi han sconsigliato di prendere delle sollecitazioni alla schiena. Non mi era mai capito di avere questo problema, purtroppo si è presentato facendo dei lavori in albergo (A Molveno). Adesso riesco perlomeno ad camminare, recupererò sicuramente il Liburna, con il Val D’Orcia. Purtroppo durante l’estate per me è impossibile correre con l’albergo.

Quindi ci puoi anticipare che probabilmente sarai al via del Val D’Orcia?

Penso di si, non l’ho mai fatta, ma ho visto varie immagini è mi son piaciute tantissimo. In più la gara avrà validità Raceday e Campionato Italiano Rally Terra quindi il parco partenti sarà molto alto. Il sogno è fare 2-3 gare l’anno. Sono felice di correre con la R5 al Val D’Orcia, mi mancava una gara con questa vettura. Ho avuto la fortuna di correre con le S2000, la WRC. Poi vediamo cosa ci riserverà il futuro.

I giovani Italiani è la terra, come vedi questa situazione?

“Verissimo le difficoltà ci sono, sono da ormai un pò di anni Istruttore della Federazione, alcuni anni fa (2015) il supercorso si è disputato in Sardegna, ed effettivamente la media dei piloti è molto più forte su asfalto che su terra. E’ un peccato, un pò perchè mancano le gare e le strade, un pò per paura perchè solitamente si parte su asfalto e poi successivamente il passaggio su sterrato è difficile, ci vuole molta pazienza perchè non é cosi istantanea la cosa. Però per un pilota che voglia crescere è poi puntare ad un Mondiale dove il 90% delle gare è su fondo sterrato, porta ad doversi bene o male mettersi in gioco anche su questo fondo.

Intervista video:

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