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CIRT – La lenta rinascita della terra….

Tra nuove gare e nuovi protagonisti, lo sterrato torna a vivere

Qualcosina si muove, se pensiamo ad esempio alla stagione 2015 quando nel Trofeo Terra a malapena si raggiungevano i dieci iscritti e il Puglia-Lucania aveva appena quattro partenti. Oggi la terra vive un periodo di rinascita, dovuta in primis al cambio da semplice trofeo ad Campionato, e in secondo luogo grazie anche al matrimonio con il Raceday Rally Terra, serie che da anni lavora per la rinascita delle gare sul fondo più bello e duro del mondo.

Questo 2018 porta con se grande novità, innanzi tutto la new entry di due gare, la prima il Rally dei Nuraghi e del Vermentino corsa lo scorso weekend in Gallura, mentre la seconda gara che debutterà nel Campionato sarà il Tuscan Rewind che si correrà nelle splendide strade attorno a Montalcino.

Due new entry in territori di grandissima tradizione terraiola, alle quali si aggiunge la novità del Nido dell’Aquila, che allungherà il suo percorso, portandolo a 100 km cronometrati, in linea con il Vermentino e Tuscan. A queste tre gare vanno aggiunte il San Marino e l’Adriatico dove i nostri ragazzi del CIRT, incroceranno le ruote con i protagonisti del CIR. Senza scordare la nuova gara che debutterà su terra, il Rally d’Abruzzo che già dalla sua prima edizione avrà validità per la serie TER.

E il 2019 potrebbe riservare altre gustose novità, si vocifera che anche il Liburna possa portare il suo chilometraggio dai 55 km a 100 km di prove, mentre guardano con interesse al “Tricolore Terra” sia il Rally Città di Arezzo sia il Rally d’Abruzzo, il che non può che far bene alla specialità.

E i protagonisti del CIRT di quest’anno?? Il plateau iscritti per il 2018 è veramente di altissimo livello, con tanti piloti in lizza per la vittoria finale, da Giacomo Costenaro che ha iniziato la stagione alla grandissima vincendo al Liburna e al Berchidda, passando per Daniele Ceccoli, Mauro Trentin, Giuseppe Dettori, Nicolò Marchioro, Gigi Ricci, Federico Della Casa, Alessandro Bettega, Alessandro Taddei e Fabrizio Andolfi tutti con vetture R5 ai quali vanno aggiunti Francesco Tali, Tullio Versace, Giovanni Bitti e Maurizio Chiarani anche loro al via con vetture della categoria regina. Ma non solo R5, troviamo anche Valter Pierangioli, Mattia Codato, Michele Piccolotto, Alessandro Beltramini, Michele Liceri, William Toninelli, Davide Cagni e da San Marino potrebbero esserci gustose new-entry… siamo proprio sicuri che il CI-WRC oppure l’IRCup abbia un livello così alto e equilibrato con tanti piloti che si giocano la vittoria in pochi secondi??

Secondo noi NO, quindi speriamo che la Federazione possa creare montepremi e altro come per l’asfalto, perchè i terraioli non sono figli di un dio minore…come da anni son trattati…e guardando bene le cose, un rally su terra ha molto più appeal di una gincana in pista tanto “amata” da pseudo appassionati e media, che pensano che questo sia il futuro della specialità.

Ma non è tutto oro quello che sembra luccicare, purtroppo la disparità asfalto – terra nel CIR è troppo ampia, si spera che nel 2019 i vertici ACI possano tagliare almeno una gara su fondo asfalto per inserirne una su fondo sterrato e sopratutto che i vari trofei mono-marca inseriscano la terra nei loro programmi, basti pensare che Abarth e Renault non prevedono alcuna gara su sterrato per questo 2018 (ma premiano i piloti con la pseudo gincana Monzese che ha nulla serva ad un pilota), mentre Suzuki e Peugeot prevedono almeno una gara su fondo sterrato.  Non c’è traccia di sterrato neanche nei vari trofei Pirelli e Michelin che premiano solo chi corre su asfalto, mentre unica eccezione in tutto questo è la Yokohama che ha creato un vero e proprio trofeo ad hoc per gli amanti del fondo principe del rally.  Le difficoltà le abbiamo viste in maniera evidente al Rally del Portogallo, dove nonostante lo storico risultato (2° di JWRC) di Enrico Oldrati, gli altri nostri portacolori han sofferto le pene dell’inferno per via dello scarso feeling con la terra, per non parlare del Sardegna, dove si contano su una mano i piloti Italiani, è notizia dell’ultima ora, la gara perde un valido protagonista come Andrea Dalmazzini per via del “mancato appoggio di uno sponsor” (sicuri che sia così ?)

Insomma chiusa finale: qualcosa si è mosso, certo è veramente poco, ma un minimo di ottimismo voglio averlo, ma tanto va ancora fatto, aiutando il coraggio degli organizzatori che ancora credono nella terra, magari la Federazione può mettere premi in denaro, come fa per il CIRA, forse così si potrebbe colmare un gap enorme con il resto d’Europa…

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