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Riflessioni ed emozioni dal Rally Monte Carlo 2019

Analizziamo a 360 gradi la prima gara del mondiale

Ogier, Neuville, Tanak. A leggere l’ordine d’arrivo si direbbe che niente è cambiato e invece l’aria che si respirava già alla vigilia di questo Monte-Carlo era frizzante di novità e aspettative.

La prima buona, anzi ottima, notizia è un chiaro aumento di pubblico. Non ho con me i numeri, ma già il record di visitatori su Rallyssimo.it fa da cartina tornasole di un inizio di campionato che ha portato tantissimi appassionati, vecchi e nuovi, davanti agli schermi e a bordo strada.

Personalmente credo che questi siano i risultati di uno sforzo notevole prima di tutto da parte del WRC Promoter e poi di tutti quelli che, per lavoro o per passione, promuovono il nostro sport nel mondo.

Sicuramente un così grande successo deve essere stato inatteso anche per i producer di All Live, che infatti, nelle ore di punta dei primi 2 giorni di gara, hanno avuto non pochi problemi allo streaming, spesso non funzionante o, come si dice in gergo, “down”.

Anche a bordo strada la sensazione era quella di un pubblico straripante, ne è una prova il fatto che una PS sia stata annullata per motivi di sicurezza. Per quanto sia felice di vedere tanto pubblico sulle strade, questo non dovrebbe mai succedere. È molto importante rispettare le zone di sicurezza e le indicazioni dei commissari. Se non vi va di farlo per la vostra salute, almeno fatelo per la salute dei rally, a cui non giova né una prova annullata, né una macchina che finisce sul pubblico!

Venendo alla gara vera e propria, dal mio punto di vista ho raccolto molte conferme rispetto a quanto avevo scritto l’anno scorso riguardo le 4 auto in gara.

Partiamo dalla Citroen C3, rispetto alla quale moltissime volte avevamo letto che si trattava di un auto veloce ma molto difficile nelle reazioni al limite, una belva che va domata con sapiente tatto. E quale è il pilota attualmente in attività con la migliore sensibilità di guida se non Ogier? Non a caso nelle prove su asfalto con assetto da terra nessuno gli sta nemmeno vicino e infatti l’accoppiata C3 e Ogier ha subito fatto capire che il pilota da battere è sempre lui, sebbene, come l’anno scorso, non sia dotato della migliore auto in assoluto. È invece cambiata, in peggio per Ogier, la situazione seconde guide. Mentre l’anno scorso poteva contare su due fidi scudieri come Evans e Suninen, quest’anno ha solo un compagno di squadra e non proprio affidabilissimo. Esapekka Lappi sta subendo una involuzione inaspettata e sono sempre di più le volte in cui finisce le sue gare come “unhappy Lappi”. Forse ha bisogno di ritrovare serenità, ma intanto molte voci da Citroen vorrebbero un ritorno, già dalla terza gara dell’anno, di Mads Ostberg, sempre più utile in questo suo ruolo di uomo in più.

In casa Hyundai la prima gara di WRC agrodolce per Andrea Adamo. Se da un lato l’agrodolce è molto comune nella cucina Sud Coreana, sono sicuro che tutta la squadra sperava in un risultato migliore all’inizio della Power stage. In ogni caso la macchina c’è: ottima sull’asfalto asciutto, forse più complicata con condizioni variabili, ma con Thierry Neuville ha dimostrato di poter competere con il duo tutto francese dal primo all’ultimo chilometro. È mancata la costanza di rendimento, nota stonata che hanno condiviso anche i due compagni di squadra Seb Loeb e Andreas Mikkelsen. Sicuramente con le prossime gare avremo più dati da valutare in proposito, ma di sicuro non si può bollare come fallimento un secondo e quarto posto alla prima gara!

Anche in casa Toyota ci sono ottime ragioni per essere felici, al di là dei piazzamenti in senso assoluto e del fatto di aver portato tutte e tre le auto sulla pedana finale senza avvalersi del rally2. 9 speciali vinte su 15 disputate la dicono lunga sulle prestazioni della Yaris che, già dalla seconda metà dello scorso anno, gode di un margine prestazionale rispetto alla concorrenza che è percepibile anche da bordo strada. Ott Tanak poi continua a crescere come costanza di rendimento e, nonostante il cambio di una gomma in prova, la sua grinta nel recuperare fino al terzo posto ha dell’incredibile. Se poi Kris Meeke decide di arrivare in fondo alle gare e Latvala ritrova la costanza di rendimento, allora questa diventa la squadra da battere nel 2019!

Chi ne esce con le ossa rotte è lo zio Malcom e le sue Fiesta. Difficile dire dopo solo una gara se il problema sia la macchina o i piloti. Sicuramente la mancanza di una prima guida si sente perché alla fine questo fa ricadere sulle spalle di Elfyn Evans tutta la responsabilità, con il rischio di vederlo finire più scocche che gare (come è successo a Meeke l’anno scorso). D’altra parte Tidemand era alla prima gara con una WRC plus e Suninen è stato assolutamente insufficiente. Se Wilson lo ha confermato vuol dire che il ragazzo ci sa fare, ma deve svegliarsi perché se continua così non credo che arrivi a fine stagione! La Fiesta da parte sua, non brillava per prestazioni nemmeno l’anno scorso (Ogier a parte) ma speriamo che i prossimi aggiornamenti e la neve svedese diano alla macchina e ai piloti maggiori possibilità di essere competitivi.

Un’ultima nota negativa è stata la divisione tra WRC2 Pro e non. Non so voi, ma io l’ho trovata di difficile interpretazione. In sostanza cosa definisce un PRO? Solo l’iscrizione a un campionato piuttosto che all’altro? Perché se andiamo a vedere, Kalle Rovanpera ha corso con la Fabia TGS non con una vettura “factory” e comunque con solo 2 iscritti che senso ha?
Anche su questi quesiti il tempo ci darà tutte le risposte.

Per il momento godiamoci un mondiale come non se ne vedevano da tempo, con grande equilibrio, grandi piloti e un grande pubblico.

Vi ses Sverige!

 

ph.Alessio Sambruna
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