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Sardegna 2009: il mancato gioco di squadra ed i due punti fatali

Dieci anni fa l'episodio chiave in seno al team M-Sport per il titolo giocato poi fino all'ultimo

Motorsport e giochi di squadra, un binomio che va di pari passo da sempre con la storia delle corse. Un fattore imprescindibile quello degli ordini dei team manager, volti a garantire il massimo risultato della squadra e del pilota prediletto. E’ così da sempre, ma anche in questo ambiente c’è stato chi è andato controcorrente, l’eccezione che non fa la regola e che, non necessariamente, ha creato un medesimo risultato.

Una di esse è riconducibile proprio ai rally, ed in particolare al Rally Italia Sardegna. E’ l’edizione del 2009, il mondiale avvolto dalla crisi per via degli abbandoni di Subaru e Suzuki e con solo Citroen e Ford presenti in veste ufficiale. Un interesse generale già diminuito di per sé, e messo ancor più in difficoltà dallo strapotere di Loeb che caratterizzò la prima metà di quella stagione. L’alsaziano, reduce dalla conquista del quinto titolo, iniziò come meglio non poté quell’annata con cinque vittorie consecutive nei primi cinque appuntamenti. Allora si assegnavano ancora i punti con il vecchio metodo (10-8-6…), ed i 19 punti di margine del più diretto inseguitore, Mikko Hirvonen, sembravano già una serie ipoteca su un altro alloro. E invece, mentre nessuno ancora poteva saperlo, quel Rally Italia Sardegna si rivelò fondamentale per le sorti di quel campionato.

Sembrava davvero impossibile per come andavano le cose in quel momento. Ford non vinceva da sei mesi, ed il ritiro di Hirvonen in Argentina aveva lasciato scappare Loeb in classifica. Dall’altra parte del “box” le cose non andavano meglio, con Latvala ancora in fase di ripresa dopo il terribile cappottamento del Portogallo. Ma fu proprio in questo scenario che andò in scena l’arrembante rimonta della compagine di Wilson. Che le cose sarebbero potute andare in modo diverso in terra sarda lo si era già capito dai primi chilometri, con Loeb costretto a spazzare la strada e Latvala insediatosi subito al top della classifica. Nonostante il momento favorevole Ford non riuscì a trarre pieno vantaggio, dato che Hirvonen continuava a pagare dazio dal Cannibale. “Poco male” dovette pensare il finlandese quando la Citroen C4 numero 1 subì una foratura nel corso della seconda tappa. Nonostante uno dei cambi ruota più veloci che la storia recente ricordi (solo un minuto e dieci) Loeb-Elena vennero penalizzati di ulteriori due minuti per il mancato allacciamento delle cinture nel tempo stabilito da parte del navigatore monegasco. Gara compromessa dunque, con i due alfieri Ford al comando in solitaria. E qui viene il bello.

Si, perché Latvala si presentò al via dell’ultima tappa con 9″9 di vantaggio sul compagno di squadra e con tutte le intenzioni di allungare, complici le difficili condizioni venutesi a creare nella giornata domenicale. “Si ok, ma adesso rallenterà e darà strada ad Hirvonen per il mondiale” continuarono a ripetersi tra di loro tutti gli appassionati. Tutti aspettavano il momento fatidico: “alla penultima speciale? Forse sull’ultima? No, troppo plateale, magari ancora prima.”

Il buon Malcolm Wilson è li nel suo quartier generale in assistenza a gestire il tutto. Le prove speciali passano inesorabili, ma le posizioni tra i due alfieri M-Sport restano sempre intatte. Nella testa del “boss” le idee cominciano a farsi ben chiare: lasciarle così come sono. Il mondo attende un rallentamento intenzionale od un ritardo ad un controllo orario della Focus di Jml. Niente di tutto ciò. Latvala si dirige innarestato verso la sua seconda vittoria in carriera nel mondiale, con Hirvonen secondo e parecchio staccato.

Sei mesi dopo il finlandese ex Subaru perse il titolo mondiale in Galles per un solo punto nel rush finale con Sebastien Loeb. Fatale fu il problema con il cofano ma, conti alla mano, quei due punti lasciati per strada in Sardegna lo furono ancora di più. Una decisione, quella di Wilson, che anche se nessuno avrebbe potuto immaginarlo ad inizio estate, si rivelò quanto mai decisiva su un possibile ritorno dell’iride alla corte Ford, e sul coronamento di un pilota che un alloro iridato in carriera lo avrebbe certamente meritato.

Una simile occasione ad Hirvonen si presentò solo nel 2011, anche se non giunse a giocarsi il titolo punto a punto, mentre M-Sport dovette attendere l’era Ogier per fregiarsi di quell’agognato titolo iridato. Quel 2009 resta comunque negli annali per quel mancato gioco di squadra ed un campionato tirato all’ultimo che, in caso di esito contrario, avrebbe avuto un valore quanto mai significativo in pieno dominio Loeb.

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