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Tempo

7 MIN

Abbiamo incontrato Andrea Adamo e gli abbiamo chiesto di tutto. Anche di Tanak.

Intervista esclusiva con il team principal Hyundai nel service park di Salou

È un Andrea Adamo deciso e concentrato quello che si presenta ai nostri microfoni all’interno dell’hospitality Hyundai Motorsport di Salou. Quindici minuti a nostra disposizione, cercando di parlare di più argomenti possibili, partendo dalla gara e finendo con la domanda che tutti gli stanno facendo in questi giorni. Una grande emozione per noi di Rallyssimo e per me per la quale ringraziamo fin da subito tutta la crew di Hyundai Motorsport.

Partiamo dalla gara: le tre macchine in testa, Thierry davanti. Quali sono le sensazioni al momento?

Non c’è una particolare emozione, manca ancora una speciale oggi (ndr. l’intervista è stata realizzate alle ore 17 con ancora l’ultima ps da disputare) e manca tutto domani quindi nessuna emozione al momento.

Thierry è arrivato alla terza stagione con Hyundai e si sta giocando il titolo. Nel suo ruolo deve cercare di mettere i piloti nelle giuste condizioni per far bene ma al tempo stesso deve fare gli interessi di Hyundai. Se il belga non dovesse riuscire a raggiungere il titolo avrà ancora la fiducia di Hyundai?

Mi permetta ma mi sembra una domanda un po’ sciocca. Thierry ha un contratto di tre anni di cui due ancora in essere. Non è perché quest’anno non lotta per il titolo  quest’anno allora non c’è più fiducia. Quella c’è a prescindere, altrimenti non saremmo neanche qua a discutere. Non credo sia il poter vincere o non poter vincere il titolo il fattore su cui basare la fiducia su una persona e su un equipaggio come quello di Thierry e Nicolas. La fiducia in loro non è in discussione, anche perché se non arrivano a vincere è anche legato alla vettura ed ad altri problemi che abbiamo avuto. Si vince e si perde insieme. E quando non si vince non è che c’è la ricerca tipica italiana “dell’assassino”.

Rinnovo per Sordo per la prossima stagione ma in alcune gare. Il motorsport sta andando sempre di più nella direzione delle gare “a chiamata” e non basta più avere una certa regolarità per stare davanti. Lo stesso Ott Tanak che ha vinto moltissime gare è ancora qui a giocarsi il titolo. Quanto è importante il ruolo di uno come Dani in questo tipo di dinamica?

Io penso che i piloti come Dani sono sempre stati utili e saranno sempre utili, soprattutto nella situazione attuale del campionato costruttori che è quello che mi interessa, non mi interessa il campionato piloti. Contano le due auto che portano punti ed avere un pilota che è sempre regolare, che è sempre a punti pur senza avere sprazzi di velocità incredibili ma ti garantisce un backup costante, è sicuramente molto importante.

In Formula 1, e poi anche nei Rally, si verifica sempre di più il fenomeno partito da Red Bull di piazzare i piloti o indirizzarli verso altre situazioni già a fine stagione e nella scorsa stagione abbiamo visto in questa situazione Breen e Meeke. Come fa un team manager a capire se vale la pena dare una nuova opportunità ad un pilota appiedato da altri?

Breen non è stato appiedato ma semplicemente è stato ridotto il budget dal costruttore. Craig ha dimostrato in Finlandia di essere veloce, in Inghilterra ha sbagliato però appiedato non è mai stato. Non conosco la F1 a cui lei fa riferimento però quello che posso dire con sicurezza è che le vetture disponibili sono molte meno, non solo quelle che lottano per il campionato ma semplicemente anche solo quelle che fanno griglia. Ci sono più piloti che vetture e questo può diventare un vantaggio nel momento in cui puoi riuscire a mettere in piedi delle strategie che ti permettono di individuare i più competitivi a seconda delle situazioni.

Per quanto riguarda il calendario, quali sono i round che terrebbe strategicamente per Hyundai e quali per aspetti legati al “cuore”?

Non gestisco la squadra da appassionato ma da manager. Purtroppo la passione non ti fa essere lucido nelle decisioni che bisogna prendere essendo dei professionisti. Parlando del prossimo calendario 2020 non saprei dire le gare da scartare. Quello che manca ai rally ad oggi è la presenza in Nord America, in Cina e in Russia.

La cito testualmente: “Oggi le competizioni sportive sono delle pure esibizioni di marketing”. Mi ha molto colpito questa dichiarazione poiché non avevo mai sentito nessun team principal nel motorsport esprimersi in questo modo. Ci chiarirebbe questa sua visione?

La fase mi pare abbastanza chiara. Questo è. Non c’è nessuno che fa le corse per sviluppare prodotti che saranno usati nella serie.

Parliamo di Italia. Cosa ne pensa di Aci Team Italia? Ci sono dei piloti italiani che pensa potrebbero arrivare nel WRC?

Non so cosa sia. Non seguo piloti italiani poiché non vedo piloti italiani che ci possano arrivare.

L’ibrido sta arrivando anche nei rally e lei ne ha parlato sempre in toni positivi. Pensa che si possa andare verso soluzioni tecniche come “push to pass” o “kers” anche nei rally?

Beh, push to pass no perché nei rally non passi nessuno (ndr. ride). Onestamente non lo so, come utilizzare l’ibrido non è ancora stato deciso fino infondo ma finora è stato visto come un strumento per cercare di essere meno invasivi nell’attraversamento di certi villagi e di certe situazioni. Se oggi vogliamo partire al Rally di Montecarlo da Montecarlo dobbiamo entrare nell’ottica che bisogna avere delle macchine che fanno un rumore come quelle che fanno oggi e se vogliamo andare nelle città a fare le partenze per attirare le persone dobbiamo ridurre al massimo l’impatto. Chiaro che, riallacciandomi al discorso del marketing, se uno vuole avere un utensile utile al marketing deve fare in modo che il marketing possa usarlo. Oggi le vetture sono belle, affascinanti e veloci ma la vedo dura sul lungo periodo.

Lei è un ingegnere. Com’è stato calarsi da tecnico ad un ruolo più manageriale qui in Hyundai?

Io l’ho vissuto bene perché comunque negli anni l’evoluzione della mia figura è stata sempre più manageriale anche quando ricoprivo un ruolo prettamente tecnico. Quando si hanno ruoli di responsabilità gli aspetti manageriali come le persone che lavorano con te o il budget che hai a disposizione è sempre più importante. Dal 2015 ricopro un ruolo manageriale ma l’esperienza tecnica è altresì importante poiché parliamo di vetture da competizione e di situazioni nelle quali la tecnica è importante. Pertanto, quando si fanno dei budget e si gestiscono le aziende bisogna sapere di che cosa si parla. Avere esperienza diretta di permette di non sottovalutare dei problemi o sovrastime di altri.

Quindi non rimpiange il suo vecchio ruolo?

Onestamente no, altrimenti non sarei qua. Nessuno mi ha puntato la pistola alla testa (ndr. ride).

Costi nei rally: secondo lei è possibile riuscire ad abbassarli e provare a rendere questo sport più accessibile?

Non credo sia un capitolo che ogni tanto salta fuori ma un obbligo che dobbiamo necessariamente affrontare perché i campionati nei quali non c’è un opportuno bilanciamento tra i costi e i ritorni stanno piano piano scomparendo. Se una serie costa moltissimo ma ha un ritorno d’immagine enorme probabilmente non è un problema. Pensiamo al calcio e ai costi spaventosi dei calciatori ma se c’è qualcuno che li spende quei soldi è perché dall’altra parte c’è chi li mette. Non è mai una questione di costo ma di valore. Più sopravvaluti quello che hai in mano, più rischi di bruciarlo.

È solo una mia impressione o il WRC ha ancora tantissimo margine in termini di espansione in termini di copertura mediatica e pubblico raggiungibile rispetto a quello raggiunto, tenendo presente che è la disciplina “antitelevisiva” per antonomasia nel motorsport.

Non credo che sia antitelevisiva. All Live lo dimostra facendo cose egregie. Chiaro che non ci può essere un canale televisivo che completamente segua il WRC. Parallelamente è chiaro che sei ci siano dei margini di incremento della conoscenza o meno non lo so ma, ovviamente, se non proviamo a farlo non lo sapremo mai. Ed in questo momento il problema del WRC e del promotore è che non sta facendo molto per incrementarne la conoscenza. Quello che è stato fatto è stato dare sempre più strumenti a chi era già appassionato ma non ha portato nuovo pubblico.

Lei cosa proporrebbe?

Onestamente ho già abbastanza casini da seguire e non ho nessuna intenzione e voglia di fare il promotore. Il mio lavoro è gestire un’azienda e fare il meglio per la mia azienda. Se l’azienda un giorno mi dirà che il rally non va più bene andremo a fare qualcos’altro che è gestito molto. Il problema è del promotore e della FIA, non mio.

Chiudiamo col capitolo piloti: Mikkelsen e Breen quando avremo notizie sul 2020?

Credo dopo l’Australia.

Sapeva già che sarebbe arrivato questo momento poiché ne parla tutta la stampa e tutto il circus che aspetta la fine della gara quasi più per avere questa risposta che per sapere se verrà assegnato il titolo: Tanak firma?

Se aspettate la fine della gara per saperlo credo che possano aspettare anche tutta la prossima settimana, per quanto mi riguarda.

Grazie per la disponibilità.

Prego.

 

 

 

 

 

 

 

 

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