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Tempo

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Quella volta in cui rimasi stupito da Ott Tanak

Una foto che racconta quell'estone che ride poco ma viaggia forte

Rallye Montecarlo 2018, Col de Braus. Sébastien Ogier e Julien Ingrassia vincevano il loro quinto Monte consecutivo in mezzo a due ali di folla presenti all’arrivo dell’ultima speciale.

Ma secondo, chi arrivò? Beh, con 58 secondi di ritardo della vetta c’erano Tanak-Järveoja reduci da una bellissima gara alla prima sulla Toyota. Ma la gente acclamava Seb perchè di casa, perchè campione del mondo. Allontanandomi dalla folla incontro proprio Ott che stava per salire in macchina il quale si concede per una foto; sguardo impassibile quasi come immerso in mille pensieri e nella stanchezza di chi ha appena affrontato il Montecarlo. Ma io ero felice di quell’incontro anche se rimasi stupito del suo atteggiamento. Un saluto veloce, salta in macchina e si dirige verso l’arrivo di Monaco.

Una cosa di certo in quell’inizio anno si era capita fin da subito; la sua velocità alla prima con la Yaris era davvero qualcosa di impressionante. Ma quello che mi fece riflettere di quel Monte fu quello sguardo, come definii in precedenza, impassibile. Passano le gare, vittorie e sconfitte ma lui davanti alle telecamere si presenta sempre con la solita professionalità del campione. Non sorride, o lo fa poco, anche quando i risultati ti dovrebbero portare a farlo. Una somiglianza in questo senso però l’ho trovata, peraltro con una persona molto vicina a lui, Tommi Makinen; serietà e determinazione ma con bene in mente il risultato da raggiungere.

Ma alla fine del Racc 2019, Ott si è commosso, ha sorriso davanti a tutti, davanti alla famiglia, trafugando quelle emozioni e sensazioni che sono normali per un uomo. Ed oltre questo ci ha consegnato una lezione di vita,anche lavorativamente parlando; della serie tutti abbiamo il nostro momento, l’importante è saperlo cogliere.

In conclusione voglio riagganciarmi a quella foto. Beh, non so perché ma un sesto senso dopo quel Monte mi disse, prendi quella foto e falla inquadrare. Dopo due anni quel ragazzo è diventato campione del mondo.

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