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Targa Florio 1972: Munari e l’equipe Lancia dietro alla vittoria Ferrari

Il Drago vinse in coppia con Merzario, ma fondamentale fu anche la rete di radioamatori dislocati lungo il percorso su coordinamento di Cesare Fiorio

Buongiorno Gobbato. Sono Ferrari. Le andrebbe di passare da me a Maranello domani?”

Non poteva di certo rifiutare l’invito Pierugo Gobbato, direttore generale della Lancia. Un invito di Ferrari difficilmente si rifiuta, figuriamoci poi se in ballo c’è qualcosa di grosso. L’amicizia e l’affetto che lega i due poi, aiutano a spazzare via ogni possibile dubbio.

In ballo c’è la fornitura di 500 motori Dino V6 per la produzione della Lancia Stratos. Le trattative, che sembravano concluse già da tempo con la benedizione del Drake, si erano improvvisamente fermate: la Fiat ci aveva messo lo zampino. La banda di Sguazzini stava facendo di tutto per bloccare la nascita della nuova arma di casa Lancia, e Gobbato si era visto costretto a mettere in piedi un primo accordo informale per la fornitura dei motori con…la Maserati.

Il “ricatto” di Ferrari

La cosa non era rimasta però estranea a Ferrari, che non poteva certo permettere che “quelli là” potessero in qualche modo fornire il motore a Fiorio e soci al posto suo. Il commendatore ha molta stima del Reparto Corse Lancia, ed è pronto a mantenere la sua parola sulla fornitura del propulsore, ma da buon amministratore, vuole qualcosa in cambio.

Gobbato capisce subito che non si tratta solo dei soldi già pattuiti per la fornitura, e senza tanti giri di parole Ferrari lo conferma: vuole Munari per la Targa Florio, con Cesare Fiorio a gestire la squadra durante la corsa. In cambio Ferrari fornirà 10 motori per allestire i prototipi della Stratos. Il recente successo al Rally di Monte-Carlo ha fatto brillare il Drago anche agli occhi del Commendatore, e le vittorie degli ultimi anni della Lancia, nonostante gli scarsi mezzi economici, dimostrano come la gestione Fiorio possa essere a tutti gli effetti un plus in una corsa tosta come la Targa.

Arturo Merzario con la Ferrari 312PB

Dalla Fulvia HF alla 312 PB: da 160 cavalli a 450

Concluso, ovviamente, l’accordo, Munari ha poco tempo per prendere confidenza con la mostruosa Ferrari 312PB: il 12 cilindri piatto eroga 450 cavalli di potenza e la macchina è, a tutti gli effetti, un prototipo da pista. Il percorso non è sconosciuto al Drago, che ci ha già corso con la Fulvia, ma gli scarsi consigli del suo compagno di corsa, Arturo Merzario, non faciliteranno di certo le cose a Sandro. Le prove poi, si svolgono con i 72km del circuito aperti al traffico, e forzare in quelle condizioni, dovendo anche evitare automobili e carretti, non è di certo facile.

Ferrari contro Alfa Romeo

La Ferrari ha dominato le prime sei gare del mondiale marche e in sicilia l’avversario si chiama ancora una volta Alfa Romeo. La scuderia del Portello schiera quattro Alfa 33TT3 con otto tra i migliori piloti in circolazione. La Ferrari, forte del vantaggio accumulato nella prima parte di stagione, schiera una sola vettura per l’inedita coppia italiana.

Vic Elford con la 33 parte a razzo, ma è subito costretto al ritiro per la rottura della coppa dell’olio. Si ferma anche Stommelen con il motore della seconda Alfa in fumo. Munari, che ha preso il posto di Merzario, bada soprattutto a non compromettere il mezzo meccanico, ed è costretto a cedere il passo ad Helmut Marko, in netto recupero con la 33. Nella girandola dei rifornimenti è ancora la Ferrari a passare al comando, con Munari che completa un solo giro nel suo secondo stint. Gli ultimi giri sono teatro di una tra le più belle battaglie della storia, con Merzario impegnato a resistere alla strepitosa rimonta di Marko. All’inizio dell’ultimo giro e con ancora 72km da percorre sui 792 previsti, Merzario ha un vantaggio di 42 secondi sull’austriaco che si ridurranno a circa 16 alla bandiera a scacchi. La vittoria, per un soffio, è ancora della Ferrari.

Scuola Lancia

Fondamentale nella gestione del vantaggio da parte di un esausto Merzario durante l’ultimo giro, è la rete di radioamatori dislocata lungo il percorso da Cesare Fiorio, che informa tempestivamente il pilota comasco del vantaggio sull’austriaco dell’Alfa. Lo stesso Merzario ammetterà che senza le comunicazioni sugli intermedi, probabilmente la rimonta di Marko avrebbe avuto successo.

Ancora una volta l’inventiva della banda di Fiorio, maturata dalle esperienze nei rally, risultò vincente, con Munari che non sfigurò di certo al debutto, al cospetto dei giganti della velocità. 

Cosa ancora più importante, la Lancia riuscì alla fine ad aggiudicarsi la fornitura del motori Ferrari per la produzione in serie della Lancia Stratos. Si raggiunse così la quota dei 500 esemplari necessari per l’omologazione della vettura in gruppo 4, e per la sua partecipazione quindi al mondiale rally.

Ferrari 312PB (a sinistra) vs Alfa Romeo 33TT3 (a destra)
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2 Comments

  • aldo lappo
    Posted 16 Marzo 2020 17:45 0Likes

    complimenti per i vostri articoli

    • Andrea Carraro
      Posted 16 Marzo 2020 19:04 0Likes

      Grazie! il vostro supporto e la passione che condividiamo ci spingono sempre nel tentare di migliorare

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