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Quando Sergio Marchionne riportò alla luce il Reparto Corse Abarth con la S2000

A Mirafiori si pensò in grande per restituire allo Scorpione lo storico prestigio, salvo poi abbandonare prematuramente il progetto

A metà del primo “Decennio Millenial” l’economia globale stava attraversando una crisi importante, che non lasciava scampo nemmeno al Motorsport.

La Federazione corse dunque immediatamente ai ripari e lanciò con grande determinazione una classe ideata per abbassare i costi abissali pur garantendo un alto potenziale. La neonata Super 2000 fu un’autentica ventata innovativa e ottenne in tempi brevissimi grandi consensi. Un motore aspirato da 2000 cc e la trazione integrale allestiti su un modello di derivazione stradale fecero gola a parecchie Case grazie ad un panorama che garantiva visibilità al Costruttore e un interessante tornaconto economico da non sottovalutare.

Fiat e la prima S2000 nel mondo

La prima a strizzare l’occhio al progetto fu la Fiat, che diede alla luce la Grande Punto S2000. Fin dai primi disegni abbozzati dai propri ingegneri, l’auto torinese suscitò uno straordinario interessse nell’appassionato italiano bramoso di rivedere lo storico marchio riconquistare il prestigio guadagnato anni prima a suon di vittorie mietute nel mondo.

Uno scatto di Giuseppe Depalmas dei test di sviluppo svolti in Sardegna

Lo sviluppo fu un lavoro minuzioso sia su asfalto che su terra, con la Grande Punto che ben rispose ai piloti chiamati in causa e con la piena competitività ottenuta sul calare del 2005. Nell’anno seguente la Fiat Grande Punto S2000 venne gettata nella mischia nel CIR, dove Paolo Andreucci e Anna Andreussi vinsero subito il campionato battendo le collaudatissime N4 e S1600. Inoltre Giandomenico Basso e Mitia Dotta si aggiudicarono la prima edizione dell’IRC, campionato intercontinentale promosso dalla piattaforma televisiva Eurosport.

La nuova Grande Punto S2000 fu riconosciuta ormai come un’autentica stellina in rampa di lancio nell’ambiente nazione e soprattutto internazionale, tanto da costringere i vertici dirigenziali a rispolverare il logo dello scorpione. La livrea viene totalmente stravolta per dare un senso di prestigio e “ufficialità”, con un duplice programma anche nel 2007 e che porterà il secondo tricolore con una stagione esemplare condotta da Giandomenico Basso e Mitia Dotta. Il driver veneto vede dunque coronare il sogno di salire sul tetto d’Italia con il costruttore di Chivasso, dal momento in cui la sua gavetta era iniziata anni prima con la piccola Seicento Kit e proseguita con lo step intermedio della Punto S1600.

La seconda vita del Reparto Corse Abarth

A Torino ormai non potevano più negare la rinascita di Abarth, inteso non più come un corpo estraneo. Le auto da corsa dovevano avere una casa propria ed un luogo riconducibile ad esse per sottolineare gli sforzi aziendali e trasmettere alla concorrenza di avere le idee chiare. Sergio Marchionne, amministratore del Gruppo Fiat, nel 2008 radunò una volta per tutte uno staff ad hoc e scelse Luca De Meo in qualità di AD del marchio Abarth. Il resto venne da sè, con il riemergere dalle ceneri del Reparto Corse ospitato nella cosiddetta Officina 83. Un’immensa area di oltre 23 mila metri quadrati totalmente ristrutturata dopo l’abbandono e allocata nella porzione Sud di Mirafiori in cui trovano spazio le officine di produzione e di sviluppo, suddivise sostanzialmente in quattro macro-reparti:

  • allestimento vetture da competizione
  • sviluppo prototipi
  • sviluppo vetture derivate dalla serie
  • Reparto Corse

Inoltre vennero inglobati sotto al medesimo tetto gli uffici tecnici e di progettazione, marketing, vendite e business con circa un centinaio di persone a lavorarci con anima e corpo.

Il programma per la stagione fu imbastito ancora su due fronti al fine di portare in alto il marchio rinato dopo anni d’assenza. Giandomenico Basso e il figlio d’arte Anton Alen furono scelti per l’IRC, mentre Andrea Navarra e Renato Travaglia per il CIR. Un giovanissimo Umberto Scandola invece fu definito come un ideale appoggio all’uno o all’altro campionato, a seconda delle necessità. E per non farsi mancare nulla venne concordata una parziale partnership di supporto derivante da una struttura esterna individuata nella Grifone di Fabrizio Tabaton.

La scheda tecnica della Abarth Grande Punto S2000

La Abarth Grande Punto S2000 è nata sulla base della Abarth Grande Punto. Della versione stradale viene mantenuto soltanto il telaio modificato, rinforzato mediante cellula di sicurezza e adattatato alle componenti tecnologiche richieste dalla Fiches d’omologazione.

Motore:

  • Potenza 270 CV a 8.250 g/min circa con flangia 64 (da regolamento tecnico)
  • Coppia massima 222 Nm a 6.500 g/min

L’auto monta un motore due litri aspirato, 1997 cm3 per l’esattezza, montato trasversalmente e completamente sviluppato da FPT (Fiat Powertrain Technologies).

Trasmissione:

  • Cambio a 6 rapporti a comando sequenziale con innesti frontali Sadev
  • Differenziali anteriore, centrale e posteriore meccanici con rampe e frizioni per modifica delle percentuali di bloccaggio
  • Differenziale posteriore con frizione multidisco per limitazione di coppia
  • Semiassi specifici, giunti tripodi lato vettura e omocinetici lato ruota
  • Albero di trasmissione specifico in acciaio a due rami con supporto intermedio al telaio

Sospensioni:

  • Anteriore e posteriore con schema Mc Pherson
  • Traversa anteriore e posteriore specifica
  • Ammortizzatori regolabili Ohlins

Freni:

  • Pinza anteriore monolitica a 4 pistoncini Brembo
  • Disco freno anteriore 355 mm per asfalto, 300 mm per terra, 300 mm posteriore per entrambi i terreni
  • Pinza posteriore a 4 pistoncini Brembo
  • Disco freno posteriore 300 mm

Ruote:

  • Cerchio asfalto con con canale 8″ x 18″
  • Cerchio terra con canale 6.5″ x 15″
  • Pneumatici asfalto 20/65-18
  • Pneumatici terra 19/65-15
  • Pneumatici neve 10/65-16

Carrozzeria:

  • Parafanghi anteriore e posteriore allargati sino a una larghezza massima di 1.800 mm
  • Alettone posteriore (dimensioni vincolate da regolamento tecnico) per incremento stabilità vettura con aumento carico aerodinamico

Il triste canto del cigno di un progetto sviluppato a metà

La Abarth Grande Punto S2000 e il riemerso Reparto Corse infiammarono notevolmente gli appassionati che sognavano un trionfo in stile 131 guidato da Markku Alen, con il figlio Anton per un bizzarro segno del destino a inseguirne le orme.

La prima S2000 venuta al mondo in effetti sembrò a più riprese un progetto solido e decisamente nato sotto ad una buona stella, con la 207 dell’acerrima rivale Peugeot Sport che pareva esserle d’un gradino inferiore. Ma i continui aggiornamenti dell’auto francese e gli arrivi in classe della Skoda Fabia e della Ford Fiesta (decisamente minore l’impatto della Proton Satria Neo, ndr) fecero sprofondare nelle gerarchie lo Scorpione, vanificando i notevoli sforzi fatti fino a quel momento. Inutile rammentare il rammarico degli addetti ai lavori per un finale dal sapore decisamente amaro, convinti che se a Chivasso avessero continuato a crederci come nelle battute iniziali gli epiloghi sarebbero stati ben altri (e vittoriosi).

E magari chissà… se l’appetito vien mangiando ora saremmo qui a parlare di una Abarth R5.

 

 

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1 Commento

  • Mario Rossi
    Posted 24 Aprile 2020 16:19 0Likes

    Ho lavorato in Abarth nel 2007 è assolutamente non è andata come dici tu. In primis l’auto è stata voluta da Lapo Elkann e non Marchionne. La 207 era molto più competitiva della Punto soprattutto per la maggior coppia in basso del motore. E dopo 2/3 anni a dir tanto lo sviluppo serio venne abbandonato

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