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Il mondo dei rally ricorda di Silvio Stefanelli.

Pensieri sparsi e carichi di emozione da chi ha avuto il piacere di conoscerlo

San Marino e tutto il mondo del motorsport piangono per la scomparsa di Silvio Stefanelli. Il co-equiper del Titano ci ha lasciati all’età di 56 anni dopo una lunga ed incurabile malattia che aveva affrontato con tanto coraggio.

Silvio, con oltre 30 anni di esperienza sul sedile di destra, arriva a disputare oltre 250 gare in carriera, vincendo 12 rally tra gare moderne e storiche. Resterà nella storia il successo ottenuto al Lathi Rally con Giuliano Calzolari, una vittoria storica, la prima conquistata da un pilota non nordico in Finlandia. L’ultima vittoria risale al 2019, quando con Stefano Guerra, trionfarono in Sardegna al Rally del Vermentino, mentre l’ultima gara risale al Liburna Terra con Francesco Fanari.

Sono diversi i piloti che navigato. Oltre ai già citati Calzolari e Guerra, vogliamo ricordare Ercolani Massimo, Francesco Fanari, Jader Vagnini, Alan Scorcioni, Emanuele Zonzini, Max Tonso, Paolo Valli, Marco Bianchini, Elia Chiaruzzi, Sandro Munari (ad un Legend), Alex Raschi, Alessandro Broccoli e Giorgio Bacco.

Abbiamo raggiunto alcuni di loro che ci hanno raccontato aneddoti e ricordi dei loro trascorsi con Silvio.

Iniziamo con Giuliano Calzolari:

Noi scherzavamo spesso. Quando correvamo in Finlandia, mi “incazzavo” con lui, perché dovevo sempre portarli la sua acqua gassata, in quanto quella finlandese non lì piaceva. Quindi ogni anno dovevo caricare uno scatolone d’acqua sua, perché beveva solo la sua acqua. Quindi facevo il finto incazzato, per dirli che aveva rotto i coglioni con quell’acqua. Poi un’altra cosa che dicevamo sempre, in dialetto pesarese, quando uscivamo dalle prove, magari vicino ad un lago “non è il mare è il lago” e via di risate. Questa è una delle piccole cavolate che ci raccontavamo in gara…

Ora e il turno di Jader Vagnini, che ha diviso l’abitacolo con Silvio ad inizio carriera, disputando il Trofeo Cinquecento e Seicento Sporting e uno storico Monte-Carlo nel 1999.

Uno degli aneddoti più belli mio e di Silvio, risale alla stagione 1998, anno in cui trionfammo nel Trofeo Seicento Sporting. Il premio era la partecipazione al Monte-Carlo 1999 da ufficiali. Silvio è stato colui che mi ha permesso di entrare nel mondo dei rally, mi aiutato nella stesura delle note e mi ha portato a correre nel trofeo Cinquecento. La nostra prima gara è stata il Ciocco, eravamo in 55 al via della prova di Vagli, davanti a noi tantissimi campioni come Basso, Pedersoli, Dati. Lui diceva sempre, che se vuoi avere un confronto devi misurarti con i grandi piloti e i Trofei servivano a questo. Mi ha fatto cambiare Team nel 1996, in quanto non avevamo una vettura competitiva, scelta che poi si è rilevata corretta. E’ arrivata la grande soddisfazione della vittoria del Trofeo Seicento Sporting nel 1998, con la seguente partecipazione al Monte-Carlo 1999. Ricordo di una prova da 52 km che partiva alle 6.30 del mattino, io ogni tanto dicevo Silvio, ma quanto cazzo manca? E’ lui mi rispondeva, “Stai concentrato, stai sempre tenace e sul pezzo”. Poi come ho scritto sui social, le strade a volte si dividono, ma gli voglio bene e gliene vorrò sempre. Anche dopo che non eravamo più un equipaggio, lui passava da me per parlare, discutevamo su che macchina dovevo noleggiare per le mie gare, hai visto quella gara e tante altre cose. L’anno che ho vinto col S2000 con Livio Ceci, lui era lì che mi applaudiva, ancora prima che io sapessi il tempo. Sai, sono quelle piccole cose e quei tasselli, che ti fanno capire la grandezza di una persona. A lui devo molto per i campionati vinti, c’era sempre mi consigliava sempre su gomme e tante altre cose. Sarà sempre nel mio cuore.

Profonda gratitudine, emerge anche dalle parole di Loris Baldacci

Silvio per me è stato non solo un maestro in macchina con il quale abbiamo disputato il mondiale rally nel ormai lontano 2007 ma anche un maestro di vita. Avevo 20 anni all’epoca e non dimenticherò mai la sua grinta in macchina quando mi dettava le note soprattutto il suo timbro di voce “ unico e deciso “ grazie per tutto quello che mi hai insegnato, ti porterò sempre nel mio cuore.

Tanti aneddoti arrivano anche dalle dichiarazioni di Francesco Fanari

Lui era sempre calmo e non perdeva mai la sua professionalità. La primissima volta che siamo saliti in macchina insieme era ad un test in preparazione dell’Adriatico nel 2009. Nel pomeriggio eravamo già abbastanza veloci e decidiamo di provare delle gomme “racing” Yokohama, notoriamente difficili da usare per chi guida sporco come me, per capire se potevamo migliorare ancora. Al secondo passaggio la macchina mi scappa, salgo sul terrapieno e iniziamo a capottare (credo un paio di giri). La macchina si ferma su un fianco, lui scende come se non fosse successo niente, si aggiusta la tuta…guarda me, guarda la macchina malconcia, ri-guarda me ed esclama: ABBIAMO INIZIATO CON I FUOCHI D’ARTIFICIO!!!! BENE !!!! e poi ridacchia sotto ai baffi e si allontana prendendomi sotto braccio.

Un altro aneddoto simpatico, riguarda un Rally del Portogallo. Portogallo 2010, a due prove dalla fine (di 20km ciascuna) si rompono i ganci del baule posteriore che si apre. In macchina inizia il finimondo… una polvere che non si vedeva neanche il cruscotto. Lui come se niente fosse continua a darmi le note per tutta la prova. Ti giuro ancora non so come abbia fatto a leggere in quelle condizioni. Io pensavo di soffocare e avevo la bocca chiusa, lui riusciva a leggere… pauroso!! A fine prova io ero stravolto, lui mi guarda ridendo e mi dice: che nebbia!!! Ma siamo in Portogallo o Valpadana!??

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