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Tempo

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Al-Attyiah: “Regolamento equo. Per me nessun favore. Per vincere la Dakar bisogna correre anche altri raid!

Il leader della classifica generale si è preso il tempo per rispondere alle polemiche. E lo ha fatto con decisione.

La nuova edizione della Dakar 2022 ha decisamente cambiato le carte in tavola su alcuni aspetti della gara, a partire dai nuovi regolamenti che avevano lo scopo di livellare i valori in campo tra i buggy e le T1.

Modifiche che hanno acceso di colpo le polemiche rivolte appunto ai regolamenti, che non sono stati di gradimento per alcune personalità dell’ambiente, uno fra questi il vincitore della scorsa stagione Carlos Sainz. Il pluricampione spagnolo poco prima della partenza della gara ha appunto lamentato alcuni regolamenti secondo lui “poco favorevoli” alla sua nuova Audi RS Q E-tron, nello specifico per quanto concerne il peso della powertrain elettrico composto da tre MGU (un sistema usato nelle automobili da competizione per trasformare parte dell’energia cinetica sull’albero motore in energia elettrica, il vecchio KERS usato nella F1 ma più sviluppato), e le poche compensazioni in termine di prestazioni rispetto alla concorrenza.

Di tutt’altro parere il leader della classifica generale Nasser Al-Attyiah che, amministrando un vantaggio di quasi 45 minuti sull’inseguitore Sebastien Loeb, dichiara apertamente che le vetture in gara grazie ai nuovi regolamenti sono perfettamente alla pari.

Il Qatariota potrebbe aver già messo le mani sul suo quinto sigillo personale qui alla Dakar, dopo quelle vinte nel 2011, nel 2015 e nel 2019:

Negli ultimi sei, sette anni abbiamo davvero lottato con l’auto T1 rispetto ai buggy. Ora siamo alla pari e questo mi semplifica la vita e mi permette di avere un buon vantaggio. Il regolamento del Gruppo T1 e dei buggy non era lo stesso, ma ora penso che siamo alla pari. Tutte le auto, l’Audi, la Toyota, la BRX, hanno le stesse dimensioni di pneumatici, la stessa escursione delle sospensioni, la stessa tecnologia. È una cosa che abbiamo chiesto a lungo. Se abbiamo questa tecnologia uguale rispetto ai buggy, possiamo vincere la Dakar

Il pilota di Doha in merito a tutto questo “marasma” non può che difendere a spada tratta i roadbook specificando appunto che inseguire le tracce degli avversari non sia una strategia molto proficua, così controbattendo quello insinuato da Sven Quandt (a questo link l’articolo dedicato) secondo cui avrebbe ricevuto delle dritte di navigazione da parte degli organizzatori di ASO nelle scorse prove. Non è un caso inoltre, il fatto di trovarsi al fianco uno dei migliori copiloti nell’ambito raid in circolazione.

Ecco quindi le sue parole in merito:

Non c’è tempo per rilassarsi alla Dakar, dobbiamo essere forti ogni giorno ed evitare ogni problema. Matthias Baumel è uno dei migliori navigatori al mondo nel cross-country. L’anno scorso abbiamo avuto lo stesso problema nella Tappa 10 della Dakar, ci siamo smarriti per 18 minuti e perciò abbiamo perso la Dakar. Qualche volta succede. Mi rincresce davvero per Carlos e Sven Quandt, non è giusto dire che qualche pilota sia stato aiutato dall’organizzazione. Significa che l’anno scorso e prima ancora Sainz ha vinto la sua edizione ricevendo probabilmente un aiuto, ma ovviamente non è così. Dobbiamo rispettare tutti e questo è ciò di cui abbiamo bisogno per lo sport.

E quindi Al-Attiyah rincara la dose suggerendo di fare più gare:

Abbiamo vinto l’ultima Coppa del Mondo qui ad Ha’il in Arabia Saudita, sapevamo cosa sarebbe successo alla Dakar. Le gare vanno fatte, anziché starsene a casa e passare da una Dakar all’altra. Stiamo lavorando molto duramente, abbiamo partecipato a quattro gare l’anno scorso vincendole tutte. Non è uno scherzo. Cerchiamo di lavorare sodo e di vincere questa Dakar. E ora a parità di condizioni, cosa che fa la differenza.

Nessuno spazio per voci ed illazioni. Il pilota qatariota è sicuro dei suoi mezzi e non intenzione di vedersi sminuire dai rivali.

Foto di copertina: RedBull Content Pool
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