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Motori da WRC: storia di potenze e regolamenti

Con un occhio ed un pensiero ad epoche precedenti, da sempre grande materia di rimpianti e nostalgie, da quando la principale categoria del mondiale rally ha preso il nome di WRC, abbiamo visto evoluzioni tecnologiche e motori sempre più evoluti ed in grado di esprimere al meglio le proprie performance nelle più celebri corse su strada.

La prima regolamentazione risale al 1997, quando la FIA cercò di attirare un numero più ampio di costruttori, cercando di mantenere i fasti e l’altissima competizione che si era riusciti a generare e mantenere col Gruppo A. I principali vantaggi per i costruttori derivavano dalla “burocrazia”: erano infatti stati allentati sensibilmente i vincoli legati alle omologazioni di vetture di serie, da cui le macchine per il mondiale rally dovevano in qualche modo essere derivate. Una sorta di apertura al mondo dei “prototipi” che non poteva che far piacere ai reparti corse di tutti i principali costruttori mondiali.

Il motore

Le vetture WRC inizialmente prevedevano un motore 2000 turbo a benzina con potenze nell’ordine dei 330-340 cavalli, ma dal 2011 il regolamento è stato cambiato portando la cilindrata a 1600 cm³. La potenza sviluppata dalle WRC 1600 è circa 300-310 cavalli. 

Ma il vero fulcro del motore delle WRC non risiede nella potenza in valore assoluta ma nella quantità di coppia che ogni motore è in grado di sviluppare che, abbinate alla trazione integrale, permettono a queste vetture di muoversi agilmente su ogni tipo di fondo.

Immagine del motore tratta da espertoautoricambi.it

 

Il cambio

Sequenziale ad innesti frontali non sincronizzato generalmente a sei marce. Rapportazione solitamente più corta rispetto alle vetture stradali.

Sulle WRC 2000 il cambio era a comando elettroidraulico tramite un palette dietro al volante, mentre nelle nuove WRC 1600 non è permesso, per cui sono dotate di un comando meccanico a leva identico a quello utilizzato nel regolamento Super 2000. Le WRC sono dotate dell’ALS (Anti-Lag System) che mantiene la turbina in pressione anche in fase di decelerazione generando i classici scoppi.

Le evoluzioni del regolamento

Dalla stagione 2011 le WRC adottano solo il motore 1600 cm³ turbo come la Citroën DS3 WRC, la Ford Fiesta RS WRC e la Mini Countryman WRC. Nel 2013 è stata introdotta la Volkswagen Polo R WRC. Il 2014 ha visto l’entrata di una nuova vettura, la Hyundai i20 WRC. 

Dal 2017 è cambiato di nuovo il regolamento, con l’arrivo delle vetture WRC Plus al posto delle vecchie WRC: queste nuove auto hanno un regolamento simile alle precedenti, sono sempre 1600 turbo ma con una potenza di circa 380 CV, permettono appendici aerodinamiche molto più sviluppate e reintroducono il differenziale a controllo elettronico. Per l’anno 2017 è tornata la Toyota, con la Yaris WRC.

Il 2022 ha segnato una svolta epocale nella storia dei motori delle auto da rally. Si è infatti scelto di rinunciare ad un po’ di potenza termica per inserire una componente elettrica di supporto. Si chiamano Rally1 e sono le prime auto da rally a tecnologia ibrida della storia ed in un apposito approfondimento ve ne abbiamo raccontato il funzionamento.

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