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Acropolis 2001 – McRae “Qua potremmo saltare direttamente sull’altra cresta”, e Grist “Come scusa?”

Nicky Grist ha raccondato l'ennesimo aneddotto sulla pazzie di Colin. Ed è sempre un piacere

In occasione del Rally dell’Acropolis Nicky Grist, dal suo ufficio, ha registrato un curioso video messaggio, che ha poi diffuso al pubblico tramite le proprie pagine social. Il navigatore gallese ha omaggiato Colin McRae, raccontando l’aneddoto di un episodio vissuto a fianco del campione scozzese.

Nicky è stato per molti anni spettatore privilegiato delle follie di McRae, essendo subentrato a Ringer sul sedile di destra al fianco di Colin dal 1997, e navigando poi il pilota scozzese fino a metà stagione 2002. I due, insieme, ne hanno passate di tutti i colori, grazie anche appunto al temperamento di Colin e al suo “If in doubt, flat out” come colonna sonora di vita.

L’episodio in questione, raccontanto da Nicky Grist come detto, si intona perfettamente con la frase più famosa pronunciata da Colin, che non rinunciava di certo ad attaccare e a dare tutto anche quando si trovava comodamente al comando di una gara.

Acropolis: terra di conquista per Colin

Il re dell’Acropolis, o l’incarnazione di Zeus per restare più sul tema ellenico, è, ancora, Colin McRae. Lo scozzese vanta infatti ben cinque successi, record assoluto, tra cui l’edizione 2001.

Colin, dopo la vittoria del 2000, si sarebbe infatti ripetuto anche nelle due edizioni successive, sempre al volante della Focus, portando quindi a cinque il numero di successi totali all’ombra del Partenone.

Tornando al 2001, tra lo scozzese e la vittoria tentò di intromettersi prima il compagno di colori Carlos Sainz, ma in un secondo momento fu Colin stesso a mettere in pericolo il successo. Come detto, “if in doubt, flat out” e quella volta andò esattamente così, per fortuna senza conseguenze.

Il salto

Durante le ricognizioni su una prova dell’ultimo giorno di gara, racconta Grist, c’era un dosso seguito da una piccola discesa, con subito dopo un altro dosso seguito da una discesa decisamente più importante. Le due creste erano però vicine, ma non così tanto. Secondo Grist si sarebbero potute mettere in fila tre auto una dietro l’altra per riempire “il buco”. Tanto per dare una idea della distanza.

Colin, passato il punto, volle tornare indietro per controllare meglio:

Colin: ” Secondo me qua si può saltare direttamente da parte a parte senza scendere nel mezzo”

Grist: ” Come scusa?”

Il gallese non era evidentemente convinto dei piani di Colin, ma il tutto finì apparentemente lì. Apparentemente appunto, perchè Colin, prima dello shakedown, chiese in segreto al papà Jimmy di prendere la sua Cosworth da ricognizione, e andare a provare quel salto, in modo da avere conferma.

Prima dell’inzio della gara Nicky Grist venne preso da parte da Malcolm Wilson, il quale gli chiese che cosa fosse quel salto a fine di una prova in cui Jimmy McRae aveva distrutto il frontale di una delle Cosworth da ricognizione.

Oh my God……

fu la reazione di Grist.

If in doubt, flat out

Dopo aver concluso i primi due giorni di gara al comando a Colin McRae restava la pratica Carlos Sainz da archiviare per vincere nuovamente in Grecia. Lo spagnolo, secondo, non voleva saperne di mollare la presa. Per tutta la giornata El Matador aveva rosicchiato del vantaggio allo scozzese, tanto che prima dell’ultima prova il vantaggio si era ridotto a soli 5.9 secondi.

Braccati, Colin e Nicky sapevano di non avere margine per passeggiare nell’utima speciale, e Nicky, allo start, chiese delucidazioni su cosa avrebbero fatto sul quel benedetto salto.

Non lo so. Vedo come mi sento quando ci arriviamo.

Fu la risposta di McRae.

A fugare ogni dubbio poteva essere il messaggio che comparse sul dashboard della Focus numero 4 a metà prova circa, che informava i due del ritiro di Sainz. Carlos era stato tradito dal motore proprio sull’ultima prova, fantasmi che tornavano a tormentarlo.

Con Sainz out, non c’era ovviamente più bisogno di rischiare nulla, e nella mente di Grist si fece quindi largo l’immagine dei due che sarebbero scesi tranquillamente dalla prima cresta, su sulla seconda, e poi giù di nuovo. In sicurezza.

6 crest, 100 caution, medium crest and dip, and 6 crest 70.

Fu la chiamata di Nicky in vista del punto incriminato. Il gallese si attendeva una brusca frenata per approcciare con calma i due dossi con il piccolo “burrone” nel mezzo, ma la Focus rimase in sesta piena con il motore che urlava.

Colin prese il primo dosso in piena tentando così di atterrare direttamente dopo il secondo, come aveva ipotizzato nelle ricognizioni. La cosa gli riuscì, ma non del tutto. I due arrivarono un po’ “corti”, con il frontale dell’auto che andò oltre, ma con il posteriore che impattò invece sulla seconda cresta e venne “sparato” verso l’alto. La Focus, per colpa del rimbalzo, si scompose, e nella discesa successiva Colin fu costretto a controllare l’auto tenendela tutta di traverso.

Nicky, scampato il pericolo, riuscì a suggerire a Colin che non avrebbero mai più fatto una cosa del genere, ma Colin rispose che era successo per via della traiettoria sbagliata in ingresso.

Sul punto, come spettatore, c’era il fratello di Colin, Alister. Dopo il podio finale Alister disse ai due che probabilmente non avevano guadagnato più di due secondi con quella manovra.

Ma che importava? A Colin interessava tenere giù il piede, forse ancor più che vincere.

Era Colin McRae, dopo tutto.

Credit: Nicky Grist Motorsport Facebook page / Main Pic from WRCHD videos
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