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Un grande problema potrebbe colpire il WRC nei prossimi anni

Se non si investe ora sulla prossima generazione, il WRC potrebbe dover affrontare un grosso problema!

toyota wrc champion 2022

Sangue giovane. E’ fondamentale e necessario per qualsiasi azienda, per la società e sicuramente anche per garantire un futuro sano a qualsiasi sport.

Se non sei un appassionato di rally potresti essere portato a pensare che non ci sia alcun problema nel portare giovani piloti ai massimi livelli del rally.

Dopotutto, a soli 22 anni, Kalle Rovanperä è diventato il più giovane Campione del Mondo nella storia del WRC la scorsa stagione e quest’anno si è ripetuto, conquistando il suo secondo titolo consecutivo. 

Potrebbe essere la prova che la gioventù sta prosperando e continuerà a prosperare nel campionato? Non esattamente.

Rovanperä è l’eccezione che conferma la regola. E la regola è questa: i giovani piloti non hanno abbastanza possibilità di crescere e fare esperienza con le auto Rally1, attuali regine del WRC.

Ciò mette di fronte ad un problema che potrebbe colpire il WRC in futuro.

Avanzando nel tempo di cinque anni, gli attuali principali piloti del WRC, Rovanperä a parte, raggiungeranno o si avvicineranno ai quarant’anni: Ott Tänak avrà 41 anni, Thierry Neuville 40 ed Elfyn Evans 39.

Sebbene tutti e tre possano scegliere di competere nei rally fino ai 40 anni, o anche oltre, la storia suggerisce che la maggior parte dei piloti sceglie di appendere il casco al chiodo a quell’età, o almeno di continuare a gareggiare solo part-time o per divertimento.

La domanda quindi è chiara: chi li sostituirà e continuerà a dare filo da torcere a Rovanperä ed a farci entusiasmare?

Guardando alle attuali classi WRC2 e Junior WRC si può trovare una lunga lista di potenziali candidati: Oliver Solberg, Emil Lindholm, Sami Pajari solo per citarne alcuni, ma una cosa che hanno tutti in comune è la mancanza di una presenza costante ed esperienza sulle Rally1, fino ad oggi.

Solberg è l’unico dei tre ad averne guidata una, senza un percorso chiaro per il prossimo futuro.

Foto: Red Bull Content Pool

Perché è un problema per il WRC?

Ebbene, quando Tänak, Neuville ed Evans decideranno di mettere fine alle loro carriere non ci si può aspettare che nessun giovane pilota occupi immediatamente il loro posto e inizi a vincere rally.

Oltretutto è talmente ampio il divario tra la guida e la padronanza delle Rally2 e le Rally1 che questi piloti avranno bisogno di diversi anni di esperienza e guida costante per raggiungere ed eguagliare Rovanperä. 

È assolutamente dimostrato che la maggior parte dei piloti della moderna generazione, che competono nel WRC, prima di ottenere la loro prima vittoria hanno avuto bisogno di alcuni anni di esperienza su una vettura al top.

Sebbene sia Lappi che Rovanperä siano riusciti entrambi a vincere la loro prima gara a meno di due anni dal loro debutto su una vettura della classe maggiore, solo l’eccezionale Rovanperä è stato in grado di continuare a vincere costantemente fin dall’inizio della sua carriera.

Per tutti gli altri sembra che siano necessari circa tre anni di esperienza costante su un’auto di prima classe prima di essere pronti a vincere, a patto che abbiano anche il talento necessario per farlo. E fare il salto è ancora più difficile oggi rispetto al passato, dato che le auto Rally1, con la loro aerodinamica e l’ibrido, rappresentano uno step ancora più elevato rispetto alle classi inferiori.

Ciò significa che l’attuale gruppo di giovani piloti dovrebbe iniziare a ottenere contratti a tempo pieno nel Rally1 al massimo entro i prossimi due anni, se vogliono essere pronti a vincere regolarmente nel WRC tra cinque anni. Il tempo, quindi, stringe!

Il Campionato del Mondo ha bisogno di almeno una manciata di giovani piloti veloci e competitivi che possano ereditare il testimone, ma soprattutto il sedile, da piloti del calibro di Neuville, Tänak ed Evans se vuole continuare a offrire battaglie avvincenti e che durino tutta la stagione per appassionare e coinvolgere il pubblico.

Rovanperä, la star del rally attuale, ha già dichiarato e fatto capire che potrebbe abbandonare i rally se non avrà abbastanza stimoli e sfidanti.

La soluzione, almeno sulla carta, sembrerebbe semplice: i team e lo sport devono impegnarsi ed investire, puntare sui giovani piloti per offrire loro l’opportunità di gareggiare con le Rally1.

Ma chi potrebbe rispondere alla chiamata?

M-Sport è forse il team con la più grande storia di “vivaio” di giovani piloti nel WRC e la sua ultima scommessa, Adrien Fourmaux, potrebbe essere sul punto di dare i frutti sperati.

Foto: Red Bull Content Pool

Ma non dovrebbe spettare a un team, che richiede costantemente budget aggiuntivi a piloti e sponsor per sopravvivere, sviluppare una generazione di piloti di talento pronti a combattere ai massimi livelli.

Hyundai ha parlato favorevolmente della ricerca di nuovi talenti e ha tra le sue fila il Campione WRC2 del 2022 Emil Lindholm. Ma il modo in cui ha scartato il giovane Oliver Solberg, lo scorso anno, non è stato un buon segnale per mostrare che sia pronta a dedicare tempo e sforzi, o avere la pazienza, necessari per consentire a un pilota di fare esperienza, crescere e vincere.

Se il team principal Hyundai, Cyril Abiteboul, volesse seriamente impegnarsi, insieme alla squadra, nella ricerca di giovani talenti, dovrebbe investire tempo e risorse nel prossimo futuro. Altrimenti chi sarà pronto a succedere a Tänak e Neuville, come leader della squadra, quando loro si faranno da parte?

Il caso di Toyota è forse ancora più complesso. Sì, al momento c’è Rovanperä, due volte Campione del Mondo a soli 23 anni, ma la recente notizia del suo programma parziale per il prossimo anno avrà sicuramente messo in allarme Jari-Matti Latvala. È un chiaro segnale che quando il giovane finlandese dice che forse non resterà nel WRC per troppo tempo, fa sul serio.

Quindi il marchio giapponese avrà bisogno di sviluppare giovani talenti come chiunque altro, ma finora non ha investito su nessun giovane, al di là del programma WRC Challenge in Giappone che ha portato alla luce Takamoto Katsuta.

Ma se Rovanperä abbandonasse i rally, Ogier terminasse la carriera e Evans si ritirasse, rimarrebbe solo Katsuta che deve ancora dimostrare le sue qualità e la capacità di lottare per il titolo,  nonostante la sua prestazione impressionante al Rally del Giappone.

Il tempo quindi stringe anche per Toyota se vuole fare crescere e vincere un giovane talento, di livello mondiale, come ha fatto con la sua attuale star finlandese Rovanperä, vincitore per due anni consecutivi del titolo.

E che dire del promoter del WRC e della FIA? Dov’è il loro investimento sulla prossima generazione?

Si potrebbe pensare e dire che stiano facendo molto. Il programma FIA Rally Star cerca di trovare i prossimi giovani talenti del rally ed ha appena garantito a quattro piloti un posto nello Junior WRC del prossimo anno. Il Campionato Europeo Rally offre un supporto economico al vincitore della sua serie Junior: riceve in premio la partecipazione a quattro round del Mondiale su una vettura WRC2. Ma tutti questi contributi portano i giovani piloti solo alla seconda divisione del rally mondiale, non alla massima serie!

Perché non offrire al campione WRC2 qualche gara, con il relativo supporto, anche economico, su una Rally1?

Non è forse l’obiettivo aiutare i piloti a raggiungere la vetta? Altrimenti, non rischiamo che i giovani piloti abbiano successo all’inizio della carriera, ma poi diventino delle meteore?

Questo è il tipo di domande che i vertici del WRC e gli altri soggetti coinvolti dovranno porsi nel prossimo futuro.

Dobbiamo semplicemente investire sulla prossima generazione del rally se vogliamo che il Campionato del Mondo prosperi in futuro e non ci si può limitare a mettere alcuni piloti sulle Rally1 quando gli attuali protagonisti si ritireranno.

Se non si affronterà la necessità di scovare giovani talenti e di farli crescere, ora, subito, il WRC potrebbe ritrovarsi in grande difficoltà negli anni a venire!

Fonte: Dirtfish
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