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Dakar 2024: niente bandiere su auto e moto, scoppia la polemica

La Dakar 2024 non è ancora iniziata ma le polemiche iniziano già a farsi strada: scoppia un caso sulle bandiere che indicano la nazionalità degli equipaggi

L’appuntamento con il rally raid più famoso e difficile al  mondo è alle porte: dal 5 gennaio i 354 veicoli, con al loro seguito la carovana di organizzazione e assistenze, partiranno da Al Ula per cercare di conquistare le dune del deserto arabo.

Oggi, però, a dare voce a questo rally non sono le gesta eroiche dei piloti che ci hanno appassionato a questo sport, bensì la decisione da parte di ASO e FIA di non permettere ai piloti di esporre le bandiere di nazionalità sui veicoli che parteciperanno al rally raid.

Cerchiamo di capire come mai l’organizzazione della Dakar ha deciso di porre questo divieto a tutti gli equipaggi: ASO (Amaury Sport Organization) e FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile) di comune accordo hanno pubblicato, sul regolamento ufficiale della Dakar, l’articolo 6.3 che recita quanto segue:
In accordo con l’art. 21 del Regolamento Rallyes Tout Terrain FIA 2024. In derivazione dal regolamento sportivo FIA 2024, nessuna bandiera di nazionalità del pilota e del copilota dovrà essere esposta accanto ai nomi”.

L’organizzazione giustifica questa decisione come un atto di prevenzione e prudenza, vista la complicata situazione geopolitica attuale, soprattutto in medio oriente.

La situazione instabile della zona ha contribuito alla scelta dell’organizzazione, che ha deciso di salvaguardare la salute e la sicurezza degli equipaggi, ricordando i due attentati avvenuti durante l’edizione del 2022 per mano di organizzazioni criminali, in cui due veicoli che prendevano parte alla gara furono vittime di esplosioni legate ad ordigni piazzati proprio allo scopo di recare danno a piloti e assistenza.

Non è la prima volta e non sarà l’ultima che sport e geopolitica vanno a braccetto, infatti una situazione simile si era creata, poco dopo l’inizio dei combattimenti tra Ucraina e Russia, quando i piloti di origine russa si erano trovati nella situazione di dover correre con la bandiera dell’ONU e di dover richiedere licenze FIA in Paesi esteri per poter correre in gare internazionali.

In questa Dakar ci sarà un alto numero di nazioni presenti, i protagonisti del rally rappresenteranno 72 nazioni diverse.

Molti piloti hanno subito polemizzato, annunciando il ritiro o rifiutandosi di togliere la bandiera dai loro mezzi, ma il regolamento purtroppo è chiaro e non lascia spazio ad aperture.

Un esempio evidente, che fa capire quanto possa essere un problema non solo a livello “patriottico” ma anche a livello di sponsor, è quello del pluri-campione Nasser Al Attiyah che in più di un occasione ha corso con livree completamente dedicate al suo paese d’origine, nonchè sponsor, il Qatar.

L’organizzazione ha deciso che per quest’anno sicuramente prevenire è meglio che curare, che sia una scelta giusta o sbagliata non sta a noi deciderlo.

Sicuramente noi appassionati di questo sport siamo già con il fiato sospeso in attesa della partenza della Dakar 2024, con l’auspicio che questa edizione farà parlare di sé più per questioni sportive che politiche.

 

Photo credits: Red Bull Content Pool

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